Supporta Gothic Network
Opera di Roma. Pinocchio, il teatro musicale di Lucia Ronchetti
La nuova stagione, che si inaugurerà ufficialmente il 2 dicembre con Rigoletto, vede aprire una porta ai bambini con Le avventure di Pinocchio di Lucia Ronchetti, che approda nell'Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano dal 22 al 25 novembre. La "commedia strumentale per soprano en travesti e strunmenti solisti", è in corealizzazione con Romaeuropa Festival e Museo Nazionale Romano, e l’allestimento presenta la prima esecuzione assoluta nazionale e in italiano di questa operetta con la musica di Lucia Ronchetti ed i testi tratti dalla celebre favola di Carlo Collodi e tradotti prima in francese e poi in italiano per la rappresentazione a Roma. In questo allestimento dirige Matthieu Roy, e la voce del soprano sarà interpretata da Juliette Allen.
Ci fa molto piacere sapere che Lucia Ronchetti finalmente presenta una delle sue opere al Teatro dell'Opera di Roma, lavorando molto in Francia, dove ha appunto ricevuto la commissione per Pinocchio dall'Ensemble Intercontemporain che le ha permesso di presentarlo all'Opéra de Paris; ed in Germania, da Dresda, a Francoforte, a Mannheim, a Stoccarda.
Ascoltiamo dalla sua voce la presentazione della sua opera: " Per la prima volta l'Ensemble Intercontemporain ha scelto di commissionare non un'opera "pura" come d'uso, solo per strumenti ma un'opera di teatro musicale, con un soprano en travesti che fa la parte di Pinocchio e le voci singole degli strumenti a "recitare" gli altri personaggi. Indirizzato ad una platea di bambini, ho pensato bene di spogliarlo di qualsiasi cosa che non fosse assolutamente piu' che necessaria: cercando di evidenziare ogni strumento con una voce propria. Così Mangiafuoco è il gigantico contrabbasso, mentre il sagace e raffinato Grillo Parlante è interpretato dal violoncello. Anche se il target cui ho pensato e per cui l'ho scritto è di bambini, questa non è e non può essere, data la tragicità della novella di Carlo Collodi, indirizzata solo ad un pubblico di tenera età. Attraverso l'analisi che ne ha fatto Giorgio Manganelli, ho approfondito Pinocchio anche dal punto di vista linguistico, un registro che passa da un dialetto fiorentino schioppettante ad uno tragico, coadiuvato da un ritmo ben piu' gravoso e triste nelle scene piu' drammatiche come quelle con il Gatto e la Volpe che impiccano il burattino. E qui ho scelto di citare la meravigliosa versione di Edoardo Bennato dei due furfanti, la cui cattiveria non ha fondo ne compassione. Ho trovato molto difficoltoso dover tradurre prima in francese e poi in italiano l'intero libretto, ma questa seconda versione rende ancora piu' riconoscbili quelle che Artaud avrebbe definito "glossolalie" e che tanto hanno a che fare con l'influenza trasfusa su di me di Carmelo bene e del "suo" Pinocchio.Ho addirittura citato i Pink Floyd di One of These Days e naturalmente il lascito da Pierino e il lupo di Prokofiev è evidente, ma completamente reinterpretato. Pinocchio è una dura lezione per tutti come le fiabe antiche, che abbiamo bisogno di rileggere ogni tanto per attuare quella "mutazione" che ha "tradotto" Pinocchio da burattino in essere umano."