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Quartetto DuePiùDue. Il flauto cameristico di Cambini
Il Quartetto DuePiùDue ( Stefano Parrino, flauto, Francesco Parrino, violino, Claudio Andriani, viola e Alessandro Andriani, violoncello) propone in un doppio CD Brilliant sei quartetti con flauto di Giuseppe Cambini offrendo un ottimo esempio dello stile e dell'ispirazione dell'autore.
Giuseppe Cambini (1746/1825), autore toscano di origine ma vissuto e forse morto in Francia a Parigi, fa parte del numeroso gruppo di autori contemporanei a Mozart, vivendo quindi, per lo meno fino a quando la fama del Salisburghese non si appannò, quella situazione di continuo paragone e spesso di minore considerazione agli occhi della critica e del pubblico per “l'invadenza” e geniale qualità della produzione mozartiana. Ciò nonostante, come accaduto per altri autori, il suo catalogo della produzione in particolar modo cameristica è ricchissimo ed articolato (più di cento quintetti, 150 quartetti, più di trecento fra trii e duo...), dimostrando una perizia ed una vena creativa di assoluto livello.
Cambini come detto visse in Francia ed a Parigi in particolare il periodo più importante della sua vita artistica, in una città dove sia la produzione cameristica che strumentale (non va trascurata nel repertorio cambiniano anche la presenza di una novantina di sinfonie di cui 82 concertanti...) era richiesta ed apprezzata ma che doveva anche avere requisiti qualitativi adeguati al gusto ed alla sensibilità del pubblico.
Sn dall'ascolto della prima traccia il quartetto DuePiùDue dimostra di aver scelto una cifra interpretativa improntata ad esaltare lo stile garbato e raffinato dell'autore, sottolineando lo scorrere delle frasi e l'elaborazione delle idee musicali senza enfasi concedendo all'ascoltatore di gustare con serenità una musica che si dipana con levità e con autentico spirito cameristico.
Tornando a paragoni “importanti” con autori contemporanei, la scrittura e la resa di questi quartetti, senza dubbio grazie anche all'accurata lettura degli esecutori, può senza problemi reggere il confronto con analoghi brani di Haydn. Tutti e sei suddivisi in solo due movimenti, non seguono uno schema rigoroso nella successione, utilizzando, dopo il primo movimento sempre “allegro”, la forma del rondeau, del minuetto o del tema con variazioni, nei quali è possibile agli archi emergere con sezioni più in evidenza nel dialogo continuo e paritetico con il timbro del flauto, peraltro sempre molto curato e piacevole (utilizzando intelligentemente un flauto traverso in legno), per esempio nel tema con variazioni del Quartetto in sol T149. Ottima la presa di suono e l'equilibrio generale.