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Palaexpo. Le seducenti città etrusche
La mostra Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città di Cerveteri al Palazzo delle Esposizioni durerà fino al 20 luglio; è frutto della collaborazione dell’Azienda Speciale Palaexpo con il Musée du Louvre-Lens, il Musée du Louvre, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
L'esposizione è arrivata a Roma dopo essere stata accolta dal Musée du Louvre-Lens. I molti curatori hanno scelto Cerveteri, una città ideale per illustrare il rapporto tra gli Etruschi e i Mediterraneo; infatti durante il primo millennio a.C. fu grande e opulenta, ebbe intensi scambi con le altre civiltà Mediterranee, in particolare con Greci e Fenici, e per questo ebbe un ruolo di primo piano in questo periodo storico.
La mostra ha come prologo i primi scavi che a Cerveteri cominciarono nel 1800, l'interesse degli scopritori si concentrò sul recupero degli oggetti senza prendere minimamente in considerazione né la loro disposizione, né il contesto. Un esempio illustre è la Tomba Regolini - Galassi, dai nomi degli scopritori, fu scavata nel 1836 e, dal fastoso corredo funebre, si comprese che si trattava di una tomba principesca. La creazione del Museo Etrusco Gregoriano ai Musei Vaticani tra la sua origine proprio per poter esporre il ricchissimo corredo funebre, di cui sono in mostra lo splendido bracciale d'oro e tre preziosi e raffinati oggetti in argento.
Di questa tomba si è già dato conto nei due articoli ad essa dedicati: lo studio accurato per una plausibile ricostruzione scientifica della disposizione degli oggetti nella tomba, la reinterpretazione e ricostruzione dei reperti riguardanti i carri e inoltre una installazione della realtà virtuale in 3D che permette una visita della tomba come si ritiene che sia apparsa agli occhi degli scopritori: l'Etruscanning.
Questa installazione, di cui si sono dotati i Musei Vaticani è stata replicata ed è fruibile all'inizio del percorso espositivo. Scavi furono anche effettuati dai proprietari dei terreni come il principe Ruspoli e il principe Torlonia, che nel 1845 donò una parte dei suoi ritrovamenti al Gabinetto delle medaglie della Bibliotèque nationale de France. La collezione più ricca di reperti, circa diecimila, fu quella del marchese Campana, che in seguito alle sue vicissitudini processuali con lo Stato pontificio fu messa all'asta e acquistata quasi integralmente da Napoleone III e dal 1863 esposta al Louvre.
La particolarità che rende la mostra un evento imperdibile non è solo nella quantità, quasi quattrocento reperti, e nella qualità, ma anche che siano riuniti per la prima volta da quando furono dispersi; provengono soprattutto da Villa Giulia e dal Louvre, ma anche da altri importanti musei. Questa circostanza ha permesso anche di mettere a confronto gli scavi ottocenteschi con le recenti scoperte nella città, nelle necropoli e a Pyrgi, il porto di quella che fu Kaiseraie per gli Etruschi, Agylla per i Greci, e Caere per i Romani.
Il confronto tra i reperti recenti e quelli ottocenteschi, tra l'altro può permettere di individuare la provenienza di questi ultimi, in quanto nella maggior parte dei casi è impossibile indicare l'esatta provenienza a causa della mancata descrizione scientifica. Un caso particolarmente fortunato è quello di un vaso di bucchero ora a Bruxelles, un frammento, che è la parte apicale mancante è stato trovato negli scavi del 2013 ed è ora a Villa Giulia, ha permesso non solo di individuare il luogo di provenienza ma anche il tema effigiato: i funerali di Achille pianto dalla madre Teti e dalle Nereidi.
La mostra prosegue seguendo un criterio cronologico, dai primi insediamenti villanoviani (XII-X sec.) alla fondazione della città (IX-VIII) di cui sono in mostra per la prima volta i vasi di tipo miceneo, provenienti dalle necropoli, fonti principali dei ritrovamenti di questi oggetti, che sono la testimonianza dei rapporti commerciali stabiliti, fin dall'inizio, con le altre popolazioni del Mediterraneo. Cerveteri, come molte città etrusche, venne costruita su una elevazione tufacea, una difesa naturale della città, distante solo sei chilometri, in linea d'aria, dal mare.
Le imponenti tombe a tumulo del VII secolo sono la testimonianza dell'affermarsi di una classe aristocratica predominante, arricchita dal commercio dei minerali, provenienti dai monti della Tolfa, Se la prevalenza degli scambi commerciali fu con Fenici e Greci, anche delle colonie italiche, testimoniati dai ritrovamenti di raffinati oggetti di origine fenicia e greca nei preziosi corredi funebri, non bisogna tralasciare che gli Etruschi esportavano anche vino e olio in Francia. I traffici commerciali portarono al controllo delle rotte marine e allo sviluppo della flotta.
Nelle necropoli di Cerveteri, infatti, sono stati trovati molti vasi di Corinto a attici anche di preziosa fattura come il cratere di Eufronio che raffigura la lotta di Eracle contro Anteo, ora al Louvre, che è possibile ammirare in mostra. Gli esponenti di questa opulenta classe sociale furono attratti non solo dagli oggetti ma anche dalla civiltà greca di cui adottarono, l'alfabeto, l'usanza del banchetto e del simposio e anche gli dei e i miti, come quello di Odisseo che acceca Polifemo, raffigurato nello splendido cratere di Aristonothos, presente nell'esposizione. Questo manufatto fu prodotto a Cerveteri dove erano giunti artigiani greci, probabilmente provenienti dalla Ionia a causa della instabilità politica e sociale nel VI e V secolo a.C..
Nella Tomba delle sedie, parzialmente ricostruita in occasione della mostra, è riprodotto, direttamente scavato nella roccia, il banchetto funebre con la tavola, le sedie destinate agli antenati, due statue che li rappresentano, sono in mostra, e i troni per gli sposi titolari della tomba. A questo proposito, se da un lato è molto positivo aver incluso nella mostra la ricostruzione virtuale della Tomba Regolini – Galassi, dall'altro è un peccato che non sia stato utilizzato lo stesso criterio divulgativo per il resto della mostra. Sfruttare uno spazio maggiore maggiore dell'edificio, evitando la sovrapposizione di più mostre, avrebbe consentito l'intera ricostruzione della Tomba delle sedie e facilitato la comprensione ad un pubblico, in larga parte non specialistico.
Se si aggiunge che l'ultima dissennata riforma scolastica ha fortemente penalizzato lo studio della storia antica, si avrà come conseguenza la quasi completa ignoranza delle antiche civiltà mediterranee nei più giovani . Per questo motivo indicare col nome greco gli oggetti va benissimo se ci si rivolge agli esperti, ma è contro producente per un pubblico meno consapevole che ignora la funzione degli oggetti. Come già avviene in alcuni piccoli musei della Toscana è necessario spiegare la funzione degli oggetti di uso quotidiano, utilizzando uno spazio maggiore.
Continuando nel percorso cronologico, il periodo successivo VI-V secolo vede l'affermazione delle città stato etrusche e una perdita di potere delle antiche famiglie a vantaggio di una nuova classe emergente. Lo sviluppo del porto di Pyrgi, centro dei traffici con il Mediterraneo e collegato da una strada ampia e dritta a Cerveteri, ha un ruolo fondamentale per l'arricchimento della città. In questa epoca si afferma una diversa tipologia architettonica delle tombe non più “a tumulo” ma “a dado” tutte uguali, anche se il corredo funebre è ricco come nel precedente periodo orientalizzante.
In questa epoca il cambiamento socio-politico si riflette negli edifici pubblici che si arricchiscono e impreziosiscono e si conseguentemente si sviluppa la scultura in terracotta. Sono in esposizione le pregevoli antefisse e frammenti delle fastose decorazioni del tempio di Vigna Marini Vitalini e di quelli di Pyrgi a sottolineare l'importanza e la centralità del porto. L'arte della terracotta è anche rappresentata in ambito funerario dallo splendido Sarcofago degli sposi, mai esposto precedentemente al di fuori del Louvre, recentemente restaurato e gemello di quello di Villa Giulia.
Il Sarcofago degli sposi, in cui uomo e donna sono sdraiati uno accanto all'altro testimonia il diverso ruolo delle donne in Grecia e in Etruria, le donne ateniesi, a parte le eteree- le escort di allora- e le musiciste, non partecipavano a nessun evento pubblico a differenza di quelle dell'Etruria, che partecipavano ai banchetti insieme agli uomini. A parte i buccheri esclusivi dell'artigianato etrusco, la produzione cerretana , della pittura vascolare e decorativa è di sicura derivazione greca, non solo perché vengono replicati i soggetti e le forme ma anche per la presenza di artigiani provenienti dalla Grecia (Ionia ).
La serie delle stupefacenti cinque Lastre Campana, conservate al Louvre, in mostra è una preziosa testimonianza dello sviluppo della pittura a Cerveteri. Gli stessi artigiani ionici crearono le splendide idrie, contenitori per l'acqua, ceretane, grandi recipienti per l’acqua con ricche decorazioni policrome. L'ultima parte della mostra è dedicata al V secolo e al rapporto con l'emergente potenza romana, la successiva annessione e progressiva romanizzazione di Cerveteri; di grande interesse il Sarcofago del Magistrato in pietra in cui il defunto è adagiato sul coperchio, secondo l'uso cartaginese, mentre i bassorilievi laterali celebrano il ruolo del defunto ed evocano il viaggio ultraterreno del defunto. L'imperatore Claudio scrisse la Tyrrhenika, prima opera storica dedicata agli Etruschi, di cui si era quasi completamente perduta la lingua e le usanze e che è disgraziatamente andata persa; gli ultimi reperti di epoca romana appartengono proprio a questo periodo. Per chi volesse approfondire il catalogo con i saggi dei diversi curatori e ricco di fotografie è uno strumento prezioso ed esauriente.