Supporta Gothic Network
Roma Sinfonietta. Uno scintillante Titano a Tor Vergata
La Stagione dei concerti all'Università di Roma "Tor Vergata" organizzata da Roma Sinfonietta con la direzione artistica del Maestro Luigi Lanzillotta si è conclusa con l'entusiasmante esecuzione della Sinfonia n. 1 "Il Titano" di Gustav Mahler; l'Orchestra Roma Sinfonietta è stata diretta da Fabio Maestri, nell'arrangiamento di Iain Farrington per orchestra da camera.
La composizione della sinfonia fu lunga e tormentata dopo una gestazione durata quattro anni, ma fra la prima idea (1884) e la versione definitiva (1896) passarono dodici anni, con piccoli ritocchi fino all'ultimo nel 1909, e Mahler morì nel 1911. I cambiamenti furono molteplici la prima versione 1889 eseguita a Budapest venne presentata come poema sinfonico in due parti, nel 1893 a Berlino ci fu l'esecuzione di una seconda versione Il Titano, titolo tratto dal libro omonimo "Der Titan" di Jean Paul Richter (1763-1825), autore vicino allo Sturm und Drang, testo passionale ed ironico in cui il compositore si riconosceva e che ha come protagonista un personaggio tormentato, Roquairol. Era diviso in due parti: Dai giorni di gioventù: fiorì, frutti e spine, la prima, era costituita dai primi tre movimenti e la seconda, Comoedia humana dagli ultimi due, tutti i movimenti erano illustrati da didascalie. L'ultima versione eseguita a Berlino 1896 divenne la Sinfonia in re maggiore, in quattro movimenti, in quanto il precedente secondo movimento Blumine ("Piccolo fiore") era stato espunto, come anche furono cancellate le didascalie con le indicazioni programmatiche, comparve invece il poderoso ampliamento dell'organico dell'orchestra.
La lunga gestazione non ha riguardato solo quanto sopra esposto ma anche la scrittura musicale, nelle scelte del compositore era ben presente il conflitto fra la forma sinfonica della tradizione rappresentata da Brahms, che come affermato direttore d'orchestra conosceva alla perfezione, e la "musica a programma", per cui all'origine di una composizione musicale si doveva porre un percorso letterario o ideale, secondo la concezione ideale di Liszt e Wagner ma anche del giovane Richard Strauss. La Sinfonia nella sua versione definitiva è nella forma classica sinfonica in quattro movimenti con uno Scherzo con Trio, un movimento lento e un complesso tempo conclusivo, ma nel percorso che si dipana all'interno non c'è quell'equilibrio e stretto concatenamento tra le varie parti e accoglie tra i temi, autocitazioni liederistiche, canti popolari, citazioni colte (Liszt e Wagner), temi significativi perché appartengono ad un personale percorso psicologico.
Il primo movimento si apre in un'atmosfera sospesa, il pedale di La, in cui si affacciano i richiami del cuculo, interviene poi il tema dei violoncelli ripreso a canone dai fagotti, tratto dal secondo dei Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un giovane in viaggio): "Me ne andavo stamane per i campi... in cui si affaccia la fanfara dei corni, ritornano anche i richiami del cuculo. Il secondo movimento è uno Scherzo in forma tripartita con i ritmi ostinati e le aspre dissonanze delle danze morave come tema principale, intercalato da un Trio in ritmo di valzer, valzer che ha una presaga vena malinconica in cui compaiono echi di Cajkovskij, che Mahler aveva incontrato all'inizio del 1888, ma poi irrompe il ritorno travolgente del tema principale.
Il terzo movimento apre il capitolo "umano" della Sinfonia in origine indicata come Marcia funebre "in Callots Manier", in cui confluisce anche il ricordo del "Funerale del cacciatore", una famosa illustrazione della letteratura tedesca per l'infanzia, il parodistico corteo degli animali del bosco che scortano, suonando e danzando, il catafalco del cacciatore. All'ironica e gioiosa parodia di Frère Jacques, celeberrima canzoncina a canone dei bimbi, si affiancano echi di musica popolare klezmer, ma anche una citazione dal quarto dei "Lieder eines fahrenden Gesellen", "Lungo la strada, un tiglio si leva" un triste addio conclusivo, che introduce un' atmosfera melanconica, il terzo movimento termina in pianissimo. Forte il contrasto con l'inizio fragoroso del quarto, è la transizione che, nel poema sinfonico, portava "Dall'Inferno al Paradiso", in cui si contrappongonono citazioni dalla Sinfonia "Dante" di Liszt e il tema del Gral dal Parsifal di Wagner, nel movimento conclusivo appaiono anche citazioni dai movimenti precedenti aspetto che può essere ricondotto al percorso psicologico della Sinfonia.
L'autore dell'arrangiamento, Iain Farrington è un giovane compositore, arrangiatore, pianista e organista, come esperto arrangiatore ha al suo attivo numerose riduzioni per complessi da camera di musica sinfonica. Farrington si è cimentato nell'impresa ispirandosi agli arrangiamenti di composizioni di Mahler per piccola orchestra creati da Arnold Schoenberg, per concerti svoltisi a Vienna tra il 1918 e il 1921, per far conoscere al pubblico i capolavori musicali impiegando pochi musicisti. Nonostante l'ultima versione della sinfonia sia per un'orchestra di poderose dimensioni questa versione è apprezzabile, perché non solo rimane la struttura della composizione, ma restano anche i contrasti timbrici e la grandiosità della concezione sonora è chiaramente esplicita. Fabio Maestri ama profondamente Mahler, lo dimostra la passione che trasmette all'orchestra e l'attenzione nel mettere in rilievo tutti i dettagli, tutte le sfumature ritmiche, timbriche della partitura, la sensibile cura nella resa della cantabilità che si colora di melanconia, se non di struggente drammaticità. L'esecuzione è stata resa magnificamente dall'orchestra sotto la sua direzione e il pubblico ha risposto con grande entusiasmo; tra gli spettatori abbiamo notato molti giovani, accanto a noi c'erano dei liceali e ci ha colpito l'attenzione con cui l'hanno seguita e il calore dei loro applausi.