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Oscar 2013. Trionfano Argo e Vita di Pi
In diretta dal Dolby Theatre di Los Angeles, domenica 24 febbraio l'85° edizione degli Academy Awards ha visto trionfare il pluripremiato Argo, acclamata opera terza del sorprendente Ben Affleck, che ha sconfitto i veterani Ang Lee, vincitore però del premio per la miglior regia con Vita di Pi (vincitore di 4 Oscar), e Steven Spielberg, che con il suo Lincoln si è dovuto accontentare di quello per il miglior attore a Daniel Day-Lewis (il suo storico terzo) e per le migliori scenografie (Rick Carter e Jim Erickson).
La serata ha avuto come tema centrale la musica, omaggiata nelle sue varie forme con balletti e momenti canori di grande intensità: dal musical, con esibizioni tratte da Les Misérables di Tom Hooper, Chicago (2002) di Rob Marshall e Dreamsgirls di Bill Condon (2006), alle canzoni della saga di James Bond, celebrata in occasione del suo cinquantenario con le voci di Shirley Bassey e Adele (Oscar alla canzone Skyfall), passando per un omaggio ad opera di Barbra Streisand al grande compositore Marvin Hamlisch, scomparso il 6 agosto 2012.
I momenti comici, affidati all'estro di Seth MacFarlane - ideatore dei Griffin nonché regista di Ted, per l'occasione affiancato in video dalla spalla “d'onore” William Shatner - hanno scandito un'edizione in cui le vere sorprese erano state nella scelta delle nomination, in cui alcuni dei registi più acclamati degli ultimi anni – come Ben Affleck, Tom Hooper e Quentin Tarantino – si sono visti soffiare la meritata candidatura da ben più modesti colleghi, come David O. Russell (Il lato positivo – Silver Linings Playbook) e Benh Zeitlin (Re della terra selvaggia), nonché da un sopravvalutato Michael Haneke (vincitore con Amour del premio per il miglior film straniero).
Il riconoscimento alla carriera è andato, come da qualche anno a questa parte inspiegabilmente in sordina, al documentarista D. A. Pennebaker, allo stuntman, attore e regista Hal Needham Brett, a George Stevens jr. (figlio del grande regista), produttore, regista, fondatore dell'American Film Institute e a Jeffrey Katzenberg (Oscar umanitario), produttore e co-fondatore della DreamWorks SKG.
Fra gli attori, oltre al trionfo di Daniel Day-Lewis, che durante i ringraziamenti si è intrattenuto in un siparietto comico con Meryl Streep, portano a casa l'ambita statuetta la giovanissima Jennifer Lawrence per Il lato positivo (protagonista di una rovinosa caduta al momento di salire sul palco), Anne Hathaway, non protagonista per Les Misérables (film premiato anche per il miglior trucco e il miglior sonoro) e, per la seconda volta nelle ultime quattro edizioni, l'attore tedesco Christoph Waltz, non protagonista (non protagonista?) per Django Unchained di Quentin Tarantino. Quest'ultimo ha ritirato il premio per la miglior sceneggiatura originale, sottolineando nel suo discorso l'onore di riceverlo in un'edizione così ricca di grandi sceneggiature.
L'Oscar per la sceneggiatura non originale è andato a Chris Terrio per Argo, film che, con quello per il miglior montaggio (William Goldenberg), ha complessivamente ottenuto tre statuette. L'ultima, quella per il miglior film, è stata annunciata, per la prima volta nella storia degli Academy Awards, in diretta dalla Casa Bianca, dalla First lady Michelle Obama, segno di un profondo sostegno da parte dell'attuale presidenza nei confronti di una delle industrie americane più importanti nel piano di rilancio economico del paese. A ritirarla, i produttori Grant Heslov, George Clooney e un commosso Ben Affleck, sempre più al centro della nuova generazione di grandi autori americani.