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Miracolo a Le Havre. Piccoli diamanti allo stato grezzo
La particolare vicenda, che prende forma nel tranquillo paesino di Le Havre, rappresenta tipicamente lo stile e le preferenze del regista finlandese Aki Kaurismäki, le cui produzioni si identificano per un'ambientazione nordica ed essenziale, nella quale prendono vita storie dai tratti semplici e malinconici.
Il film "Miracolo a Le Havre" ha avuto un grande successo di critica e di pubblico e lo dimostra il fatto che ha ricevuto molte nomination nell'ambito dei Festival del Cinema internazionali, tra cui recentemente quella come Miglior film dell'Unione Europea (David di Donatello 2012). Non è, quindi, un caso che il celebre sito di Cinema MyMovies lo abbia riproposto recentemente, con un unico appuntamento in anteprima sulla piattaforma streaming "MyMovies Live!", alcuni giorni prima dell'uscita in Italia del dvd.
Nel cast del film sono presenti anche alcuni attori che avevano già preso parte a film diretti da Kaurismäki. E' il caso di Andrè Wilms – in quest'ultima produzione interpreta il protagonista – che fu premiato come Miglior attore non protagonista per il film "Vita da Bohème" dello stesso Kaurismäki (European Film Awards) e, per "Miracolo a Le Havre" ha ricevuto la nomination come Miglior attore europeo (European Film Awards 2011). Stessa cosa può essere detta per l'attrice Kati Outien – che in quest'ultima produzione interpreta la moglie, Arletty – anch'ella pluripremiata per le sue interpretazioni all'interno di precedenti pellicole di questo regista.
La vicenda, che si svolge in Normandia nella cittadina di Le Havre, ha come protagonista Marcel, un lustrascarpe dal passato di scrittore bohèmien, che ogni giorno cerca di fare il possibile per "sbarcare il lunario", riuscendo a fatica a guadagnare quel tanto che basta per lui, la moglie di nome Arletty e la loro cagnolina, Laika. Anche la donna, dedita al marito e alla piccola casa in cui vivono, fa continui sacrifici occupandosi di tutti i lavori di casa e delle piccole necessità quotidiane, finendo però per lasciare da parte se stessa e i problemi di salute che debilitano continuamente le sue forze.
Un giorno, poi, la vita della tranquilla Le Havre viene destabilizzata dal ritrovamento di gruppi di clandestini nascosti all'interno di alcuni container nei pressi del porto. Proprio durante l'intervento della polizia, uno dei bambini di colore fugge da quel rifugio, spaventato dalla possibilità di non poter riuscire a ricongiungersi alla sua famiglia che già aveva raggiunto Londra e verso cui lui stesso era diretto.
Ne nasce un caso mediatico e, poco tempo dopo, il ragazzo, di nome Idrissa, incrocia per caso la sua strada con quella di Marcel, che decide di non farne parola con la polizia e, anzi, di fare tutto il possibile per aiutarlo. Nel frattempo, Arletty viene ricoverata in ospedale per seguire un ciclo di cure molto forti, ma è ormai fin troppo chiaro che la sua situazione è grave e che, molto probabilmente, le rimarrà poco tempo ed ella decide di non farne parola col marito, poichè ne avrebbe sofferto troppo.
Le giornate di Marcel, nel frattempo, sono totalmente dedicate al giovane, che ospita nella propria casa, preoccupandosi della sua salute e, ancor più, della raccolta del denaro necessario per permettergli di imbarcarsi verso l'Inghilterra.
Nella vicenda principale, nonostante la drammaticità, trovano largo spazio anche le piccole storie di vita quotidiana degli altri abitanti del quartiere, ognuno di essi con le proprie problematiche e difficoltà, ma che non dimenticano mai di dimostrarsi l'un l'altro una profonda solidarietà, anche a costo di mettere in pericolo se stessi.
Tutti loro sono in qualche modo legati a Marcel, che si dimostra – silenziosamente – una persona intelligente e sagace, oltre che umile e generosa, verso cui lo stesso commissario di polizia esprime in diverse occasioni una profonda empatia.
Nonostante gli attori di quest'ultima produzione di Kaurismäki non siano alcune delle star più conosciute e famose dei nostri giorni, ognuno di loro ha saputo dar spessore e significato al proprio personaggio, grazie ad una recitazione – a mio avviso – molto sentita. In particolare, ritengo degna di nota l'interpretazione dell'attore protagonista, Andrè Wilms, e dell'attore che veste i panni del commissario, Jean-Pierre Darroussin, soprattutto in relazione al ruolo dei due personaggi all'interno della vicenda.
Quest'ultima sembra voglia comunicare agli spettatori che può essere sempre il momento giusto per compiere una buona azione, nonostante tutte le difficoltà che potrebbe implicare. Quella di Marcel, Arletty e il ragazzo di nome Idrissa è una storia che mette in primo piano l'umanità delle persone comuni, che spesso dimostrano di possedere un animo straordinario con grande semplicità e, allo stesso tempo, di apprezzare la lettura di testi letterari – nutrimento del cuore e della mente – come le novelle di Kafka, che le donne del quartiere leggono ad Arletty nei difficili giorni di terapia in ospedale. Semplice esempio, questo, che dimostra anche la proprietà di fuga ed evasione dalla realtà e dalle sofferenze che possiede la lettura di libri.
Malinconica, tragica e a tratti anche lievemente comica, la vicenda che racconta questa pellicola di Kaurismäki – che sottolinea ancora una volta quanto il mezzo cinematografico sia un grande narratore di storie – cattura lentamente i sentimenti dello spettatore, rendendolo partecipe dei toccanti avvenimenti di vita quotidiana, al cui interno la ricchezza dell'animo e del cuore si manifestano con umile silenzio e semplicità.