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La regola del gioco. La verità a tutti costi
Il film La regola del gioco, tratto da una storia vera, è diviso in due: una prima parte un pò frettolosa ma ritmata dalla sapiente M.D.P. di Michael Cuesta (Homeland) che fa riecheggiare Tutti gli uomini del Presidente; e una seconda più introspettiva e politica. Si tratta della storia di Gary Webb (Jeremy Renner), giornalista del San Josè Mercury News, premio Pulitzer 1992, che per primo pubblicò un articolo sul convolgimento del governo Usa, tramite la CIA, in un enorme traffico di cocaina in cambio di armi per supportare i Contras in Nicaragua.
Cuesta ha raccolto l'eredità del cinema di Alan Pakula che scandagliava fino al parossismo le logiche del potere e gli intrighi feroci che ne conseguono. Che cosa sono la CIA e l' FBI? E come agiscono realmente? A questo filone e a questi quesiti cerca di rispondere il regista che, alternando materiale di repertorio, coniuga magistralmente il dramma umano di Webb con il tessuto sociale che lo circonda, facendone scaturire un'opera che fa cronaca riportando alla luce un episodio cardine della corrotta amministrazione Regan.
Scavando nel nostro inconscio collettivo ormai assopito e narcotizzato da troppi scandali, ne scaturisce un lavoro profondamente politico che evita il sensazionalismo, sempre asciutto e rigoroso dove il Nostro, come un navigatore consumato, evita i marosi dell'ovvietà coadiuvato da un magistrale Jeremy Renner (The Hurt Locker), ora scaltro ora candido: l'uomo della porta accanto, uno qualunque che diventa un eroe suo malgrado, aiutato dalla sua inadeguatezza e dal suo fiuto giornalistico.
Jeremy Renner, un attore che continua a stupirci di volta in volta con la sua recitazione in chiaroscuro di cui non ci dimenticheremo facilmente. Gary Webb scopre che la dilagante serie di decessi per crack nei ghetti di Los Angeles South è legata alla CIA. A questo punto scrive una serie di articoli dal titolo emblematico: "Dark Alliance", soffiando la notizia al New York Times e al Washington Post, ottendendo la nomination come giornalista dell'anno. Ma quando si osa troppo ci si brucia e si mette a repentaglio la famiglia e la proprio vita e La regola del gioco è che non esistono regole. Finirà emarginato e "suicida" nel 2004. La morale di questa vicenda è che la politica domina l'informazione o nel migliore dei casi ci va a braccetto. Bisogna scrivere la verità a tutti i costi? Questa la domanda di fondo.