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Opera prima. A persian vampire alone in the night
Film di caratura e opera prima della regista Ana Lily Amirpour, il film A girl walks home alone at night ci rimanda subito all’eclettico ed indipendente film che Jarmush aveva presentato a Cannes, Only Lovers left Alive, di vampiri infatti si tratta, e di un clima, evidenziato dal bianco e nero, oscuro e d’atmosfera, dove i silenzi si susseguono, quanto gli sguardi si fanno penetranti.
La regista iraniana Ana Lily Amirpour, rocker nella vita e da poco trasferitasi a Los Angeles, ha costruito un film originale, che tesse, filo dopo filo, un quadro sempre più esatto dei protagonisti, sfumandolo però nell’essenziale. Sheila Vand gioca il ruolo della “Girl”, una ragazza in chador nero e lungo in giro tutte le notti. Una presenza inquietante che segue i protagonisti nelle loro case, una sorta di vendicatrice notturna con un codice d’onore a volte inesplicabile, eppure del tutto coerente con sé stessa.
A Bad City la ragazza incontra spacciatori, vecchi drogati, prostitute, ma soltanto quando incontrerà Arash - l'affascinante Arash Marandi - succederà qualcosa che si perde nel limbo del tempo e rende tutto possibile ai limiti del fantastico. L'incontro avverrà in una strada silenziosa in profonda notte ma illuminata a giorno dai lampioni che emanano una luce giallina come a conferire un calore verecondo a questo strano connubio tra una vampira vera ed una maschera di Dracula dai denti finti che indossa Arash. Lo stato disconnesso di lui la impietosisce e crea una forma di dialogo impercettibile, sussurrato dagli occhi: una maeraviglia per chi riesce ad interpretare e tradurre per sé l'indicibile.
Un’incantevole storia romantica e dark dalla colonna sonora che è un mix tra anni ’80 ed etnica, rendendoci quasi intellegibile il farsi (il persiano) attraverso suoni più dolci e tersi di ciò che ci aspettiamo.