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Pisa Concerti della Normale. Archi in battaglia di Onofri
Può capitare, raramente in verità, che un'occasione di ascolto si trasformi in un'opportunità di vivere una straordinaria esperienza emotiva, e di assaporare la consapevolezza di aver condiviso, insieme ad altri fortunati, un momento magico per coinvolgimento e bellezza. È accaduto a Pisa, nello splendido Teatro Verdi, in occasione del concerto inaugurale della quarantacinquesima stagione dei Concerti della Normale il 18 ottobre scorso.
Protagonisti della serata l'European Union Baroque Orchestra con Enrico Onofri violino e direttore. Non è difficile costruire un piacevole programma barocco. Proporre autori barocchi in concerto è garanzia di successo, ma in quest'occasione l'intelligenza del direttore ha creato un percorso, con il titolo “Archi in battaglia” nel quale l'ascoltatore è stato condotto per mano esplorando territori che partivano da autori come Castello, anello di congiunzione fra il linguaggio rinascimentale e le nuove prospettive ritmiche e formali barocche, sino a Geminiani, passando per Scheidt, Vivaldi, Corelli, Telemann.
L'ensemble si è dimostrato sicuro e gioiosamente disinvolto nell'affrontare i problemi di assieme ed intonazione che i brani presentavano. All'inizio del concerto, nella “Canzon decimasesta a quattro” di Castello, il pubblico ha accolto con un attonito e stupito silenzio un pianissimo ai limiti dell'udibilità, eppure perfetto nell'intonazione e colore strumentale, raramente ascoltabile in esecuzioni dal vivo.
Altrettanto efficaci le dinamiche esasperate nella Symphonia e Battaglia di Scheidt, nella quale una caratteristica propria del linguaggio barocco, che ha peraltro dato titolo al concerto, l'alternanza a fini espressivi di strumenti in dialogo serrato, si è svelata con apparente facilità ma in realtà frutto di grande armonia nella visione musicale.
Terminate le esecuzioni di questi autori che rappresentano l'inizio dello sviluppo della scrittura barocca, è apparso nello splendore della Venezia del '700 il Concerto Grosso in re minore per due violini dall'Estro Armonico di Vivaldi, un torrente tumultuoso di note nel quale è emerso, ma non solo in questo caso, la bravura di Onofri nell'esporre e fiorire le frasi vivaldiane, con fraseggio sicuro ed intonazione impeccabile.
Interessante nella seconda parte l'esecuzione, collocando gli esecutori su un palchetto laterale, del Concerto in sol per quattro violini senza basso di Telemann, composizione intima, realmente cameristica, eseguita con grande precisione.
Al termine del concerto la versione di Geminiani dello straconosciuto all'epoca tema della “Follia”. In questo caso veramente straordinari tutti gli esecutori nell'esposizione del tema e variazioni, esaltando di volta in volta la veemenza ritmica, lo scambio di frasi, i virtuosismi degli archi contrapposti al continuo. Anche in questa occasione provoca stupore fra il pubblico per la precisione e la disinvoltura nell'esecuzione anche dei passi più impegnativi.
Scontata la richiesta di bis dopo ripetute entusiastiche richieste, assecondate con l'ultimo movimento del Concerto in la minore per due violini dall'Estro armonico di Vivaldi, e del finale della straordinaria Battaglia di Von Biber. Applausi calorosi, volti sorridenti all'uscita. Quanto di meglio ci si può augurare in occasioni come questa. Noi l'abbiamo vissuta.