Oh dio mio! L'atto unico di Anat Gov al Teatro Vittoria

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Anat Gov

Al Teatro Vittoria di Roma è andata in scena in prima italiana Oh dio mio! atto unico di Anat Gov con Viviana Toniolo, Vittorio Viviani e Roberto Albin con la regia di Nicola Pistoia.Lo spettacolo è stato in cartellone dal 16 novembre 2011 al 4 dicembre; la recensione è riferita allo spettacolo del 3 dicembre.

Anat Gov è, tra le più apprezzate drammaturghe israeliane, è stata ospite del festival di Edimburgo con Care amiche, è anche autrice televisiva, giornalista e attivista de Il Campo della Pace. Queste poche note sono a nostro avviso utili al pubblico per comprendere il senso del testo in quanto la pièce è imperniata sull'incontro della psicoanalista Ella (Viviana Toniolo) con un misterioso personaggio, che ha insistito per avere un appuntamento, e che si rivelerà  essere Dio (Vittorio Viviani).

La pièce ha un ritmo incalzante ed è ricca dell'arguta ironia della tradizione yiddish, in cui, nelle storie, è presente il dialogo tra Dio e l'uomo. Una tradizione di origine biblica come ricorda l'episodio di Lot, che mercanteggia con Dio, il numero dei Giusti necessario, per evitare la distruzione di Sodoma e Gomorra. Un rapporto che non c'è nella religione cattolica, in quanto tradizionalmente i fedeli hanno l'abitudine di rivolgersi ai santi, alla Madonna e a Gesù come tramite e non direttamente a Dio.

Lo svolgimento dell'incontro scontro trai due è serrato e molto divertente e con levità espone alcuni dei quesiti irresoluti del rapporto tra l'uomo e il divino. All'inizio Ella pensa di avere davanti a sé un pazzo ma poi Dio riesce a convincerla ,non tanto con quello che definisce qualche trucco: tuoni e immobilità, ma perché conosce perfettamente i pensieri più intimi della donna che, abbandonata dal marito, da sola ha cresciuto un figlio autistico.

Dio è depresso e in cerca di aiuto  perché è insoddisfatto dei risultati della Creazione e ha deciso di porvi fine. Ella è laica, non ha mai chiesto nulla a Dio, ma ogni volta che si lamenta se la prende con Dio, come ebrea, rinfaccia, a Dio il trattamento che ha riservato al popolo eletto: tutte le persecuzioni culminate con la Shoah e infine come donna e gli rimprovera il destino riservato al genere femminile.

Dal battagliero confronto emergono le tutte le caratteristiche del Dio dell'Antico Testamento, è geloso ( primo comandamento..sono un dio geloso..) del fatto che ad Adamo non sia bastato il Paradiso Terrestre ma abbia voluto Eva. E naturalmente è anche vendicativo, inesorabile, nella sua schiacciante onnipotenza e sospettoso: mette alla prova Abramo e soprattutto lo sventurato Giobbe, un giusto che nulla aveva fatto di male. "Peccato !" osserva perfidamente la psicanalista che non ci sia una madre, in questo caso la terribile yiddish mame,  a cui addossare tutte le colpe.

Tutto questo  Ella rinfaccia a Dio che controbatte vigorosamente  ma si comprende che è in crisi di autostima; il motivo emerge a fatica, non si sente amato, è consapevole che l'uomo è oppresso dalla sua terribilità e ha deciso di astenersi dall'intervenire con violenza nelle vicende umane per farsi amare senza riuscire nello scopo. Se Dio ha compreso di amare l'umanità e che è l'amore è ciò che desidera dall'uomo, osserva amaramente Ella, i discendenti di Adamo nel loro delirio di onnipotenza hanno appreso e messo in pratica tutte le caratteristiche oscure della divinità e, usando la violenza, hanno rinunciato al dialogo e alla comprensione.

É impossibile non pensare che di Anat Gov non alluda alla tragica situazione in cui vive in cui dominano la sopraffazione e l'odio. La pièce termina con la Ella che dichiara il suo amore verso Dio, nonostante tutto e con la speranza rappresentata dalla parola mamma che finalmente il figlio di donna ( Roberto Albin)  dice.

Spettacolo godibilissimo nella sua arguzia agrodolce, si è avvalso della regia di Nicola Pistoia attenta all'incalzate del dialogo, dell'interpretazione di Viviana Toniolo, che ha dato vita ad una Ella dolce nella sua fragilità ma ferma e irresistibile nell'incalzare il suo interlocutore e quella di Vittorio Viviani, un Dio, contraddittorio e divertente ma anche un po' gigione nelle sue perentorie difese. Oh dio mio! Ha incontrato il favore del pubblico che ha riso e applaudito calorosamente sia durante lo spettacolo che al termine.

Pubblicato in: 
GN6 Anno IV 12 dicembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Teatro Vittoria - Roma

Oh dio mio!
di Anat Gov
traduzione e adattamento Enrico Luttman e Pino Tierno
con Viviana Toniolo, Vittorio Viviani e Roberto Albin
costumi Isabella Rizza
scene Alessandra Ricci
luci Gigi Ascione
regia Nicola Pistoia