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Roma di Émile Zola. La città eterna imprigionata nei dogmi della Chiesa
Nella storia della letteratura francese ed europea il naturalismo, durante l’Ottocento, si configura come una corrente letteraria fondamentale, poiché ha consentito l'evoluzione del genere romanzesco verso uno stile letterario, grazie al quale è stato possibile descrivere in termini oggettivi la realtà sociale e politica di quel periodo storico.
Per averne conferma basta analizzare con spirito critico le grandi opere di Balzac, Flaubert, Zola. Da poco è apparso in libreria un testo fondamentale di Émile Zola, una delle principali figure del naturalismo francese, il cui titolo è Roma, edito in Italia dalla casa editrice Bordeaux.
Questo ampio e monumentale libro, dedicato alla storia della città eterna, uscì e venne pubblicato da Zola in Francia a puntate tra il 1895 ed il 1896 sul Journal, mentre in Italia uscì sul quotidiano liberale La Tribuna.
Il libro è, come osserva nella sua dottissima introduzione Emanuele Trevi, un grande classico dell’Ottocento, nel quale in modo enciclopedico vengono narrate e interpretate le vicende storiche e culturali legate a Roma ed al ruolo che ha avuto nel plasmare la identità occidentale.
Nel romanzo il protagonista principale è un sacerdote francese, il cui nome è Pierre Froment. Pierre è l’autore di un libro che rischia di essere condannato dalla Congregazione dell’Indice, perché considerato pericoloso e blasfemo. Per difendere la sua opere letteraria e filosofica, con la quale proponeva un rinnovamento della fede religiosa per ritornare al cristianesimo delle origini, Pierre giunge a Roma.
Siamo alla fine del’Ottocento e sono trascorsi cinquanta anni dalla nascita dello Stato unitario italiano. Pierre appena giunto nella città eterna, che aveva vagheggiato nella sua Parigi trasfigurandola in base alle sue intime fantasie, si reca al Gianicolo, da cui osserva Roma, notando in preda allo stupore come le diverse epoche storiche si siano sovrapposte, lasciando tracce evidenti sia nell'architettura sia nei luoghi più importanti della città.
Subito dopo raggiunge in via Giulia la dimora imponente e prestigiosa, che appartiene alla famiglia aristocratica dei Boccanera, nella quale viene ospitato per il periodo in cui si trattiene a Roma. Nella casa vive un cardinale eminente, sua sorella, e la nipote Benedetta. Nel libro ampio e vasto la narrazione si dipana ponendo al centro del racconto due vicende essenziali.
Benedetta, la giovane aristocratica, attende l’annullamento del suo matrimonio per potere sposare Dario, il cugino, di cui è innamorata; Pierre, l’abate francese, tenta in tutti i modi di ottenere un'udienza presso il Papa del tempo, Leone XIII, per difendere il suo libro che rischia di essere inserito tra i libri proibiti dell’Indice.
L’aspetto che affascina e colpisce il lettore in questo libro monumentale è dato e risiede nel modo con cui Pierre scopre ed osserva in che stato si trova la Roma della fine dell’Ottocento, che lui visita ed esplora.
Mentre in preda alla malinconia contempla le rovine della Roma classica, sepolte sotto la polvere dei millenni, Pierre coglie una somiglianza tra la sua città, Parigi, e la Roma che si offre al suo sguardo di giovane intellettuale. Infatti visitando i nuovi quartieri di Prati, incompleti e costruiti in previsione dell’arrivo di nuovi cittadini, scopre che il popolo vive a Roma in quel periodo in condizioni di miseria e abbandono.
Lucidamente comprende che, mentre l’aristocrazia romana nera e bianca è avviata verso un declino ineluttabile, nell'Italia della fine dell’Ottocento non è ancora nata una borghesia illuminata, in grado di promuovere lo sviluppo dell'industria e del commercio.
I dialoghi che ha con il cardinale Boccanera, di cui è ospite ed altri esponenti del mondo ecclesiastico, per difendere il suo libro, lo persuadono che il cattolicesimo è una religione che, a causa dell'eredità culturale del paganesimo, si è definitivamente allontanata dal cristianesimo delle origini.
Nel suo libro Pierre propone il ritorno al cristianesimo delle origini, per accogliere le istanze socialiste ed affermare il valore supremo della giustizia e della libertà a favore degli umili e dei poveri. Infatti vivendo nei quartieri popolari parigini, agli albori della rivoluzione industriale, ha constatato di persona che il popolo continua ad essere oppresso dalla miseria e dalla povertà.
Nei lunghi capitoli in cui Zola affronta il tema della questione sociale nella Francia ed Italia dell’Ottocento, segue una tendenza letteraria che è comune a tutta la poetica naturalistica, rivolta a rappresentare la situazione economica e politica del tempo, in modo che sia fedele al vero ed alla realtà oggettiva.
Tanti sono i personaggi e gli eventi narrati in questo memorabile libro. Insieme con un suo amico, Narciso Habert, un intellettuale che coltiva la passione per le arti e la cultura, Pierre si reca in visita nei Musei Vaticani, dove ammira le stanze di Raffaello, i grandi affreschi di Michelangelo e Botticelli della Cappella Sistina.
Proprio la monumentale grandezza del Vaticano, in quel tempo in conflitto con lo Stato Italiano per la perdita del potere temporale, persuade Pierre che esiste una simmetria evidente tra il dominio esercitato per secoli dall’impero romano e la propensione della Chiesa, intesa come istituzione di potere, ad esercitare un'egemonia culturale sulle moltitudini.
Questa convinzione, maturata durante la visita nella città eterna, si rafforza appena Pierre si rende conto che gli ecclesiastici del tempo sono interessati a custodire in modo intransigente i dogmi e a mantenere inalterata la struttura di potere della chiesa cattolica.
Incontrando un patriota risorgimentale di alto lignaggio, il nobile Orlando paralizzato su di una sedia e cha abita in una casa in via XX Settembre, Pierre comprende la delusione dei patrioti che avevano lottato per arrivare all'unità nazionale e restituire Roma agli italiani, facendola diventare la capitale della nazione. Orlando gli confessa in preda al disincanto che dovrà trascorrere molto tempo prima che l’Italia possa divenire un Paese moderno ed Europeo.
In questa parte del libro colpisce la lucidità intellettuale di Zola, grazie alla quale vengono indicate le cause storiche che spiegano sia che cosa sia stato il Risorgimento sia i motivi dell'arretratezza del nostro paese rispetto a quelli europei. Nella parte finale Pierre, dopo tante sofferenze e delusioni, riuscirà ad avere l’incontro desiderato con il Papa, il quale lo convincerà a ritirare il suo libro.
Una volta uscito dal Vaticano, volgendo lo sguardo al cielo nella notte tenebrosa, sopraffatto dal dolore, Pierre, che invano dinanzi al Papa aveva sostenuto la sua idea di una nuova religione, si chiede dove si sia nascosto Dio, che lui ha invocato invano, perché sulla terra regni la giustizia e trionfi il bene.
Mentre abbandona palazzo Boccanera in via Giulia, immerso nel silenzio dopo che si è consumata una tragedia familiare, e la Roma eterna per ritornare a Parigi, Pierre pensa con tristezza che il progresso della scienza dimostrerà che i dogmi religiosi, pur avendo la pretesa di additare la verità suprema, sono falsi e privi di ogni valore. Un libro che appartiene a pieno diritto alla grande letteratura europea.