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Piero Barbareschi e Massimo Data. Vocalise in leggerezza
Un cd pubblicato or ora da Brilliant Classics con un duo molto particolare: fagotto e piano, dove il primo è interpretato da Massimo Data, e l'altro da Piero Barbareschi. Il titolo Vocalise riprende una composizione di Sergej Rachmaninoff per voce e pianoforte, trascritta per vari strumenti, tra cui piano e fagotto.
Il cd si può agevolmente dividere in due parti: spirito romantico e compositori del '900 riletti in questa chiave inedita, promossa dal duo di strumenti che si amalgamano dando voce ad un'esecuzione cameristica che accarezza per la levità, della realizzazione e della scelta.
Il cd viene aperto da Mendelssohn con il Lied ohne Worte (Romanze senza parole), 48 brevi brani per pianoforte composti tra il 1829 ed il 1845: la leggerezza della composizione ben si adegua alla raffinatezza del duo Data/Barbareschi, che vi aggancia subito i Fantasiestücke op. 73 di Schumann (I: Zart und mit Ausdruck, Delicato con Espressione; II: Lebhaft, leicht, Animato, Leggero; III: Rasch und mit Feuer, Rapido e con fuoco). I tre momenti, concepiti nel 1849, un felice periodo per il compositore che si trovava a Dresda come Direttore della corale "Liedertafel", di lì a poco però i moti anarchici lo faranno spostare in campagna. I tre “pezzi” (stücke), originalmente per violino o violoncello in alternativa al clarinetto, conservano nella riscrittura per fagotto la medesima coesione interna delle tre parti che lo formano e che hanno struttura eguale, con il da-capo, seguiti da una Coda. Un altro fattore che li lega è la tonalità di La: minore nel primo, Maggiore nel secondo e nel terzo. Di Schumann sono presenti anche le Drei Romanzen op. 94 (Nicht schnell; Einfach innig; Nicht schnell), sempre del 1849, concepite per oboe e pianoforte, di cui fu prevista una versione anche per violino e clarinetto. L'andamento oscillante tra rallentato e più fervido, ne mette in luce il carattere fantastico e multiforme, in cui è evidente il suono del fagotto.
In prima assoluta la Suite op.69 di Alessandro Longo (1864/1945), registrata per la prima volta in quest'occasione, è una composizione originale per fagotto e pianoforte che si divide in tre momenti: Andante con variazioni; Romanza e Vivace. Di rilievo sopraffino l'espressività del duo in questa tripartizione lirica, che mitiga tutti gli eccessi in un flusso continuo e dialogico tra gli strumenti, avvicinandosi a tonalità lievi senza mancare di intensità.
Il Concertpiece op.35 di Gabriel Pierné (1863/1937), compositore tardo romantico francese nato a Metz, tra i suoi maestri Massenet e Fauré, è originale per questo organico: fu scritto nel 1898 per un concorso ed è diviso in tre sezioni, con un inizio drammatico seguito da una sezione lirica; una parte cantabile al centro ed una brillante coda finale. Qui i suoni del fagotto e del piano vengono resi nella loro brillantezza e variabilità, come un gioco di perle di vetro, scambiandosi i colori nei riflessi più arditamente slanciati.
Ravel scrisse all'età di 24 anni (1910) la Pavane pour une infante defunte per piano, concepita come una danza ballata da una principessa ad una corte spagnola, una perla di assoluta purezza e leggerezza, incastonata tra i due tanghi di Astor Piazzolla, che sollevano audaci verso l'oblio nostalgico, Oblivion, oppure nei versi di Horacio Ferrer (1933-), scrittore e poeta uruguyano, che anni dopo che Piazzolla compose Libertango (1974) che chiude il cd, la mise in versi, di cui estraiamo questi, come omaggio all'esecuzione dei due Maestri che ci fanno desiderare di ascoltare la felicità della libertà nella profondità che emettono le loro note:
Mi libertad me sueña con mis amados muertos,
mi libertad adora a los que en vida quiero.
Mi libertad me dice, de cuando en vez, por dentro,
que somos tan felices como deseamos serlo.
La mia libertà mi fa sognare i miei amati ormai morti
La mia libertà adora i vivi che io amo
La mia libertà mi dice, di tanto in tanto, da dentro
che siamo tanto felici quanto desideriamo esserlo.