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Mr. Turner. L'anima riversa solo nel colore
Uno dei maggiori e certamente il più celebre, insieme al rivale Constable, paesaggisti del secolo romantico, Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851), entra nel film Turner di Mike Leigh attraverso il caratterista Timothy Spall nel ruolo del pittore, Sarah Atkinson la sua “damsel”, la governante Hannah Danby (Dorothy Atkinson) e la signora Booth, interpretata da Marion Bailey.
Sono presentati nel film gli ultimi 25 anni ma possiamo agevolmente pensare che forse i 150 minuti sono troppi per uno spettatore, sebbene amante del pittore. Le lunghe gittate nei suoi paesaggi a cura del direttore della fotografia Dick Pope insiema alla scenografa Suzie Davies, sono magnifici, studiati quanto i quadri del nostro, che a ben 67 anni (nel 1842) si fece legare intorno all'albero maestro di una nave in tempesta per ritrarre il famoso Tempesta di neve, battello a vapore al largo di Harbour's Mouth. Ed è qui che risiedeva la signora Booth - Marion Bailey: interpretazione magnifica di una signora in là con gli anni come Turner ma di spirito (proprio “spirit” direbbero gli inglesi, che lo usano in senso ampio) vivace e molto accomodante oltrechè sorridente -, che diventerà la compagna di Turner negli ultimi anni in quel di Chelsea, Turner vivrà una sorta di doppia vita che potremmo dire già conduceva visto che non viveva con la madre delle sue due figlie, da cui era richiamato al dovere sia economico sia affettivo come delle visite sporadiche da parte della signora Danby (che potremmo immaginare coma parente della servetta butterata in faccia che ha in casa – la superlativa caratterista Dorothy Atkinson – che usa appunto per gli “sfoghi” sessuali. Se volessimo stilare una biografia di Turner saltando i suoi quadri, ne risulterebbe un ritratto impietoso di un uomo che “grugnisce” letteralmente in continuazione (abbiamo visto la versione in originale) e non si preoccupa minimamente dei sentimenti del prossimo, tranne il padre ex barbiere, che gli fa da venditore a casa sua, nella gallery che ha allestito in un'ala predisposta nella casa. E' Paul Jesson ad interpretare il padre, di cui soffrirà la mancanza, e l'unico con cui condivide veramente la vita.
Turner, il pittore dalle pregne pennellate di colore che è l'ovvio precursore degli impressionisti, ammirato da un giovanissimo - “in erba” potremmo dire – John Ruskin, che con i Preraffaelliti ed i suoi libri di critica prenderà il volo tra qualche anno, è un pittore incompreso, che venderà e camperà dei suoi quadri per lasciarli in una unica legacy allo stato britannico, for free. Burbero, solipsista, anaffettivo tranne che per suo padre e la signora Booth, continueremo ad ammirarlo nelle gallery a lui dedicate – sparsi i suoi quadri però, al contrario di come lui voleva -, disprezzato anche dal re, acerrimo nemico di Constable col quale era in aspra competizione, viene fuori da questo film un po' troppo lungo, un po' tanto televisivo, un uomo dall'anima arida, che riluce invece eterna nei suoi dpinti, dal quale si stagliano forme appena accennate dal magma possente dei colori.