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Opera di Roma. L'Infanta sonnambula di Corsetti
Nel nuovo allestimento di Giorgio Barberio Corsetti va in scena al Teatro dell'Opera di Roma La sonnambula di Vincenzo Bellini, opera composta nel 1831 su libretto di Felice Romani, da domenica 18 febbraio fino al 3 marzo in una produzione in collaborazione con il Teatro Petruzzelli di Bari. La direzione è affidata alla romana Speranza Scappucci, che è tornata sul podio del Costanzi dopo avervi debuttato a gennaio del 2017 con il Così fan tutte di Mozart con la regia di Graham Vick.
Il classico passaggio tra infanzia ed età adulta rappresentato nell'opera, è reso da Corsetti alla regia e Cristian Taraborrelli per le scene, dall'apparente "downsized", ovvero riduzione (fisica) per tutto il cast, che si trova ad agire in una gigantica camera dei giocattoli dove i pelouche si animani e l'orsacchiotto deambula tra le casette di bambola. In questo senso, sembrerebbe proprio che Amina, la protagonista interpretata dalla bravissima Jessica Pratt che conosciamo - purtroppo era piuttosto bassa di voce nella prima parte e solo nella seconda ha preso il volo, soprattutto nell'aria finale “Ah, non credea mirarti“ - riprenda le sue dimensioni normali - lo notiamo dalla dimensione del mobilio - solo durante gli atti di sonnambulismo. La scena clou è quella di quando è trovata nella camera e sul letto del Conte Rodolfo, padre di Elvino, il promesso sposo - il bravissimo basso Riccardo Zanellato, in ottima forma nella parte dell'anziano. Su questo si potrebbe naturalmente speculare assai, come ha fatto appunto il fidanzato Elvino, - appena adeguato alla parte il tenore spagnolo Juan Francisco Gatell, che conosciamo da anni all'opera capitolina - che ora la rifiuta come sposa e le preferisce Lisa. Quest'ultima però incapperà nello stesso fallo, scoperta dalla madre di Amina, Teresa, che ha il fazzoletto di lei scovato nella stanza di Rodolfo che la corteggiava proprio la sera in cui è stata trovata Amina. L'ostessa Lisa è impersonata da Valentina Varriale, diplomatasi con “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma; anche Reut Ventorero (Teresa) e Timofei Baranov (Alessio) sono usciti, ed adeguatamente preparati, dallo stesso programma.
Mentre il dramma di ques'opera semiseria si scatena sul palco, gli sfondi animati di Gianluigi Toccafondo si colorano dei riflessi cangianti di ciò che succede sul palco, ravvivando quello che ci è sembrato, per Amina, un rifiuto di crescere - animato dal sonnambulismo - più che uno slancio verso l'amore. Poco lanciata era poi la direzione di Speranza Scappucci, che giudichiamo filologica come quella mozartiana di un anno addietro: altrettanto poco sincronizzata con l'Orchestra, che "eseguiva" la musica. Il Coro diretto da Roberto Gabbiani era mesto anch'esso, senza i soliti voli pindarici e godibili. La sala era piena, attratta dal famoso belcanto belliniano ed ha molto applaudito - con qualche fischio dal loggione - lo spettacolo.