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PIIGS. Macroeconomia in breve: 95 ossi per 100 cani
Il docufilm di Mirko Melchiorre, Adriano Cutraro, Federico Greco trae il titolo dall'acronimo PIIGS, coniato dall'Economist per riferirsi ai paesi più in crisi o in un periodo economicamente instabile, in breve quei cinque paesi dell'Unione europea che hanno il nome di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Il discorso però si allarga perché ciò che è accaduto alla Nostra Bella Patria ed agli altri PIIGS (ovvero “maiali”) dell'Unione Europea in realtà coinvolge anche gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, la Francia, e gli altri paesi più “virtuosi” (sic!), risalendo alle politiche monetarie alla radice non solo delle crisi ma del suo feroce inasprimento.
La voce di Claudio Santamaria ci accompagna in questo viaggio autofinanziato alla ricerca tra i PIIGS in cerca di risposte che ancora non arrivano perché la crisi è ben salda al suo posto dal 2008 e tutte le politiche economiche si sono rivelate un fallimento, e non solo per i PIIGS.
Prima di tutto bisogna notare una realtà inderogabile: i PIIGS lavorano anche più ore dei colleghi teutonici, parlo dell'Italia per esempio, che annovera 1800 ore di lavoro annue; ecco le parole di Paolo Pagliaro da 9colonne: “L’Italia ha una durata annua del lavoro di 1800 ore contro le 1500 degli altri paesi, che significa il 20% di orario in più, che a sua volta significa 4 milioni di potenziali occupati in meno.”
Che cosa bisogna fare però in questo caso? Naturalmente la disoccupazione si ha quando le persone cercano lavoro per uno stipendio: il problema è retribuire i lavoratori, non è la mancanza di lavoro. In Bielorussia stanno risolvendo la questione con una tassa per i disoccupati che “non vogliono lavorare e fanno i parassiti della società”: ottimale, diremmo ironicamente, come se fossero i lavoratori a non voler lavorare; per questo rimando anche al film I, Daniel Blake di Ken Loach, che spiega come le politiche per il welfare stanno diventando, in tutta Europa, delle politiche anti-welfare, in cui il lavoratore – come già succede in Svizzera da anni – deve dimostrare di cercare lavoro ogni giorno, qualsiasi siano le sue condizioni di salute, a scapito di perdere l'unico indennizzo concessogli dallo stato.
Di economisti pagati per dire bugie come Milton Friedman durante il governo Bush, che viene ripreso all'inizio del film, è pieno il mondo ma un economista serio non vi dirà mai che il problema di uno Stato è il debito pubblico, ci spiega Warren Mosler, uno degli intervistati, insider finanziario ed esperto di sistemi economici: la crisi è prodotta non dalla scarsità di moneta – questione surrogata da Stephanie Kelton, economista e professoressa dell'Università del Missouri-Kansas City, che ha lavorato alla riforma della Federal Reserve – ma piuttosto dal non fornire sufficienti risorse per tutti, addossando le colpe all'individuo o ad una classe di persone “che non fanno abbastanza” per meritarsi l'”osso” ovvero la risorsa, il soldo. E fa un esempio facile facile: se in una stanza mettiamo 95 ossi per 100 persone, 5 persone rimarranno senza osso, invariabilmente. Indipendentemente dal fatto che siano meno o più allenati a “prendere” l'osso, cinque di quei 100 ne dovranno fare a meno.
Il problema non è il debito: il debito deve salire non scendere. L'austerità e la riduzione del debito hanno peggiorato le cose in Grecia e la politica d'austerità fa peggiorare qualsiasi economia e su questo tutti gli economisti sono d'accordo.
La moneta viene emessa da uno stato sovrano, spiega Stephanie Kelton, per i suoi bisogni monetari, ed è così che paga le banche: nel caso di disoccupazione, uno stato a bassa crescita economica può decidere di abbassare le tasse ed aumentare il debito pubblico utilizzando quella che Mosler e Kelton chiamano MMT Modern Monetary Theory.
Da uno dei più grandi linguisti e geniale analista dei sistemi sociali come Noam Chomsky, nel doc ascolteremo il leader politico di Syriza ed economista greco Yanis Varoufakis; lo scrittore engagé Erri De Luca; i giornalisti Paolo Barnard e Federico Rampini, il politico Stefano Fassina. Sullo sfondo una crisi reale a Monterotondo vicino a Roma: la cooperativa sociale di assistenza ai disabili Il Pungiglione dopo vent'anni rischia di chiudere e licenziare 100 dipendenti e di dover abbandonare tutti gli assistiti perché i fondi a lei destinati sono bloccati dallo scandalo di Mafia Capitale e quindi ferma qualsiasi erogazione. Di tutta l'erba un fascio, esattamente come le decine di partiti di stampo nazional-popolare (ricordiamo che nazismo è il diminutivo di Nazionalsocialismo, tanto per riesumare un po' la storia recente) che verranno a manifestare a Roma il prossimo 25 marzo in occasione del Consiglio europeo per i 60 anni dai Trattati.
Per fortuna Roma sarà anche attraversata dai cortei organizzati da “La nostra Europa”, una rete di associazioni e reti italiane ed europee di cui fanno parte anche Arci, Cgil e Legambiente. Yanis Varoufakis, pronto a lanciare il primo partito transeuropeo, sarà accompagnato da Ken Loach; insieme arriveranno il cofondatore di Podemos Juan Carlos Monedero, il vicepresidente del parlamento spagnolo Marcelo Exposito, la verde tedesca Ska Keller. A rappresentare l'Italia, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.