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Milano Conservatorio Giuseppe Verdi. Giovanni Bellucci per Liszt
Il Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano, primo tra i conservatori italiani in questa iniziativa, ha aperto le porte ai grandi nomi del concertismo internazionale inaugurando un corso di studi di alto virtuosismo pianistico per la preparazione di giovani e ragazzi (ma non ci sono limiti di età per la partecipazione) alle performance concertistiche e alle prove dei concorsi internazionali.
Alfred Brendel, Giovanni Bellucci, Michele Campanella riuniti sotto l’egida di Liszt (perchè il Master è intitolato alla “musica pianistica di Franz Liszt, - non trascurando - come recita il bando - tutti i possibili collegamenti anche con il repertorio, a lui contemporaneo o del passato, oggetto dei suoi interessi di musicista) si incontrano nello storico Conservatorio milanese per discutere, confrontarsi, insegnare la prassi esecutiva e la letteratura dello strumento, il pianoforte solistico, da camera e a 4 mani. E per rendere più completa l’offerta formativa, prenderanno parte al Master anche letterati, filosofi, musicologi, cantanti (Guido Salvetti, Piero Rattalino, Quirino Principe, Nicolas Dufetel, Alan Walker, Silvia Limongelli, Cristina Frosini e Massimiliano Baggio) in una serie di conferenze e lezioni, che culmineranno in uno stage all’Accademia Pianistica di Imola “Incontri col Maestro” e in una visita didattica a Weimar, nel cuore della Germania, per conoscere la città dove Liszt ha soggiornato per più di 10 anni.
E dal momento che suonare il pianoforte ad alti livelli è anche un impegno psicofisico, interessante e innovativa appare anche la presenza di Claudio Gevi esperto del Metodo Feldenkrais nell’esperienza musicale, che farà lavorare gli allievi sui movimenti che impegnano la respirazione, sui collegamenti tra la memoria e il movimento, e che spiegherà come individuare la distribuzione delle forze e armonizzare l’attività del pensiero con quella fisica e anche come affrontare problemi legati alla sfera emotiva (ansie, paure, tensioni).
Il Master, iniziato nello scorso mese di ottobre, è ora nel suo pieno svolgimento e i prossimi impegni prevedono tre incontri – concerto nella Sala Puccini del Conservatorio con gli allievi iscritti al perfezionamento e il pianista italiano Giovanni Bellucci.
Il percorso formativo studierà gli aspetti dell’arte compositiva di Liszt anche in rapporto ad altri autori come Verdi, Bellini, Berlioz, Mozart, Beethoven attraverso le forme della parafrasi, della fantasia e della trascrizione che hanno offerto a Liszt l’occasione per sperimentare una nuova poetica musicale elaborata soprattutto dopo il 1830. Gli eventi politici di quegli anni (i moti di insurrezione in tutta Europa) e le iniziative culturali infatti, portarono a una grave crisi spirituale di Liszt e all’avvicinamento a un socialismo di tipo umanitario con profonde influenze religiose.
Giovanni Bellucci, didatta e lisztiano per eccellenza (vedi le pluripremiate incisioni lisztiane delle Parafrasi, di Totentanz e delle Rapsodie Ungheresi e il recente progetto relativo alla registrazione di tutte le Sinfonie Beethoven/Liszt), esperto conoscitore anche della letteratura del filosofo francese Vladimir Jankélévitch sul compositore ungherese, incentra i suoi incontri su alcuni argomenti chiave che ci consentono poi di spaziare su quasi tutto il repertorio lisztiano.
Dal concetto di Liszt rapsodo, tzigano e improvvisatore, a quello di compositore che rompe con il concetto formale di forma-sonata, le conferenze-concerto sono un’occasione per scoprire un’immagine più complessa di Liszt e per studiare la psicologia della figura del solista, di cui Liszt rappresenta un modello, oltreché per ascoltare la maggior parte del repertorio lisztano eseguito dagli allievi del master di perfezionamento e dal pianista Giovanni Bellucci.