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Michela Tilli. La compagnia tra Argentina e Arianna
La storia di due donne di oggi, agli antipodi e agli estremi, che si conoscono e si completano, cambiando l’una la vita dell’altra: questo è quello che racconta Ogni giorno come fossi bambina di Michela Tilli, appena uscito da Garzanti.
Una di queste due donne si chiama Argentina, ha superato gli ottanta, vive a Milano da decenni ma conserva in sé la nostalgia del suo paesino della Basilicata che lasciò in pieno boom economico e con il quale ha il legame di un antico amore. L’altra ha diciotto anni, si chiama Arianna, ed è una dei tanti giovani e giovanissimi che crisi economica e sociale hanno lasciato ai margini, vittima di bullismo e di fallimenti scolastici, isolata in un mondo tutto suo che non vuole lasciare.
Argentina e Arianna si incontrano nel modo più assurdo che possa esistere e con le premesse peggiori, visto che i genitori di Arianna, preoccupati per questa figlia sempre chiusa in casa davanti al computer, mettono in scena un ricatto nemmeno tanto bello permettendole di continuare a stare nel suo mondo virtuale dove ha amici e scrive su un blog solo se accetta un lavoro come dama di compagnia di Argentina. Da questo nascerà amicizia e complicità, e Arianna aiuterà Argentina a tornare al suo paese sempre rimpianto, mentre Argentina aiuterà Arianna a dare un senso e un nuovo inizio alla sua vita.
Non è una novità parlare del rapporto tra generazioni, soprattutto tra donne, ma Michela Tilli riesce ad evitare temi un po’ triti e ritriti (guerra, femminismo e simili) per parlare di altre questioni, come l’immigrazione interna italiana, che lacerò famiglie e comunità, questione di cui si dibatté per anni e che oggi è dimenticata mentre cresce il fastidio per gli stranieri.
Altro tema forte è costituito dai giovani di oggi, soprattutto le ragazze, e in particolare quelle diverse da schemi che nemmeno il femminismo è riuscito a spazzare via, ma che anzi che sono venuti fuori rafforzati dai modelli dei mass media. Arianna è sovrappeso, una colpa a quanto pare mortale secondo certi canoni, è vittima di bullismo, problema di cui non si parla mai abbastanza, e per questo si è chiusa in casa con la compagnia di Internet, anticamera di tanti hikikomori, fenomeno sociale osservato per la prima volta in Giappone ma ora presente in tanti Paesi, Italia in testa, complici la crisi e lo strapotere dei nuovi media.
Sia Argentina che Arianna sono incomprese dai parenti, sole, trattate con sufficienza e un po’ di fastidioso paternalismo, considerate strane e marginali, e da queste caratteristiche in comune nascerà la loro voglia di fare e di prendere in mano la propria vita, un tema non certo da poco in questo periodo di inerzia e inattivismo, dove gli anziani sono visti come un peso e i giovani come degli incapaci.
Un libro scorrevole, tra ieri e oggi, tra sogni e ricordi, che diverte e commuove, senza scadere mai nella banalità e ricordando la ricchezza di essere diversi e di trovare un posto per sé e la propria vita. Stay weird, stay different, come ha detto anche lo sceneggiatore Graham Moore premio Oscar per The imitation game e come suggeriscono anche Argentina, che vuole chiudere il suo percorso, e Arianna, che ne inizierà uno nuovo.