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RIFF 2015. La vetrina indipendente cresce
Sette anni per due! La XIV edizione il RIFF- Rome Independent Film Festival-, dall'8 al 15 maggio, non mostra alcun segno di crisi. Al contrario si ripropone con maggiore vitalità, come vetrina ampia e rappresentativa delle nuove tendenze cinematografiche, ma anche piattaforma di diffusione e di scambio per quelle produzioni giovani e di qualità non ancora visibili. L'intento è chiarissimo: “Rinnoviamo ogni anno lo sguardo sul mondo che cambia”, sono le parole del direttore artistico Fabrizio Ferrari.
Le proiezioni trovano una nuova e più grande sede ufficiale al Cinema Space Moderno, pur mantenendo la sede storica al cinema Nuovo Aquila; momenti di riflessione sul cinema indipendente si sono tenuti nelle ambasciate, negli istituti di cultura internazionale e nelle Biblioteche di Roma. Un'attenzione all'identità di genere si esplica nell'assegnazione del Teddy Award di Berlino, premio riservato alle pellicole sul tema LGBT.
La varietà e la sperimentazione sono i tratti distintivi delle opere presentate nelle diverse sezioni - lungometraggi, cortometraggi, documentari nazionali e internazionali, corti di animazione, serie, corti delle scuole di cinema e altri film fuori concorso - e degli eventi dislocati in diversi luoghi della città, occasioni di incontro per ospiti internazionali, autori famosi ed emergenti, con un pubblico curioso e vario per età ed interesse. Il rapporto con gli spettatori, dal giovane studente al critico navigato, infatti, è un altro punto a favore del RIFF: i registi e le troupes incontrano il pubblico instaurando un dialogo e accendendo atmosfere ricche di stimoli.
Come è accaduto ad uno dei corti più attesi, Burlesque. Storia di donne della giovane giornalista e scrittrice Lorenza Fruci, un documentario tanto sfarzoso negli costumi e nei trucchi delle protagoniste quanto ricercato e maturo nello stile filmico, dove reginette italiane di un genere di spettacolo ammiccante e colorato raccontano senza retorica la “svolta” della propria vita.
I corti italiani, che in barba ai luoghi comuni, si distinguono per originalità e livello professionale, promettendo un futuro ricco di sorprese per il cinema nazionale, si cimentano sui più svariati temi, coniugando l'intrattenimento puro con l'attenzione per il reale; è il caso del corto fuori concorso Gas station, di Alessandro Palazzi, che in un tono quasi onirico, ci costringe ad osservare due immigrati che erogano la benzina di notte ai self-service; oppure il tragicomico La paralisi di Gianni Costantino, dove una coppia di disoccupati chiede al padre pensionato, ma ancora pieno di vita, di fingersi malato per ottenere la pensione di invalidità. Non mancano inediti sguardi sulla storia europea come il duro ed elegante Child K; o anche una riflessione semiseria sul linguaggio filmico con L'uomo di pietra. Un genere in fortissima espansione, la serie, lascia ancora spazio a sviluppi inaspettati: Emergency Exit è una road-series sulle storie di giovani italiani emigrati all'estero in cerca di un futuro.
Che il cinema si sia espanso è un fatto; il RIFF non solo ne è consapevole, ma contribuisce a farlo crescere. Sotto alla dicitura indipendente si raccolgono i fermenti più interessanti spesso esclusi dallo showbiz per una sorta di miopia produttiva e distributiva, a cui questo intraprendente festival intende mettere gli occhiali.