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Oper Frankfurt. Dalibor, la Rivoluzione in seno all'Europa
L'opera piu' rivoluzionaria del compositore ceco Bedřich Smetana (1824-1884) è stata celebrata con una attualizzazione molto azzeccata e soprattutto realistica, nonché critica proprio di quello che è davanti all'Opera di Francoforte dove si è svolta, ovvero la BCE. Con la direzione straordinaria dell'austriaco di origini ungheresi Stefan Soltesz, la regista tedesca Florentine Klepper ha reso con sostanza politica, sincronizzandosi con perizia sulle vicende antiche del cavaliere rivoluzionario Dalibor, che dà il nome all'opera.
L'originale opera in tre atti Dalibor in lingua tedesca con il libretto a cura di Josef Wenzig ha avuto la sua prima rappresentazione il 16 maggio 1868 a Národní Divadlo (Teatro Nazionale), a Praga, diretta dallo stesso Smetana sul podio. Fu successivamente revisionata e tradotta in ceco nel 1870 da Ervín Špindler – narra di un cavaliere ceco, Dalibor di Kozojed, che guidò una rivolta a Ploskovice a sostegno del popolo oppresso dal re Ladislao II, re di Boemia sposato ad una Asburgo, e scelto proprio per la sua insita debolezza dai nobili che lo asservirono facilmente ai loro voleri. Nel 1498, in seguito alla ribellione, Dalibor viene imprigionato e condannato a morte: nell'opera di Smetana, Dalibor uccide il burgravio di Ploskovice per vendicare la morte dell'amico violinista Zdenek, ucciso in battaglia durante una di queste insurrezioni, dell'amico viene crudelmente esposta la testa. Il vero motivo per cui Dalibor verrà condannato alla prigione eterna senza poter rivedere la luce del sole è la sua rivolta anche verso il re Ladislao che lo conduce di fronte a Milada, sorella del burgravio e che reclamerà vendetta finché non si appassiona alle fervide e sincere parole del rivoluzionario, innamorandosene perdutamente. Milada lo libererà ma riusciranno a ferirla mortalmente mentre Dalibor si farà uccidere per raggiungere lei e l'amico in cielo.
Florentine Klepper ha scelto per la messinscena i moti contro l'austerità europea scoppiati proprio a Francoforte all'inaugurazione della nuova sede della Banca Centrale Europea nel marzo 2015: sono stati trasmessi in video dei filmati degli scontri che naturalmente non si riferiscono solo a quell'episodio che vedeva l'associazione anticapitalista Blockupy, Syriza, Podemos e almeno 10.000 manifestanti di varie voci politiche tra cui Ulrich Wilken e Werner Renz di Attac, ma piuttosto ad uno stato di fatto che fa ristagnare l'economia e crescere la criminalità proprio nei centri nevralgici dove circolano masse enormi di denaro che non raggiungono i piu' poveri ma producono malessere, ed il fatto che intorno alla BCE, all'Opera e ai grattacieli dei miliardi, vi sia un intero quartiere a luci rosse anche di giorno e nel centro cittadino, ne è la conferma. Durante lo spettacolo si vedranno anche altre scritte come “Fuck the system”, o “Wir sind 99%” ("Siamo il 99%"), con gruppi di punk e blackblok al di fuori del capannone del reality show – con una scena con una delle Femen - dove viene imprigionato il rivoluzionario Dalibor, e nella parte di presentatore e regista dello show dal vivo ci sarà proprio il re Ladislao, supportato dai lustrini e da una messe di telecamere e pubblico in studio diviso nel gesto ormai comune di “Like/Dislike” (Mi piace/non mi piace) di Facebook, ovviamente ai suoi comandi. Il tribunale televisivo porrà Dalibor sotto la sorveglianza delle telecamere H24 ma Milada, travestita da ragazzo come Leonora in Fidelio di Beethoven, riuscirà a liberarlo convincendo il secondino Beneš a fargli portare un violino come consolazione. La musica, come armonia e come liberazione, è un chiaro sottotesto simbolico poiché associata sempre ai rivoluzionari e qui ha raggiunto i suoi apici, correlandosi nella regia di Klepper sia alle voci, sia ai movimenti sulla scena, pienamente efficaci e significativi.
Le scene di Boris Kudlička, che ricostruivano vari interni televisivi corrispondevano compiutamente ai costumi di Adriane Westerbarkey, soprattutto per la falsità del re Ladislao interpretato in modo particolarmente credibile dal baritono canadese Gordon Bintner, eccezionale presenza vocale dalla flessibilità ed espressione che ben cangiavano nel personaggio del conduttore, dallo sguardo obliquo come un serpente in attesa della preda. Il tenore ceco Aleš Briscein era commovente e dalla presenza massiccia, sia attoriale sia vocale, specialmente commovente nei duetti con Milada, il soprano polacco Izabela Matuła, che interpretandola ha colmato il personaggio di una caratura drammatica molto coinvolgente e raffinata nella sua apertura vocale. Jitka, protetta di Dalibor, è un soprano americano dal nome italico di Angela Vallone che ci ha introdotto alla storia del rivoluzionario Dalibor; Jitka è l'amante del messo di Dalibor, Vitek, il potente tenore americano Theo Lebow che supporta l'amico nella fuga. Efficaci i video curati da Anna Henckel-Donnersmarck e Kai Ehlers, che hanno mandato in onda immagini sia di repertorio, sia riprese appositamente, per la real-tv interna allo spettacolo; ben dosate le luci a cura di Jan Hartmann.
Il Maestro Stefan Soltesz ha diretto l'Orchestra dell'Opera di Francoforte con decisa perizia, supportato da un suono unico e pienamente struggente fin dall'inizio: l'ouverture è stata un capolavoro, e la caratura wagneriana di tutta l'opera, in special modo mi ha ricordato i Meistersinger, con qualche puntata su Schubert e Liszt, rende quest'opera mitteleuropea facendole occupare un posto in prima linea, grazie anche al Maestro del Coro Tilman Michael, che ha fatto risuonare la sala delle distinte carature delle voci, tutte pienamente trascinanti fin dalla scena prima, chiamando Dalibor e presagendo la tragicità dell'epilogo.
Meritatissimo successo di pubblico per uno spettacolo ricco di spunti e di riflessioni, in particolare per noi Europei, in piena condivisione con la musica.