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Pisa. Cembali in trionfo con Ton Koopman
Splendido inizio di stagione mercoledì 18 ottobre al Teatro Verdi di Pisa con il concerto inaugurale del ciclo “I Concerti della Normale”, giunto quest'anno alla cinquantunesima edizione. Un'edizione nel segno del rinnovamento, non solo della veste grafica delle schede di sala e nella diversificazione delle sale utilizzate, ma anche e soprattutto nello spirito e nelle idee che hanno prodotto un cartellone articolato e ricco di interessanti proposte artistiche.
Senza dubbio artefice di questo cambiamento il nuovo direttore artistico, Carlo Boccadoro, che da quest'anno prende il ruolo ricoperto dal 2013 al 2017 da Jeffrey Swann. Lo stesso Boccadoro, che durante la stagione curerà personalmente anche la presentazione di buona parte dei concerti previsti, comparso in palcoscenico prima dell'inizio del concerto per presentarsi e ringraziare il pubblico per la partecipazione, ha sintetizzato con poche ma efficacissime parole una visione della musica e del fare musica che ha rappresentato, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, dominato da incertezze ed inquietudini, un messaggio di positiva speranza. Prendendo ad esempio quanto sarebbe stato ascoltato nella serata e le modalità dell'esecuzione, una compresenza di antagonisti che in realtà tali non erano ma tutti egualmente protagonisti, ha auspicato che questa possibilità di dialogo non conflittuale ma portatore di sensazioni positive come solo la musica può donare, potesse essere di ispirazione ed esempio anche per la vita di tutti giorni, in quel mondo reale dove siamo calati e che quotidianamente ci propone invece conflitti ed incomprensioni.
La musica, appunto. In queste righe dobbiamo descrivere in qualche modo quanto è stato presentato. Un programma spettacolare, senza timore per l'aggettivazione. Ton Koopman, artista che non necessita presentazioni e che rappresenta un punto di riferimento mondiale per la prassi esecutiva barocca, ha regalato al pubblico che ha affollato in ogni settore il Teatro Verdi un programma affascinante e senza dubbio di raro ascolto per come strutturato.
Insieme a pochi ma eccellenti musicisti membri dell'Amsterdam Baroque Orchestra, il suo ormai leggendario ensemble fondato nel 1979, ha infatti eseguito di Johann Sebastian Bach il concerto per due clavicembali BWV 1060, i due concerti per tre clavicembali BWV1063 e 1064 ed il concerto per quattro clavicembali BWV1065. Oltre a questo trionfo sonoro della sonorità dei cembali solisti, anche sue due trascrizioni, prendendo a modello quanto fatto da Bach, di due concerti di Vivaldi per quattro violini tratti dall'Estro Armonico anch'essi per quattro clavicembali ed archi.
Svelato il programma potrà risultare più comprensibile quanto detto all'inizio dal direttore artistico: forme strumentali nelle quali l'ascoltatore è rapito e travolto dallo scorrere in apparenza inesauribile di dee musicali fra i tre o quattro solisti, uno dei quali costantemente lo stesso Koopman, che in realtà tali non sono, poiché trattati ognuno con parti di eguale dignità ed importanza.
Ecco allora che le splendide idee musicali e la sempre stupefacente capacità bachiana di trattare le forme ed il dialogo strumentale sono stati rappresentati dagli esecutori in maniera impeccabile, sostenuti in maniera altrettanto impeccabile dalla sezione degli archi, ridotta alle parte reali, con due violini, viola, cello e basso.
Sia nelle sezioni più mosse così come nei poetici adagi, sia nella strutturazione più severa bachiana così come nella maggiore levità e e gioiosità delle pagine trascritte da Vivaldi, gli esecutori hanno trasmesso una reale gioia di fare musica, comunicata, come abbiamo già scritto in altre occasioni in cui appariva in egual misura, non solo con la perizia dell'esecuzione, ma anche con il visibile piacere trasmesso dai volti sorridenti ed appagati.
Efficace anche l'idea di lasciare accese le luci del teatro durante l'esecuzione, creando pertanto una sensazione di maggior coinvolgimento del pubblico senza la separazione creata dal buio in sala rispetto al palcoscenico illuminato, in perfetta aderenza con lo spirito delle composizioni, nate non certamente per sale da concerto ma per ambienti senza dubbio lussuosi e raffinati come i saloni da musica delle corti europee (ed in questo senso il contorno del Teatro Verdi riportato all'originale splendore anche nelle decorazioni del soffitto poteva reggere il confronto). Superfluo forse ricordare come anche l'impatto visivo dato dalla presenza di quattro sontuosi cembali fiamminghi sul palcoscenico, cosa oggettivamente rara, rapprentasse anch'esso un elemento ulteriore di decorazione e valorizzazione dell'ambiente permeato dalla splendida musica bachiana.
Programma di raro ascolto ed esecutori eccellenti. Serata piacevolissima. Come sempre in queste occasioni quando il piacere altera la cognizione del tempo che scorre, terminata troppo velocemente e col desiderio di riascoltare ancora qualcosa. Desiderio esaudito in questa circostanza da Koopman con il bis del travolgente ultimo movimento del concerto Bach-Vivaldi per quattro cembali.