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Noi, Zagor. L'eroe di Darkwood raccontato al cinema
Il regista toscano Riccardo Jacopino – che aveva già realizzato lungometraggi di genere documentaristico dedicati a questioni sociali e alla condizione dei giovani nei paesi africani – dopo il lungometraggio del 2010 "40% Le mani libere del destino", torna al film documentario con una pellicola dedicata ad uno degli eroi del fumetto italiano più conosciuti e apprezzati dell'universo di Sergio Bonelli Editore, Zagor.
"Noi, Zagor", presentato in anteprima il 6 ottobre scorso, in occasione della mostra del fumetto di Roma, Romix 2013, è stato proiettato in anteprima streaming sulla piattaforma di MyMovies il 21 ottobre ed è approdato in alcune sale cinematografiche nelle date uniche del 22 e 23 ottobre.
Il documentario è strutturato in temi e argomenti, riguardanti questo celebre personaggio e il mondo racchiuso nel fumetto di cui è protagonista, affrontati in prima persona dagli addetti ai lavori, a partire da colui che dette vita allo "Spirito con la scure" nel '61, Gallieno Ferri, lo storico disegnatore zagoriano.
A sostenere questo progetto è stato proprio Sergio Bonelli, figlio di Giovanni Luigi Bonelli – celebre creatore di numerosi protagonisti del fumetto italiano e, su tutti, di "Tex" – e molto diverso dal padre, al punto da firmare le proprie storie con lo pseudonimo Guido Nolitta. Proprio la sua preferenza per narrazioni e personaggi particolari lo ha portato ad appoggiare la creazione di "Zagor", le cui vicende sono ambientate in una sorta di west con molti elementi fantastici e tratti provenienti da molteplici suggestioni artistiche, ma soprattutto il cui protagonista non è affatto un superuomo sicuro di sè e delle proprie azioni, al contrario fa spesso esperienza della sconfitta e rivela in molti casi una psicologia realmente umana.
Inizialmente pubbliato in strisce, come tanti altri fumetti ha incontrato una fase iniziale di diffidenza e resistenza, forse per i numerosi tratti inusuali e di ibridazione derivati dalla commistione di generi diversi.
Il mondo di "Zagor" ha assunto col tempo un carattere mitico ed anche fiabesco – secondo le considerazioni del curatore della serie, Moreno Burattini, in prima persona appassionato quanto i lettori – legato soprattutto a quella che è l'ambientazione per eccellenza del fumetto: la foresta di Darkwood.
La possibilità di ritrovare, secondo i riferimenti dati nelle vicende, questo luogo in America, tuttavia, non trova corrispondenza con ciò che qui viene rappresentato, dato che nella foresta di Darkwood l'immaginazione e la fantasia raggiungono i massimi livelli: Zagor vi incontra i personaggi più strani, spesso correlati all'immaginario collettivo e spettacolare-cinematografico, oltre i confini dell'anacronismo e della realtà.
All'interno di un'ambientazione fantastica e dai tratti fiabeschi, però, viene messa in primo piano l'umanità del protagonista, che cerca di trovare la verità e perseguire la giustizia senza condannare a priori, spinto dalla volontà di espiare una colpa del proprio passato.
Non mancano, comunque, alcuni topoi dei romanzi d'avventura, uno su tutti la presenza del compagno di viaggio dell'eroe protagonista, uno scudiero messicano dai tratti tondi e paffuti di nome Cico – che, insieme a Zagor, costituisce la controfigura fumettistica della coppia Don Chisciotte-Sancho Panza – il cui ruolo è quello di dar luogo a gag comiche divertenti, ma anche di rappresentare la voce della coscienza e di dare inizio o una svolta alle vicende.
Ancor più moderna è la scelta di creare storie in cui risulta difficile stabilire dove si trovino il bene e il male, i buoni e i cattivi, in cui tutto è sfumato e i confini sono labili, come d'altronde capita spesso nella realtà quotidiana.
Si tratta di aspetti molto interessanti, presi in esame anche da studiosi quali il filosofo Giorello e il noto critico, che si occupa di comunicazione e multimedialità, Pierluigi Gaspa.
La risonanza del fenomeno di "Zagor" è stata tanto ampia che la passione per questo fumetto ha spinto il cantante rock-folk Graziano Romani a comporre prima un singolo e in seguito un intero album (dal titolo "Zagor King of Darkwood", del 2009) ispirato all'eroe e al mondo del fumetto.
Jacopino, poi, entra con la macchina da presa nella redazione centrale di "Zagor", a Milano, dove dà spazio alle parole dei diversi collaboratori (quali disegnatori, sceneggiatori e letteristi), che raccontano con naturalezza e spontaneità il proprio rapporto con il fumetto e la passione per la professione svolta, nella scia della dedizione dimostrata negli anni da Sergio Bonelli, scomparso nel settembre 2011.
Nonostante vengano messe in luce anche le questioni più propriamente economiche e commerciali, la difficoltà delle scelte editoriali e la "spada di Damocle" costituita dalle scadenze da rispettare prima di ogni pubblicazione, ciò che traspare, dagli interventi degli addetti ai lavori ed anche di fan e appassionati comuni, è soprattutto un grande amore per il mondo dei fumetti e per la lettura in generale.
Dal pronome presente nel titolo del film, risulta chiaramente come di questo mondo zagoriano, di grande risonanza, dimostri di far parte in prima persona anche il regista stesso.
Il successo di "Zagor", come anche di molti altri celebri fumetti dell'universo bonelliano, è emblema dell'importanza che hanno, per il pubblico di diverse età, serie con alle spalle una storica tradizione ma sempre inclini al rinnovamento, alla creazione di nuove avventure con un tocco di immaginazione e di fantasia, mettendo in luce l'alta qualità del fumetto italiano che, attraverso vicende e personaggi diventati leggenda, sa parlare al cuore dei lettori e nutrire il nostro bisogno di ascoltare storie.