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Orchestra Nazionale Giovanile Romena debutta con Mandeal a Santa Cecilia
L'Orchestra Giovanile Romena, diretta da Cristian Mandeal, ha debuttato all'Accademia di Santa Cecilia nella sua sala principale ed omonima il 18 luglio scorso, presentando un programma vivace e nutrito: al piano si è cimentata la solista Oxana Corjos con La Burlesque di Richard Strauss. L'Orchestra ha esordito con la Rapsodia Romena n. 1 di George Enescu, proseguendo con i Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij secondo la trascrizione per orchestra di Maurice Ravel.
Questa giovane Orchestra, composta da membri dai 17 ai 30 anni, è nata da un progetto privato supportato dalla Fondazione Amici della Musica – Serafin Antropov e dalla Lanto Communication, l'organizzazione è della Global Music Management; il concerto ha inoltre ricevuto il patrocinio del Ministero Romeno degli Affari Esteri tramite l’Ambasciata di Romania in Italia presente con l'Ambasciatrice Dana-Manuela Constantinescu (in sala), del Ministero Romeno per i Beni Culturali, dell’Istituto Romeno di Cultura di Bucarest e del Consiglio Regionale del Lazio. Il giorno dopo il debutto a Santa Cecilia, l'Orchestra è stata ospite del Festival di Ravello, presentando con Barry Douglas al piano il primo Concerto per pianoforte ed orchestra di Čaijkovskij.
A George Enescu (Liveni, 19 agosto 1881 – Parigi, 4 maggio 1955), è dedicato l'esordio dell'Orchestra ricco di vitalità integrale e animo pienamente di fine Ottocento - le due rapsodie romene, uno e due, sono state composte tra 1901 e 1902. Enescu si trasferì nel 1895 a Parigi per continuare i propri studi e conobbe l'ambiente musicale dell'epoca – notevole la sua carriera anche come direttore d'orchestra – e dopo la seconda guerra mondiale si stabiliì definitivamente nella capitale francese ed è infatti sepolto al Père Lachaise. Celebre il Festival Enescu a lui dedicato che annovera artisti come la Rundfunk di Berlino condotti da Janowski come la Staatskapelle con Barenboim; Fazil Say, le sorelle Labecque, Jordi Savall, in breve tutti i più importanti solisti e le orchestre maggiormente rilevanti a livello internazionale provenienti dal continente europeo. Quest'anno il festival si svolgerà per tutto il mese di settembre: dal primo al 28 compresi nei capoluoghi romeni, da Bucharest a Iași, Timișoara e Cluj.
La Rapsodia Rumena n. 1 in la maggiore op. 11 è essenzialmente una danza, che questi giovani musicisti diretti da Cristian Mandeal – che ha collaborato con le più grandi orchestre, dai Münchener ai Berliner, tanto per citarne due – hanno intessuto di vivace spontaneità, mettendo in rilievo tutto il portato timbrico e coloristico del brano. D'altronde questa rapsodia fu composta da Enescu a 19 anni e parte da una canzone folcloristica rumena che si intitola "Am un leu şi vreau să-l beau" (“Ho un leu e voglio spenderlo in un drink”, il leu è la moneta corrente romena, N.d.C.): prima più lenta, presto la melodia cresce di ritmo per diventare la danza cui ci riferivamo prima.
Il brano successivo è un'altra virata nel ritmo con vigoroso clamore: la Burlesque che Richard Strauss ha composto quando aveva 21 anni tra 1885-86, era in origine uno Scherzo in re minore, per piano e orchestra dedicato a Hans von Bülow, che si rifiutò di suonarlo giudicandolo ineseguibile e molto “lisztiano”, tanto che finì per dirigerlo e suonarlo Strauss stesso al piano con la Meiningen Orchestra di cui era assistente direttore all'epoca. Oxana Corjos, di Bucarest, al piano lo ha suonato dall'inizio ad una velocità impressionante, facendo letteralmente “zampillare” le note, per poi tradurle in una lirica di stampo brahmsiano cristallina e avvolgente. L'Orchestra – la cui parte fondamentale di risposta al piano, soprattutto in entrata ed in coda è evocata dai timpani – ha risposto perfettamente ed è risultata piuttosto potente nei passi ad ampio respiro.
I Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, scritti in seguito all’esposizione di quadri dell’amico Victor Alexandrovich Hartmann (1834-1873) morto a 39 anni, sono una composizione scritta per due pianoforti nel 1874 e che ha orchestrato per la prima volta Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov con profondo disappunto di Musorgskij, e di cui non si trova la trascrizione in circolazione, forse proprio per l’anatema di Musorgskij (sic!). L’orchestrazione di Maurice Ravel invece, composta nel 1922, fu eseguita nel 1929 per la prima volta, riscontrando un successo degnamente imperituro.
Il gioco dei Quadri, intervallati sempre da una Promenade (una “passeggiata”) si arricchisce di volta in volta di variazioni differenti; il meraviglioso percorso dei pulcini (Balletto dei pulcini nei loro gusci), per giungere fino a brani ridondanti come Il Vecchio castello e Catacombae. I brani oscuri ed arcani come Gnomus, Bydlo, Samuel Goldenberg e Schmuyle e Cum mortuis in lingua mortua, - compreso il roboante barocco della Cabane briosa e feroce - vengono alleggeriti, con qualche accento strano nell'andamento più grave, sebbene i legati sia alti sia gravi nel complesso sono buoni. Il finale roboante e barocco della Cabane briosa e feroce, si immortala ne La Grande Porta di Kiev.
Generosi sia l'Orchestra Giovanile Romena sia Cristian Mandeal, ci regalano ben due bis: il primo è il frizzante Preludio dall'Atto Terzo del Lohengrin di Wagner con la Marcia nuziale; il secondo bis è una delle più famose Danze rumene di Bartòk.