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Dopo aver raccontato a modo suo la figura di Gesù, Don Alemanno torna per Magic Press con un nuovo fumetto, realizzato a quattro mani con l’artista macedone Boban Pesov, in cui si confronta e dissacra una figura cardine dell’immaginario pop degli ultimi decenni, Heidi.

Protagonista di un romanzo edificante dell’Ottocento con un sottotesto religioso un po’ irritante, Heidi ridiventò famosissima nel 1978 grazie all’anime giapponese realizzato da Isao Takahata e Hayao Miyazaki: ed è proprio a questo che si sono ispirati i due autori, realizzando la parodia Nazivegan Heidi Alba vegana, con disegni fedeli a quelli della serie animata ma toni decisamente diversi.

In questa nuova versione della celeberrima storia il Vecchio dell’alpe è un nazista che cerca di insegnare alla nipotina il saluto al Fuhrer, la zia Dete una prostituta, Peter si sollazza in maniera non certo edificante con le caprette e la signorina Rottermeier gestisce una casa d’appuntamenti, oltre a trafficare in allevamenti di animali da pelliccia illegali.
Due cose cambiano la vita di Heidi, il trovare un dispositivo alieno in montagna che le permette di dialogare con gli animali, e l’incontro con Clara, sempre sulla sedia a rotelle ma attivista animalista su Youtube pronta a lanciare delle crociate vegane e non.

Tra le guest star della storia, compare anche il giornalista Giuseppe Cruciani, famoso per i suoi attacchi al movimento animalista, ma la graphic novel, già contestata su vari fronti, vuole essere in realtà un attacco ad ogni tipo di integralismo, a cominciare da quelli presenti nella nostra società, in una storia che prende un’icona dell’infanzia di quasi tutti e costruisce intorno una storia arguta, dissacrante, adulta e che fa anche un po’ riflettere, tra una risata e l’altra.
Del resto, l’assunto di questa operazione (che non si sa se continuerà con nuove avventure, il finale è aperto!) è “Una risata vi seppellirà perché di fronte al radicalismo di chiunque si consideri rappresentante assoluto della “verità”, l'ironia sfacciata e la critica, anche la più feroce, rappresentano sempre una preziosa ancora di salvezza, tra umorismo, irriverenza e provocazione, come del resto ci hanno già abituato gli autori.