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Rughe. Viaggo al crepuscolo della vita
C'è un treno sulla copertina dell'edizione italiana di “Rughe” a cura di Tunué. Metaforicamente possiamo intenderlo come la rappresentazione del viaggio che fa la vita, quella di tutti. La direzione è obbligata e porta alla vecchiaia. A fare la differenza possono essere il tragitto, i compagni di viaggio, il senso stesso di tutto il percorso. Con la sua pluripremiata Graphic Novel, Paco Roca entra in intimo contatto con il significato dell'essere anziani.
Munito di delicatezza poetica affronta senza mezze misure temi duri come la perdita di sé stessi, la crescente indifferenza (e insofferenza) delle generazioni più giovani, la solitudine, il lento e inesorabile susseguirsi dei giorni.
C'è forte empatia ma non desiderio di commiserare, nel narrare dell'autore spagnolo. Un sentimento che, come indicato da Roca stesso, nasce dal reale cui ha attinto per creare i personaggi del libro.
La storia principale è quella di Emilio, ex direttore di banca “scaricato” dalla famiglia e in preda alla progressiva degenerazione mentale dell'Alzheimer. Accanto a lui c'è Michele, amico per caso cinico ma generoso. Una sorta di compagno di trincea nella guerra alla vecchiaia che, in un calibrato mix di sorrisi e nodi alla gola, lo accompagnerà per tutta la storia.
Nel teatro unico di un ospizio, Roca disegna i mille scenari dei ricordi i quali, invadenti e fragili, sbucano nel presente narrato, mischiando i fogli del calendario come carte da gioco.
E la partita coinvolge tutti i personaggi, incredibilmente vivi nel loro essere “figli del vero” e delle personali memorie a cui l'autore ha attinto.
Questa sfilata di aspetti della terza età incornicia il rapporto tra i due protagonisti e dà corpo a momenti da togliere il fiato, alcuni leggeri come nuvole, altri definitivi come una sedia vuota.
Più di un libro consideratelo uno strumento di riflessione e di educazione alla vita stessa. Con buona pace di chi crede che i fumetti siano solo una cosa da bambini...