Ofelia non annega e vira sul rosso futurista

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ofelia non annega

Nell'ambito del Festival Fuorinorma, proposto e coordinato da Adriano Aprà, che ha debuttato giovedì 26 ottobre all'Off/Off Theatre con il film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, abbiamo visto sabato 2 dicembre al Teatro dei Dioscuri il film-performance di Francesca Fini Ofelia non annega. Il festival prosegue il suo programma di “Cinema espanso” ai Dioscuri sempre dal 2 all’8 dicembre ad ingresso libero e con tre mostre dedicate al cinema con il Premio Pasinetti, a Venezia ed una con le tele suggestive di Guglielmo Ciardi.

In questo habitat dietro il Palazzo delle Esposizioni siamo accolte dai sussulti dell'acqua intorno ai marmi della laguna, mentre veniamo trasportate fino alla sala cinema con accanto uno spazio apéritif con i calchi dolci del volto dell'artista, Francesca Fini, accompagnati da calici di prosecco, per inaugurare la proiezione di un film non film, un'esperienza in video che prima di tutto viene esperita culinariamente “mangiando” metaforicamente la testa e la “linguaccia” della performer.

Un film che è una rinascita: uno scrollarsi di dosso i vecchi valori, le paure, ed allo stesso tempo un approfondimento delle tematiche al femminile, storicamente coacervo di pregiudizi e visioni unilaterali, dove l'unilaterale è il maschile: quel maschile che ha condannato 77 donne negli anni '50 a crollare insieme alla scala di Via Savoia mentre facevano la fila per un posto di dattilografa, dicevano i cronisti:
Sostavano in fila sulle scale per accedere ad un lavoro che gli facesse comprare una borsetta nuova od un paio di guanti”. Quando quel lavoro probabilmente avrebbe sfamato l'intera famiglia, composta prima di tutto da uomini: marito, padre, fratello, figli.

La stessa dissacrazione che Tommaso Marinetti recita nel Manifesto Futurista:
NOI VOGLIAMO CANTARE l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.” Francesca Fini la fa esplodere tutto questo letteralmente dai tre colori che adopera più di tutti: il bianco acceante del nulla, del manicomio, della tela vuota; il rosso del sangue, dell'energia, del rossetto che camuffa e/o disturba se sbavato dopo un Parkinson autodindotto dalle scariche elettriche; il nero della pellicola antica dell'inizio – tutti i materiali di archivio sono stati forniti dall'Istituto Luce che ha prodotto il film dalla grana finissima – come dell'onnipresente nero kajal e mascara di un trucco pendant del tubino nero Chanel indossato nella rossa peregrinazione con quella macchina da scrivere che ricorda il mostruoso incidente occorso a ragazze e donne adulte in attesa di un posto di lavoro per vivere.

Ma Ofelia non annega è prima di tutto un film sul mancato suicidio di Ofelia: un'adolescente ed un'adulta che negano il profilo protervo di un Amleto finto pazzo e annichilente col suo rifiuto. Ofelia non impazzisce e non annega, farà annegare ed impazzire tutti quei Weinstein italiani che, preda della violenza, tenteranno di aggredirla: piuttosto canterà il Manifesto della Lussuria di Valentine de Saint'-Point, perfetta calibratura al femminile della possenza futurista di Marinetti nel medesimo impeto volto ad abbattere i “chiari di luna”.

Pubblicato in: 
GN6 Anno X 8 dicembre 2017
Scheda
Titolo completo: 

Fuorinorma festival di cinema espanso
Teatro dei Dioscuri
Sabato 2 dicembre 2017
h.19,30
Performance e aperitivo

ore 20,30
proiezione film OFELIA NON ANNEGA, regia Francesca Fini
produzione Istituto Luce Cinecittà
a seguire “Il caso Weinstein e il nuovo dibattito sul femminismo in Italia”

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