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Nuova Consonanza e Stradivarius presentano Ulysses secondo Esposito
Sabato 25 novembre negli spazi del Macro di Via Nizza a Roma è stato presentato l'appena edito CD di Patrizio Esposito dall'etichetta Stradivarius: insieme al Maestro Esposito, Andrea Pennacchi al bajan che ha eseguito musiche dal CD Resonating Body. Hanno introdotto Silvia D´Augello e Cristina Cimagalli, la prima pianista e la seconda docente di Storia della Musica al Conservatorio Alfredo Casella de L'Aquila.
Patrizio Esposito (classe 1960), ha registrato le musiche del CD al Teatro Poliziano nell'ambito del Cantiere d’Arte di Montepulciano insieme all'Ensemble Interface, specializzato per la musica contemporanea. Le partiture che sono state scritte datano dal 2010, come D’amor la vecchia canzone fino a composizioni dell'anno scorso, come la title track Resonating Body, While e nacheinander.
Dopo l'esecuzione dal vivo di una particolare versione di Petruška di Igor Strawinskij al bajan da parte di Andrea Pennacchi, che ci ha introdotto ritmicamente ai suoni del CD ed altri da composizioni precedenti di Patrizio Esposito, è stata Silvia D´Augello a presentarci il compositore, il musicista e l'approccio sinestesico che hanno condiviso insieme all'elettronica di fondo per il Voyage III che è seguito. D´Augello ci conferma come: "Ulysses di James Joyce è alla base di questo lavoro come ispirazione a tutto tondo per il processo compositivo. La corporeità è un fattore emblematico di Ulysses come di Resonating Body, a livello sia di percezioni sensoriali sia nella cinetica intrinseca dei suoni. La copertina a cura di Maupal poi rappresenta chiaramente un riferimento diretto a Molly Bloom, protagonista dell'ultimo capitolo del romanzo, che Esposito ci chiarirà.”
Esposito prende la parola e ci spiega: “Il titolo viene dall'assonanza con il capitolo 18° ed ultimo di Ulysses, dove la lingua diventa glossolalia (per glossolalia si intende: la pronuncia di ciò che può essere o una lingua esistente ma ignota a chi parla; o le parole di un linguaggio mistico sconosciuto oppure vocalizzi apparentemente privi di senso come quelli inventati da Artaud e che invece ne hanno uno a livello sonico, N.d.R.). Il mio rapporto con Joyce nasce lontano, circa una trentina di anni fa assistetti ad una lettura romana di A Finnegan's Wake (ultimo romanzo di Joyce, ai limiti della comprensibilità, N.d.R.) che è una sorta di continuazione di Ulysses, e che allora fu eseguita da John Cage: mi colpì tantissimo e mi rimase talmente impressa che maturò sicuramente già allora il processo che mi condusse a scrivere su ispirazione diretta di questo testo.”
D'Augello chiede alla Professoressa Cimagalli di spiegare meglio proprio Ulysses di Joyce e lei ci narra che: “Esposito ha voluto addentrarsi in questo bosco fitto di Joyce cercando di elaborare il sentiero letterario in modo musicale. Ci sono tanti suoni e citazioni musicali dentro il testo, come dall'aria “Là ci darem la mano”, citata però in modo volutamente sbagliato: “Voglio e non vorrei” al posto di “Vorrei e non vorrei”. D'altronde Molly Bloom è cantante lirica ed insieme a questo viaggio musicale nella musica colta vi è quello nell'onomatopea con la gatta che miagola, oppure Stephen Deadalus che nel suo percorso iniziatico dice di “chiudere gli occhi per vedere”, in un gioco sinestesico a spirale continua. “
Dopotutto i protagonisti di Joyce sono tutti flâneur che dipingono paesaggi sonori e, come dichiara Esposito: “Il movimento favorisce i pensieri, musicali e non, ed è il corpo a dargli adito a nascere”, potremmo quasi dire che i peripatetici musicali tracciano un sentiero amplificato che rivela durante la promenade il “colore” di una successiva dimensione, ascoltiamo ancora il M°: “In Voyage III, che trae ispirazione da Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne, questo è evidente: le immagini sonore sono così evocative che diventa per me naturale ripercorrerle. Il rapporto con la forma qui è legato anche alla sezione aurea, in un metaforica proporzione perfetta.”
Dopo aver ascoltato anche la Berceuse per bajan solo, dedicata alla figlia di Esposito e composta nel 1993 per il Festival di Castelfidardo, vi invitiamo ad ascoltare con attenzione l'intero CD per approfondire l'unione catartica tra il corpo sonoro, quello eterico e quello fisico, in cui si situa in posizione oscillante quel Resonating Body che vibrerà all'unisono con l'”ineluttabile modalità dell'udibile” del M° Esposito.