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Orfeo 9. L'opera rock italiana che sa di realtà
I due occhi allucinati e dipinti al contrario, al posto di quelli di Tito Schipa Jr ci guardano dal vinile, dal cd e presto (in primavera) dal dvd di Orfeo 9, l'unica opera rock italiana nata sul palcoscenico del Teatro Sistina il 23 gennaio del 1970 con un cast eccezionale e delle musiche scritte da Tito Schipa Jr e arrangiate dall'allievo di Bernstein, Bill Conti. Protagonisti Tito Schipa Jr nella parte di Orfeo ed Eva Axen come Euridice; eppoi Edoardo Nevola conprimario di Tito come Vivandiere; Renato Zero che recita la parte del Venditore di Felicità; Loredana Bertè e molti altri ancora.
Un'opera, quella di Orfeo 9, che riluce per testi e musiche: una varietà, una coerenza, un'omogeneità di pensiero nel libretto, ancora uniche e che, riversate digitalmente, conferiscono una resa eccezionale a tutta l'operazione che sarà ultimata in primavera con l'uscita in dvd ed anche affiancata da un progetto a sorpresa di Tito Schipa Jr. Alla eccezionale proiezione all'Azzurro Scipioni di Roma, che ha già dato spazio ad eventi di portata culturale elevata, erano presenti ed hanno introdotto l'anteprima Tito Schipa Jr., Edoardo Nevola, che ha intonato la canzone Pane pane, e fra il pubblico c'era Alessandra Celletti, compositrice e musicista contemporanea che ha amato quest'opera fin dall'uscita in film nel 1971, l'anno dopo l'esordio dal vivo al Sistina.
Registrata a Saxa Rubra quando ancora non c'era la RAI, a ridosso di una torre con una grossa A di Anarchia ancora visibile, Orfeo 9 è un'opera rock, ma anche pop, molto simbolica e sulla scia dei concept album progressive, racconta la storia di Orfeo ed Euridice rivisitata modernamente. La storia è quella della ricerca di “una ragazza che sa di realtà”: perché, come annuncia l'epigrafe in apertura del film, “la realtà è la più sublime delle visioni possibili”, e nella storia un illusionista prodigioso è colui che cerca di distrarre il protagonista, ingannandolo con l'offerta della felicità. L'illusionista, che offre l'inganno della droga come trampolino di lancio per la felicità, è Renato Zero (che detiene i diritti sulla sua immagine e che quindi in qualche modo rende più difficoltoso il percorso di diffusione, ed anche di un'eventuale messinscena ex-novo), che insegue il protagonista che ha appena perduto la ragazza di cui si è innamorato.
Nevola dice nell'happening dal vivo: “l'arte deve essere una carezza”, e come direbbe Bob Dylan immagino, anche un “graffio”, qualcosa che colpisce e sferza, come i due versi clou della canzone principale intonata da Tito Schipa Jr:
Ti amo perché sai di realtà
una frase incompiuta, una riga taciuta
Una dinamica che si svolge tra la città che è come l'inferno ed un luogo, una sorta di Eden perduto metaforicamente e all'improvviso nella ricerca, in quell'on the road che rievoca Kerouac, e la Pivano nell'avercelo tradotto oltreché conosciuto. Un fiume di parolem quelle di Tito, che si fermano sulle labbra di un cantore della libertà, di un progetto nato dalla mente spuria e innocente di alcuni ragazzi senza nessuna operazione malcelata: con tanti legami con la musica progressive di allora, dai Pink Floyd agli Who e al loro Tommy, come al succitato Bob Dylan di Then an Alley, che scoprirete meglio se leggerete meglio sul libro di Tito Schipa Jr, Orfeo 9 the making (edito da Zona).
Alle stelle ci credo
ma si vedono solo nello spazio dell'oscurità
Tito Schipa Jr insieme ad Ermanno Manzetti hanno voluto e svolto un lavoro di riedizione digitale di Orfeo 9 che vede balenare gli occhi di Orfeo dal vinile come un sogno nato sotto le stelle che, come Orfeo, spuntano nell'oscurità per risplendere di luce di realtà.