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Opera di Roma. Il fantomatico Elisir per tutti
Il Teatro Dell’Opera di Roma saluta con grandi applausi il 2023 entrante con L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti dall'11 al 15 gennaio: un’interpretazione classica e divertente di Ruggero Cappuccio con le scene di Nicola Rubertelli e le luci strabilianti e fluo di Vinicio Cheli per cercare di far riscoprire al pubblico il compositore in questione. La direzione musicale è del Maestro Francesco Lanzillotta.
«…Datemi un buon libro e vi darò una buona opera…», così scriveva in una lettera il compositore Gaetano Donizetti. Un ‘affermazione impropria, considerando il grande numero di opere da lui scritte prima del 1832, ma più che giusta poiché molti dei suoi lavori, benché riscuotessero grande successo, erano stati più volte penalizzati da un testo alquanto mediocre. Il libretto di Felice Romani fu quasi una sorpresa: una storia buffa, ma che aveva in sé anche degli elementi patetici; la storia del contadino Nemorino segretamente innamorato di Adina ovvero L’Elisir D’Amore, un’opera buffa in due atti.
La trama procede con l’arrivo del generale Belcore il quale, anche lui invaghito della bella contadina, le chiede di sposarlo. Adina, sorpresa dalla richiesta, chiede di poterci pensare poiché, attraverso il successivo dialogo con Nemorino, si scoprirà che l’amore fedele e duraturo non la soddisfa a pieno. Nel frattempo giunge al paese Dulcamara, un medico ‘fanfarone’ che afferma di possedere un elisir che fa innamorare. Nemorino, ovviamente, crede alle bugie del dottore e compra il magico filtro, ma la pozione non da i risultati sperati. Adina ha deciso, per fare un dispetto a Nemorino, di sposare il generale subitamente. Il secondo atto altro non è che un evolversi di quanto detto in precedenza fino alla rivelazione dell’amore di Adina per Nemorino.
L’intera opera, ambientata in una campagna indefinita (ma ben radicata nel pensiero del compositore come un paesaggio campano), è inserita dallo scenografo Nicola Rubertelli in un quadro scenico dove a prevalere è il colore bianco: un piccolo angolo di paradiso in cui ogni cosa è pura…esattamente come l’animo dei personaggi. La radice di tale ragionamento ha sede nella musica, quest’ultima, probabilmente di stampo mozartiano con riferimento a Zerlina e Masetto in Don Giovanni, possiede una linea melodica ben definita che sa ‘sposarsi’ perfettamente non solo con i versi, ma è sicuramente costruita al fine di caratterizzare i personaggi: un suono semplice e sempre allegro con non pochi momenti patetici (in riferimento all’aria “Una furtiva lagrima” - II, 7 - di Nemorino, interpretato dal bravissimo John Osborn, ormai conosciuto al Costanzi, sul quale il regista Ruggero Cappuccio ha preferito concentrarsi al fine di rendere lo spettacolo tanto ovvio quanto tradizionale.
Il personaggio di Adina (interpretata dall’eccellente Aleksandra Kurzak, è il massimo esempio di tale ragionamento: essa è una figura comica che invece di rappresentare un personaggio docile e devoto all’amore, si dimostra l’esatto contrario mantenendo quella furbizia tipica dei personaggi del teatro rossiniano. Ogni interprete, al fine che il pubblico meglio comprenda il linguaggio di Donizetti, deve presentarsi sul palco calandosi perfettamente nel personaggio evitando ogni caratterizzazione personale: in particolar modo il riferimento va a Belcore (un bravissimo Gezim Myshketa), ma soprattutto a Dulcamara. Non è un caso che il regista Cappuccio abbia scelto per tale personaggio Simone Del Savio, divertente e snodato nella parte.
Non brillavano l'Orchestra diretta da Lanzillotta ed il Coro di Ciro Visco, che hanno lasciato tutti gli applausi alle prime parti di Kurzak e Osborn. Il regista ha voluto, era evidente anche nella prima rappresentazione del 2011 e poi del 2014 sempre al Costanzi, porre maggiore attenzione al linguaggio musicale di Gaetano Donizetti soprattutto attraverso i suoi personaggi, riuscendo, così, a creare un Elisir d’amore piuttosto classico, ma davvero ben riuscito.