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Roma Cinema Fest 2014 Gala. The Prophet di Gibran. Nella terra di Orphalese
Dalla collaborazione di dieci registi è nato un capolavoro dell’animazione tratto da un libro ormai celebre: Il profeta di Khahil Gibran. Presentato fuori concorso nella sezione Gala ed Alice nella città (passato però prima a Cannes nella sezione ufficiale), è frutto di un connubio di quattro nazioni piuttosto distanti fra di loro: Canada, Stati Uniti, Libano e Qatar. L’autore del libro dal quale è tratto il film, ossia Gibran, è nato in Libano nel 1883, in realtà però ha conosciuto soltanto la vita americana, in quanto la sua famiglia si è trasferita a New York due anni dopo la sua nascita.
Il capolavoro di Gibran è l’opera omonima che dà il nome al film animato diretto dai registi: Rogers Allers, Gaetan e Paul Brizzi, Tomm Moore, Nina Paley, Bill Plympton, Joann Sfar, Michal Socha, Joan C. Gratz e Mohammed Saeed Harib. Prendendo come idea di partenza il libro di 26 sermoni che Gibran ha pubblicato nel 1923 e che non è mai uscito fuori stampa – un bestseller tradotto in oltre 20 lingue diverse – e focalizzandosi su alcuni temi essenziali che partono dalla storia di Kamila (il nome viene dalla vera madre di Gibran) e Almitra, sua figlia, che vanno a trovare Mustafa, il poeta confinato vicino al villaggio di Orphalese in quanto i suoi scritti sono accusati di istigare la gente alla sommossa.
A guardia del rifugio-prigione di Mustafa si trova Alil, innamorato di Kamila ma piuttosto imbranato, fornirà il nobile spunto a Mustafa per proferire sagge parole sull’amore, mentre Almitra, la figlia di Kamila che ha perduto la voce con la morte del papà, sarà lo stimolo per proferire sul legame indissolubile ma improntato sulla libertà, tra genitori e figli, citiamo: “I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie dell’ardore che la Vita ha per sé stessa. Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi, e non vi appartengono benché viviate insieme. “ Altre perle di saggezza riguarderanno il matrimonio, il lavoro, ma soprattutto la libertà, la verità e la morte, poiché seguendo effettivamente il libro, il film condurrà alla disamina delle condizioni di prigionia di Mustafa, amato e seguito dalla gente di Orphalese, al quale viene richiesto, sulla scorta di Giordano Bruno, di abiurare i suoi scritti per riavere la sua vita e la sua libertà.
Film godibile e piuttosto coerente con il libro di Gibran, e indirizzato ad una vasta platea, è fruibile in modo semplice e non presenta nessuna particolare controindicazione, stimolando invece ad una lettura approfondita del libro.