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Montevideo. La natura primaria della Bellezza
Le priorità di un paese come l’Uruguay che, al contrario di molti altri oggi, sta conoscendo un periodo di sviluppo economico, sono quelle di generare impulso alla cultura e permettere la crescita di una nuova generazione di artisti, la promozione dei giovani, delle associazioni, il recupero di infrastrutture, delle reti culturali e la messa in servizio di nuovi spazi e mezzi.
Tra queste nuove generazioni di montevideani, che credono si possa dare un nuovo impulso alla città, c’è l’intraprendentissima Andrea Arobba, che ha appena dato prova tangibile di come con la convinzione, il lavoro e la tenacia si possano realizzare nuovi progetti. Ne è un lampante esempio Historia natural de la Belleza, un interessante spettacolo di danza da lei prodotto, concepito e messo in scena nel Teatro Solís, il più prestigioso del Paese.
Andrea è una ballerina, coreografa e insegnante diplomata presso la Scuola Nazionale di Danza, con molti anni di esperienza in Uruguay e all'estero. Ha partecipato a decine di progetti teatrali come performer, coreografa e regista e con l’artista plastico Pablo Casacuberta ha dato vita a GEN – Centro de Artes y Ciencias, un importante progetto culturale alimentato da fondi privati, per cui si auspica in futuro la partecipazione di enti pubblici.
E sotto il patrocinio di Gen - Danza, che ha già alle spalle altri due spettacoli di successo El azar y la nececidad e 504 meses, quest’ultimo in duetto con la ballerina inglese Celia Hope Simpson, è nato Historia natural de la Belleza che oltre alla danza integra molto la recitazione e il mimo, il cui scopo è di esplorare e investigare l’evoluzione individuale e sociale dei canoni della bellezza. Un obiettivo ambizioso quello di raccontare l’evoluzione a tutto tondo delle specie e che si sviluppa attraverso efficaci movimenti coreografici, che a volte fanno volare la nostra mente verso creature preistoriche e scomparse o forse chimere, all’evoluzione dell’uomo e dei suoi usi, costumi, sentimenti e movimenti artistici. Emblematica infatti è la frase di Andrea Arobba in cui afferma che «la sensazione del bello e del sublime è un processo materiale insito negli esseri materiali». Ed è così che Historia natural de la Belleza si avvicina alla natura primaria prima di spingersi ad indagare la produzione dell'arte nella contemporaneità e discutere in che misura l'arte stessa sia essenziale all'animale che siamo.
Il tutto viene raccontato attraverso una sequenza di quadri distinti i cui punti in comune sono una gestualità e una concatenazione di movimenti, frutto di una originale commistione di tutto quello che è stato prodotto da grandi compagnie come, solo per citarne alcune, quella della Bausch o della Graham.
Uno spettacolo che dimostra preparazione, accuratezza, studio e che risulta tanto interessante e originale da non sfigurare di certo accanto a produzioni messe in scena in importanti teatri europei e festival internazionali di danza.