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Palazzo Cipolla. La maraviglia della Roma barocca in convivio
Tra i molti appuntamenti degli ultimi anni intorno al Barocco, la mostra di Palazzo Cipolla ancora in corso presenta una importante novità che ben si sposa con l'argomento, una serie di eventi satelliti dislocati nella città. Roma, del resto, è di per sé la manifestazione su scala urbanistica della concezione barocca.
Al Teatro Quirinetta, il 30 giugno e il 1° luglio si è tenuto il convegno internazionale di studi Lo spazio della Roma barocca: il paesaggio ideale e l'illusionismo. Organizzato da Fondazione Roma-Arte-Musei, Amici dell’Accademia Nazionale di San Luca insieme al Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma, prestigioso ente voluto da G.C. Argan, vede la partecipazione di studiosi italiani e non, esperti dl Barocco ma anche di altri settori artistico-scientifici del Seicento.
Il Convegno si è articolato in quattro sezioni - Il pensiero dello spazio; L'immagine dello spazio; Spazi in tre dimensioni; La quarta dimensione- che danno la misura di un fenomeno esteso non solo alle arti visive, ma all'estetica nel senso più vasto e profondo e al sistema di pensiero tutto, dalla grande svolta scientifica alla sfera spirituale ed emotiva.
Apre e chiude le due giornate il Direttore del Centro di Studi, Prof. Marcello Fagiolo, che ripercorre la storia degli studi sul Barocco, dall'alfabeto al discorso,“dalla A di Argan alla Z di Zevi”.
Partendo dai luoghi abitati da streghe e maghe nel racconto di Anselmi, le cui iconografie si modificano e si fondono nel corso del secolo, gli spazi si estendono alla “camera delle meraviglie”, anticipazione dei moderni musei della scienza di Athanasius Kircher, raccontato da Lo Sardo e Rak, erudito gesuita e proto-scienziato moderno il quale ci lascia suggestioni affascinanti su tutti i settori della conoscenza, dalla matematica alla musica, la luce e l'ombra.
Lo spazio a titolo del convegno offre una prospettiva non nuova negli studi sul Barocco, ma decisamente aperta, sempre rinnovabile. Il paesaggio non si accontenta di riprodurre pianure, città in lontananza, cieli e marine, ma si inventa (Strinati) espandendo il sensibile oltre il dato puramente terreno, tra illusione ed estasi. Guardare per conoscere e per immaginare.
La prospettiva, che nel Rinascimento aveva recato ordine al caos naturale, ponendo la visione dell'Uomo al centro del mondo, ora serve a immaginare l'infinito e ad illudere, disvelando a un tempo la fallacia dei sensi.
Lo spazio che si apre alla narrazione accoglie il tempo; è la dimensione del divenire che include il nostro presente allorché reinterpreta la propria storia. È il caso degli interessanti studi di Marder e Tabarrini che propongono una lettura delle architetture berniniane non più in chiave classicista, ma secondo una visione modernissima, in cui le diverse parti costituiscono un insieme complesso e dinamico sia sul piano strutturale che storico.
Il simbolismo profondo attraverso il quale si possono osservare le opere perfette di Borromini si declina su grande e piccola scala, raggiungendo una unità di senso che vive autonomamente in ogni dettaglio.
La musica policorale (Morelli) è il linguaggio che esalta l'armonia e il dinamismo del fenomeno barocco e ne esprime compiutamente la qualità sinestetica.
Sono la Spirale, il Tempo e l'Armonia i topoi scelti dal Prof. Fagiolo per racchiudere i temi dei due intensi giorni di riflessione. Una chiusura che è un ulteriore invito.