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Rush. Lauda vs Hunt. 1976: correva la morte in F1
Rush in inglese significa avere una terribile fretta (e quindi una corsa forsennata), ma è anche sinonimo di ultima possibilità di recupero: il rush finale di una corsa, come quella di Formula I che tante volte, tra 1975 e 1976, ha visto confrontarsi i due massimi protagonisti di questa gara di eccellenza automobilistica, Niki Lauda e James Hunt. Interpretati rispettivamente da Daniel Brühl e Chris Hemsworth, sono diretti nel film Rush da Ron Howard, alla sceneggiatura Peter Morgan, con cui il regista ha già collaborato per Frost/Nixon (2008).
La tragedia di Lauda, ben prima che venga minimamente accennnata, aleggia fin dalle prime note musicali di Hans Zimmer, che si è occupato della colonna sonora di questo film, aprendo una retrospettiva nuova sulle vite di due piloti impressi sulle due facce di una stessa medaglia che poi, ad anni alterni, hanno vinto entrambi. Erano gli anni quando correre la Formula I significava rischiare la vita, ben prima che si pensasse di imprimere qualsiasi regola di sicurezza alle corse, quando la percentuale di morti era di tre piloti all'anno, sulla pista.
Il glamour è sempre stato connesso alla morte, è innegabilmente affascinante, e trovava dalla parte di James Hunt The Shunt (“incidente”, soprannome che si era guadagnato in pista), un appeal fortissimo: diviso tra donne, alcoo e droghe, il pilota inglese fece una leggenda di sé, ed anche del rapporto burrascoso con Niki Lauda, con cui però condivideva, e questo nel film si nota chiaramente, una correttezza, pur nella rissosa condotta, ed in particolare dopo il terribile incidente di Lauda, che poi hanno corrisposto. Mentre Enzo Ferrari, mise subito da parte Lauda non appena seppre dell'incidente quasi mortale. Ferrari aveva ingaggiato Lauda per la “rossa” nel 1975, e Lauda vinse subito il suo primo Gran Premio di F1: aveva cominciato con la BRM e pagando di tasca sua, visto che nessuno voleva ingaggiare questo sconosciuto e la famiglia di economisti agiati alla quale apparteneva, lo aveva rinnegato. L'anno dopo però ci fu il clamoroso incidente sulla pista maledetta di Nûburgring, in Germania: una pista tra gli alberi di 24 km e spesso ridotta disastrosamente dalle pessime condizioni meteorologiche.
Niki Lauda fu avvolto dalle fiamme dopo esser uscito dalla pista sbattendo contro i guardrails: bloccato dalla cintura di sicurezza stretta troppo intorno allo stomaco, fu davvero difficile per i tre piloti Arturo Merzario, Harald Ertl, Guy Edwards e Brett Lunger estrarlo dalla macchina e salvargli la vita. Trasportato a Mannheim al centro grandi ustionati, bastarono 38 giorni di ospedale per rimetterlo in pista con Ferrari che lo aveva già sostituito e Hunt ad un passo da lui e dal titolo. Ma Hunt si dimostrò ben diverso da ciò che si credeva, ed affrontò anche l'ultima gara che lo divideva dal titolo gareggiando onestamente, nonostante i piloti furono “costretti” a correre con la pioggia battente al Gran Premio del Giappone soprattutto per gli ingaggi pubblicitari e le dirette tv. Hunt vinse per un punto il titolo nel 1976 per McLaren e si ritirò dopo tre anni, come aveva previsto Lauda in qualche modo.
I due attori sono splendidi nelle loro parti: sia Hemsworth, fascinoso e roboante nel suo essere malizioso e mascalzone al punto giusto da rimanere simpatico; sia Brühl, che non è solo somigliante per aspetto come Hemsworth, ma anche a mio avviso per quanto riguarda un approccio “serio” alla recitazione ed alla vita. In ogni caso i due sono ben calati nelle parti ed interpretano degnamente i due campioni di F1, sia Niki Lauda quindi che oggi ha 64 anni; sia James Hunt, che dopoo aver abbandonato le piste nel 1979 ed aver fatto il cronista sportivo per anni, si spense per infarto a soli 45 anni nel 1993, un anno prima che morisse un altro campione di F1 sulle piste maledette: Ayrton Senna (1960- primo maggio 1994), di cui consiglio di vedere agli appassionati, il doc omonimo Senna, girato da Asif Kapadia nel 2010. Da quell'anno in poi non morirono più piloti nella F1 perché vennero finalmente adottate delle norme per garantire i piloti sulla pista, dalla messa in sicurezza dei circuiti alle scanalature sui pneumatici: un'altra epoca, un'altra storia.