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Opera di Roma. Carydis debutta tra perle greche e quadri russi
Il direttore greco Constantinos Carydis ha debuttato a Roma al Teatro dell'Opera, venerdì scorso 23 marzo, per i Concerti con l'Orchestra presentati dal filosofo e musicologo Stefano Catucci. Due autori greci contemporanei, ovvero Periklis Koukos e Nikos Skalkottas saranno le perle alla cornice tutta russa con le due composizioni più celebri di Musorgskij: Una notte sul monte calvo e i Quadri da un'esposizione per orchestra.
Catucci ci presenta per primi i due compositori greci della serata: il ben famoso Nikos Skalkottas (1904-1949), compositore di primo piano sulla scena musicale classica e tradizionale greca insieme a Periklis Koukos (1960). Del primo, Skalkottas, scomparso prematuramente, viene presentata la composizione intitolata Quattro immagini, una suite di quattro movimenti dedicata al mare.
Il poema sinfonico del compositore russo Modest Musorgskij (1839-1881), Una notte sul monte calvo, reso celebre dal film animato di Walt Disney Fantasia (1940) nella versione rivista da Stokowski sulla partitura terminata e rimaneggiata da Rimskij-Korsakov nel 1886 (con la scansione programmatica seguente: Suoni sotterranei di voci ultraterrene; Apparizione degli spiriti delle tenebre, seguiti da quello di Čërnobog; Glorificazione di Čërnobog e celebrazione della messa nera; Sabba delle streghe; Al culmine dell'orgia la campana di una piccola chiesa di paese si ode in lontananza; Gli spiriti delle tenebre si disperdono: alba) aveva come titolo originario Le streghe, scelto da Mussorgskij nel 1867 ed era diviso in quattro sezioni: Riunione delle streghe; il Viaggio di Satana; Messa nera e Sabba. Il titolo odierno si riferisce a La notte di San Giovanni Battista sul Monte Calvo, cima che si trova in Ucraina il cui suo nome è Lysa Hora. Il compositore l'ha completato in una data particolare, il 23 giugno 1867, la vigilia della festa di Ivan Kupala, che coincide, secondo la teoria sincretica ed antropologica di James Frazer, con la Festa di San Giovanni Battista ed il solstizio d'estate: una festa pagana della fertilità tradotta in leggenda cristiano ortodossa.
L'esecuzione da parte dell'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma è stata molto attenta ai movimenti appassionati di Carydis che ha diretto con estrema precisione e coinvolgimento. La composizione malinconica In memoriam di Periklis Koukos (1960), con Vincenzo Bolognese violino solista, ha preso il posto del ridondante pezzo russo in cui i morti cavalcano nella notte per placarsi all'alba, come uno iato interiore verso un respiro assoluto e spirituale, aldilà del tempo cronologico. Periklis Koukos è stato maestro di composizione di Carydis ed è evidente dalla ricercatezza dei suoni il suo legato con la tradizione dell'armonia e del canto ortodosso.
Le Quattro immagini di Skalkottas sono chiaramente debitrici degli unflussi di Debussy ma anche di Schönberg come della tradizione greca coi suoi suoni folclorici, raffinatamente e trionfalmente tradotti nell'esposzione musicale. Immagini che si sovrappongono, quindi, in un dialogo costante tra tradizione e innovazione, naviganti negli stessi suoni.
La celebre trascrizione per orchestra di Maurice Ravel dei Quadri da un’esposizione di Modest Musorgskij concludono in sinestesia con gli ispiratori quadri di Hartmann la soirée musicale. Costruiti intorno ad una visita di Modest Musorgskij all’esposizione di quadri dell’amico Victor Alexandrovich Hartmann (1834-1873) morto a 39 anni, i Quadri di un'esposizione sono una composizione scritta per due pianoforti nel 1874 e che ha orchestrato per la prima volta Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov con profondo disappunto di Musorgskij, e di cui non si trova la trascrizione in circolazione, forse proprio per l’anatema di Musorgskij (sic!). L’orchestrazione di Maurice Ravel invece, composta nel 1922, fu eseguita nel 1929 per la prima volta, riscontrando un successo degnamente imperituro.
Il gioco dei Quadri, intervallati sempre da una Promenade (una “passeggiata”) che si arricchisce di volta in volta di variazioni differenti, sono debitori anche di Kandinskij, che ne trasse altrettanti quadri (sono stati una volta presentati “in animazione” nell'Aula Magna dell'Istituzione Musicale dei Concerti di Roma): possiamo quindi immaginare il meraviglioso percorso dei pulcini (Balletto dei pulcini nei loro gusci) per giungere fino a brani ridondandi come Il vecchio castello e Catacombae. I brani oscuri ed arcani come Gnomus, Bydlo, Samuel Goldenberg e Schmuyle e Cum mortuis in lingua mortua, - compreso il roboante barocco della Cabane briosa e feroce - vengono evidenziati da Carydis, attento alle gravità tipiche del russo come anche al colorismo ed al chiaro trionfalismo della Porta di Kiev: una lettura che ha trovato un pieno responso favorevole da parte del pubblico, trascinato dal fervore della sua direzione.