Milano Rho Sonisphere. Fear the Iron Maiden

Articolo di: 
Alessandro Nardis
Iron Maiden

Confesso che erano ben 9 anni che non vedevo più gli Iron Maiden dal vivo. Sono stati uno di quei gruppi che ha segnato la mia adolescenza pur non avendo mai troppo digerito la scena metal. Ho sempre amato i Maiden in quanto gruppo rock e non perché metal. Uno dei più grandi a mio avviso (specialmente dal vivo), oggi vivente. È come esigere da un amante dei Depeche Mode di dover apprezzare il genere di appartenenza dal quale i Depeche (specialmente agli esordi derivavano), ovvero l’elettro rock.

Pur considerandoli sempre dei grandissimi, negli anni i miei gusti musicali mi avevano fatto deviare dalla “Vergine di ferro”. Ma l’enorme influenza che ha avuto e che continua ad avere quel folle genio che si trova dietro le pelli e che risponde al nome di Nicko McBrian sul mio drumming mi ha fatto riavvicinare al gruppo ultimamente, e quale miglior modo per goderseli dal vivo?

L’occasione per rivedere Bruce Dickinson e compagni in azione è l’edizione 2013 del Sonisphere, kermesse itinerante che in pochissimi anni si è consolidata tra le più importanti in Europa. Alla Fiera Milano Live di Rho sono attese 35.000 persone e una volta messo piede nell’area del concerto si capisce che la serata sarà una di quelle da ricordare.

L’affluenza è importante già nelle prime ore del pomeriggio nonostante la giornata afosa, ed il pubblico riserva una calda accoglienza anche alle prime formazioni che si esibiscono, gli Amphitrium, gli Zico Chain e in particolare i Voodoo Six, band hard rock inglese di supporto agli Iron Maiden per tutto il tour europeo protagonista di una performance infuocata e coinvolgente.

Il festival entra nel vivo e sul palco salgono i Mastodon, formazione che sta vivendo una continua e rapida ascesa verso l’apice. Lontani i tempi in cui in occasioni del genere suonavano da semi-sconosciuti al mattino, oggi i quattro di Atlanta giocano un ruolo da protagonista e vederli dal vivo è l’occasione giusta per capirne il motivo. Potenza ed estro sono alla base della musica di Troy Sanders e soci, che pescano quasi l’intera setlist dall’ultimo, fortunatissimo, album “The Hunter”.

Prima dell’ultimo atto griffato Iron Maiden manca ancora una band, e non è un dettaglio. Già, perché è il turno di Dave Mustaine e i suoi Megadeth freschi di nuovo album, “Super Collider”. L’ultima opera del gruppo non trova grande spazio e vengono privilegiati i classici: “Hangar 18”, “Symphony Of Destruction” e “Holy Wars” sono intramontabili e la presenza al festival dei Rezophonic (protagonisti sul Red Bull Tourbus assieme a The Last Fight, Avenue X ed Arcadia Bastard Core) è troppo ghiotta. Nel collettivo di musicisti italiani, come tutti sappiamo, canta anche Cristina Scabbia ed ecco che il duetto con Mustaine in “A Tout Le Monde” diventa d’obbligo. Tutto bene nell’esibizione dei Megadeth? No, anzi. I suoni sono altissimi e confusi e MegaDave non sembra essere in gran forma. Peccato.

Sono le 21, è ora. Le note di “Doctor Doctor” degli UFO annunciano che tutto è pronto per gli Iron Maiden. I maxischermi posizionati ai lati del palco mostrano immagini con protagonista il ghiaccio, il concept visivo di “Seventh Son Of A Seventh Son”, e con l’intro di “Moonchild” fa capolino dietro la sua batteria Nicko McBrain seguito poi da tutta la band. Neanche il tempo di salutare il pubblico e la tripletta “Can I Play With Madness” – “The Prisoner” – “2 Minutes To Midnight” fa schizzare l’entusiasmo alle stelle, con i fan del gruppo britannico che cantano ogni brano a squarciagola. Lo show prosegue con la melodia da favola di “Afraid To Shoot Strangers” e due cavalli di battaglia come “The Trooper” e “The Number Of The Beast”: a fare da contorno alla musica come sempre c’è lo spettacolo visivo che caratterizza ogni concerto dei Maiden, con fuoco e fiamme, fuochi d’artificio e luci, coreografie e le immancabili apparizioni di Eddie nelle sue mille trasformazioni.

Ma forse la cosa più bella è guardare la band muoversi con leggerezza ed energia invidiabili ed ascoltare l’inossidabile Bruce Dickinson, la cui voce non conosce il significato delle parole “tempo” e “usura”. Tornando allo show, la lezione di Heavy Metal prosegue con “Phantom Of The Opera”, “Run To The Hills” e l’ingresso di Eddie, in versione generale Custer, che dà vita ad un duello “spada vs. chitarra” con Janick Gers. Spazio poi per la meravigliosa “Wasted Years”, “The Clairvoyant” e l’epica “Seventh Son Of A Seventh Son”, prima che il pubblico dell’Arena Fiera Milano rimanga senza fiato (e voce) con “Fear Of The Dark” ed “Iron Maiden”. La Vergine Di Ferro saluta e si infila nel backstage, ma tutti sanno che non può finire così: il famoso discorso di Churchill introduce la velocissima “Aces High”, dopodiché c’è ancora tempo per la perla “The Evil That Men Do” e il gran finale di “Running Free”, con il duetto tra Dickinson ed il pubblico e la presentazione della band con annesse ovazioni dei fan.

I Maiden si congedano e “Always Look On The Bright Side Of Life” (Monty Python) accompagna il deflusso di migliaia di persone estasiate da uno show straordinario che non ha tradito le aspettative ed ha confermato che la band inglese dal vivo ha ben pochi eguali. Ammirare ed ascoltare i duelli a suon di riff ed assoli tra Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers, il drumming geniale e mai banale di Nico McBrain e gli impressionanti acuti di Bruce Dickinson è semplicemente uno spettacolo, così come lo è vedere i tanti bambini presenti al concerto esultare per un gruppo senza età. Inarrivabili. Up The Irons.

Pubblicato in: 
GN33 Anno V 25 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

IRON MAIDEN
SONISPHERE RHO
(Milano)

8 giugno 2013

Setlist
Moonchild
Can I Play With Madness
The Prisoner
2 Minutes To Midnight
Afraid To Shoot Strangers
The Trooper
The Number Of The Beast
Phantom Of The Opera
Run To The Hills
Wasted Years
Seventh Son Of A Seventh Son
The Clairvoyant
Fear Of The Dark
Iron Maiden

Encore
Aces High
The Evil That Men Do
Running Free