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Roma. Il restauro degli affreschi nella Corte delle Vittorie
La Corte delle Vittorie della Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra, che si apre sul Lungotevere, è decorata da un ciclo di affreschi eseguiti dai pittori Antonio Giuseppe Santagata (1888-1985) e Cipriano Efisio Oppo (1891-1962). Gli affreschi raffigurano le vittorie della prima guerra mondiale dell’esercito italiano nelle quattro Battaglie del Piave, di Vittorio Veneto, di Gorizia e della Bainsizza. Il restauro durato otto mesi ha riguardato le sole battaglie del Piave e della Bainsizza perché i fondi disponibili non hanno permesso di estenderle agli altri e perché erano quelli che mostravano i maggiori segni di degrado ed erano a rischio di distacchi.
Il restauro è stato realizzato grazie al Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri per iniziative culturali in occasione del Centenario della Grande Guerra. Il progetto, tra gli oltre 750 presentati è giunto al secondo posto in tutta Italia ed è stato finanziato anche con il contributo dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra per una cifra che ha raggiunto i 124 mila euro. Il progetto di intervento e i lavori di restauro sono stati realizzati da Lucia Morganti e Valentina White con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma da restauratori specializzati nelle tecniche dell’affresco. Il progetto di Lucia Morganti e Valentina White si è basato anche sui lunghi anni di studio che le due studiose hanno dedicato ai due artisti che furono scelti perché ex combattenti e feriti nel conflitto.
La Casa Madre dei Mutilati e Invalidi di Guerra a Roma fu edificata su progetto di Marcello Piacentini tra il 1925 e il 1938, nella parte che si affaccia su piazza Adriana tra il 1925 e il 1928, mentre la seconda che contiene la Corte delle Vittorie che si apre sul Lungotevere fu costruita tra il 1936 e il 1938 . Nella costruzione sono stati adoperati ruvidi blocchi di tufo e il travertino che richiamano le due costruzioni vicine: Castel Sant’Angelo e il Palazzo di Giustizia. Gli interni sono impreziositi da boiserie e stucchi déco, oltre a Santagata e Oppo sono presenti opere di Giovanni Prini, Mario Sironi, Romano Romanelli, Edoardo De Neri e Carlo Socrate, tutti artisti che avevano partecipato alla prima Guerra Mondiale. I due artisti per decorare la Corte delle Vittorie scelsero la tecnica dell’affresco, in quanto dura nel tempo, la superficie dipinta copre oltre 500 metri quadrati dei muri e fu realizzata negli anni della edificazione. L'affresco è stata una delle tecniche usate per decorare i palazzi pubblici in base alla politica culturale di Giuseppe Bottai, sia come governatore di Roma che, successivamente, come ministro dell’Educazione Nazionale. Su questa direttiva si è poi basata la Legge 717 del 1949, chiamata del 2%, poiché prevedeva l’obbligo di abbellimenti artistici per tutta l’edilizia pubblica attraverso l’accantonamento di somme non inferiori al 2% del costo per le opere d’arte.
I due artisti provenivano da esperienze diverse Antonio Giuseppe Santagata all'inizio della sua attività artistica era stato divisionista e simbolista. Andò come volontario nella prima guerra mondiale dove fu ferito, nel dopoguerra aderì al secessionismo e al realismo, venne coinvolto nel “Gruppo Novecento “ legato a Margherita Sarfatti, partecipando alle due mostre milanesi del 1926 e del 1929 nel clima di ”ritorno all'ordine” che si ispirava alla pittura antica e rinascimentale italiana. Fu pittore di cavalletto, di affreschi e scultore, si dedicò al mosaico, alle incisioni e alle xilografie di complemento a testi teatrali, poetici e di prosa, alla realizzazione di vetrate e medaglie. Era un esperto nella tecnica dell'affresco perché aveva recuperato la tecnica di Cennino Cennini (seconda metà XIV-1437?) del “buon fresco” esposta nel suo Libro dell'Arte. Santagata l'aveva già precedentemente adoperata, per la Sala delle adunate della Casa Madre dei mutilati a Roma, nella lunetta centrale con l’Offerta della Casa Madre alla Vittoria, e nelle laterali con la Partenza e il Ritorno. Cipriano Efisio Oppo fu pittore, critico d'arte e scenografo, partecipò alla Secessione romana anche lui fu volontario nella “Grande Guerra” e fu ferito in combattimento. Nel dopoguerra oltre a continuare nella attività artistica fu deputato dal 1929 al 1943, e organizzatore culturale del regime fascista e primo segretario generale della Quadriennale romana.
Per comprendere la causa del degrado in relazione alle tecniche adottate dagli artisti l'intervento di restauro vero e proprio è stato preceduto da una complessa fase di indagini diagnostiche, condotte secondo le tecnologie più avanzate e la consulenza di esperti del settore. I lunghi anni di studio dedicati ai due artisti da Lucia Morganti e Valentina White hanno consentito loro di integrare le ricerche storiche e archivistiche, sulla tecnica esecutiva e le peculiarità diverse dei due esecutori, con i dati delle indagini per determinare le metodologie d’intervento e la scelta dei prodotti più adatti. In base ai dati raccolti le due studiose ritengono che uno dei motivi del degrado è stato dovuto al fatto che il muro era stato edificato poco prima e i materiali non si erano ancora stabilizzati. Inoltre le indagini hanno messo in luce come Santagata si rifaccia al Rinascimento, con una superficie pittorica liscia e levigata con la spatola, Oppo invece al Barocco (Andrea Pozzo), con un aspetto più ruvido e materico, ottenuto attraverso la granitura, passando cioè un canovaccio sull’intonaco non del tutto asciutto Come già anticipato sono state restaurate le battaglie del Piave e della Bainsizza per i più rilevanti segni di deterioramento e il rischio di distacchi. Si è iniziato con il consolidamento degli strati di intonaco sulle pareti e della pellicola pittorica per poi poter procedere alla stuccatura, alla reintegrazione e alla presentazione estetica. Per le parti in travertino è stata adoperato il laser, per evitare di usare l’acqua, che avrebbe potuto danneggiare gli affreschi adiacenti. Il risultato nel confronto tra prima e dopo il restauro è notevole. La Corte delle Vittorie a noi risulta che sia usualmente aperta nei giorni feriali, chi sia interessato può vederla di persona e constatare i risultati anche nel confronto con gli affreschi non restaurati. Non resta che augurarsi che il restauro venga completato.