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Montevideo. L'Italiana in Algeri secondo Maritano
L'italiana in Algeri di Gioachino Rossini è la prossima produzione della stagione operistica del Sodre 2017 di Montevideo - Uruguay. Sarà presentata nella sala principale Auditorio Nacional Adela Reta da venerdì 27 ottobre a venerdì 4 novembre 2017 in sei funzioni uniche.
“Mustafa è una sorta di sceicco arabo circondato da eunuchi che guardano il suo harem. Ma le viene a noia la moglie e chiede le sia portata un’italiana, che arriva, ma in realtà solo per salvare il suo amato Lindoro, schiavo appunto di Mustafà”. Una rocambolesca avventura, così descrive l’opera Ariel Cazes, direttore dell’area Lyric SODRE. Per Cazes, questa interpretazione è "ideale" per un pubblico non avvezzo all’opera, anche perché si allontana dai grandi drammi del repertorio classico verdiano o pucciniano. L’edizione montevideana ha una chiara messa in scena contemporanea, come mostra espressamente il manifesto, una donna con gli occhiali da sole distesa su di una sdraio da spiaggia. La musica è estremamente moderna, così come le proposte di Rossini. Le arie richiedono una grande destrezza vocale: per questo sono necessari cantanti molto preparati e molto professionali.
La messa in scena è affidata all’azzardato regista argentino Pablo Maritano, mentre la direzione è di Martín García - che ha appena rassegnato le dimissioni dalla direzione dell'Orchestra SODRE, ma che continuerà fino alla fine dell'anno. Esteban Louise dirige il coro. Il cast si presenta vario e di vari paesi dell’America Latina, con artisti provenienti dall’Uruguay stesso, dal Brasile, dall’Argentina e dal Cile, quali Savio Sperandio, Luisa Francesconi, Santiago Burgi e Federico Sanguinetti.
Una magnifica opera che insieme a La Cenerentola e al Barbiere di Siviglia, è tra le più rappresentate del compositore e accettata dalla critica e dal pubblico. Con una musica a volte vertiginosa, permette al cantante di mostrare il talento grazie ad arie di spettacolare virtuosità. Rossini ha scritto quest’opera all’età di 21 anni e il lavoro si distingue per la mescolanza tra stile d’opera e opera buffa.
Dalla sua prima edizione nel 1813, il suo successo è stato inarrestabile, ma in seguito ha accusato la popolarità di altre opere rossiniane che ne hanno spostato l’attenzione. È poi all’inizio del secolo scorso che il lavoro è stato riconsiderato ed è tra i titoli più rappresentativi del compositore, presente regolarmente nei programmi delle più importanti stagioni liriche.