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Dalla fervida mente teatrale della coppia formata dal belga Dominique Abel e dalla canadese Fiona Gordon, nasce questo coagulato bizzarro di gag ed ironia sensibile e sottile: Parigi a piedi nudi, rivistazione non solo del titolo americano del 1967 A piedi nudi nel parco, di Gene Sacks con Jane Fonda e Robert Redford, ma anche nei contenuti, ovviamente "corretti".

Quindi non siamo a New York ma nella zona intorno alla Tour Eiffel parigina, dove campeggia una miniatura della Statua della Libertà regalata dal governo francese al Nuovo Mondo, e dove albergano letteralmente barboni e persone in passeggiata libera intorno al polmone verde del parco sito sulla Senna.

Ed è qui che si incontrano, per modo di dire, Abel e Fiona: ques'ultima parte dal ghiaccio canadese dopo l'ennesima folata di neve nella piccola biblioteca dove lavora, dopo aver ricevuto una lettera della sperduta zia ballerina ormai ottantenne e abitante a Parigi da quasi mezzo secolo. La zietta è scomparsa non si sa dove e la nipotona (ormai âgée anche lei) parte con zainone in spalla ed il Foxtrot di Shostakovich proveniente dalle Jazz Suites No. 1 che gli fa da marcetta di sottofondo nel métro parigino.

Presto lo zaino cadrà nella rive droite della Senna e lei si troverà senza soldi, casa o zia, completamente sola nella Ville Lumière. A questo punto sarà galeotto un buono pasto in un ristorantino lungo il fiume a far incontrare Fiona e Dom (che fa pensare anche a "dommage", danno in italiano), un barbone che ha trovato il suo zaino e sta approfittando del gruzzolo della canadese supernerd che se l'è perso cadendo nella Senna.

Grazie ad un altro valzer di Shostakovich incontreremo anche zia Martha, interpretata dalla recentemente scomparsa grande attrice francese Emmanuelle Riva - la sua carriera è costellata di registi d'autore come Alain Resnais, Pietrangeli, Salce, Bellocchio e Coppa Volpi a Venezia con Franju e la sua Il delitto di Thérèse Desqueyroux  nel 1962 -, insieme a Pierre Richard, che non ha bisogno di presentazioni.

Un film molto gradevole, sincero, divertente, su due brutti e supernerd che vivono la loro vita come gli pare, fregandosene amabilmente delle circostanze e della diplomazia, anzi, adoperandole e sfruttandole a loro favore, come in un teatro del quotidiano, e con un tocco bizzarro e gioioso alla Michel Gondry.