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La notte del giudizio. La Purga per la legalità
In un futuro prossimo, i Nuovi Padri Fondatori degli Stati Uniti d'America hanno sancito che, una notte ogni anno, è permesso qualsiasi tipo di crimine, compreso l'omicidio, per lasciare che la popolazione si sfoghi in quella che viene definita "La Purga" (The Purge in originale). James, che ha avuto un enorme successo proprio grazie alla Purga, si barrica in casa per difendere la propria famiglia durante la notte dello sfogo. Ma non tutto fila liscio nel film diretto da James DeMonaco.
Ethan Hawke interpreta questo fanta-splatter con sfumatoure decisamente thriller e horror, ambientato in un futuro dove il perbenismo e l'ipocrisia sembrano regnare sovrani nella società. A quanto pare, tutti i problemi (disoccupazione, criminalità, povertà) sono statio risolti dalla notte della Purga, additando proprio la facciata perbenista della borghesia come colpevole delle piaghe sociali d'oggi. Lo sfogo della rabbia, dell'invidia e della frustrazione accumulate dientro la maschera della buona famiglia, permette un equilibrio che, da personale, diviene sociale, distendendo e appianando tutte le propblematiche relazionali ed economiche.
Lo spunto è molto intrigante, e propone una metafora crudele ma accattivante che risveglia la curiosità, come solo la fantascienza sa fare. L'incipit e la presentazione del film, che orientano lo spettatore sulle linee guida dove si muoverà la narrazione sono promettenti e appetitose, e creano una suspense degna di nota, anche grazie all'aiuto di piccoli espedienti che acuitizzano il senso di attesa per il dramma: il robottino di Charlie e le scappatoie amorose di Zoey rendono l'attesa piccante e aumentano le spine su cui ci troviamo per i primi minuti.
Dopo le premesse però, la sceneggiatura perde completamente le redini del gioco e si fa prendere la mano dalla foga dell'azione: ben presto l'azione diventa splatter, anche della peggior specie, e le ultime svolte narrative vengono investite dalla furia e perdono qualsiasi interesse. James DeMonaco non riesce a mantenere l'equilibrio tra suspense e azione, perdendo il controllo degli argini così ben costruiti per mantenere alto il livello di attesa e "fiato sospeso": gli scontri con i fucili, le pistole e le accette perdono sempre più credibilità e le maschere, così inquietanti inizialmente, divengono comiche e grottesche figure che perdono sangue da tutti i pori e vengono uccise in modo sempre più spietato. Peccato per un film che prometteva bene inizialmente, ma che manipola maldestramente gli strumenti propri del genere thriller e si perde in se stesso.