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Il Saggiatore. Bostridge e la romantica ossessione di Schubert
Edito in Italia per Il Saggiatore, Il Viaggio d’inverno di Schubert di Ian Bostridge, tenore inglese dalla fama inalterata e dal suggestivo timbro di voce, che s'inerpica soprattutto ma non solo, nelle Schubertiadi, nei più famosi Lieder di Schubert della Winterreise (Il Viaggio d'inverno), in totale di 24 ma spesso ridotti a dodici nel formato “minore” (chiaramente non in senso stretto), questo volume ci introduce ad una delle summe quasi “teologiche” della letteratura e della musica romantica tedesca. L'autore l'ha presentato il volume insieme al professore di Musicologia all'Università La Sapienza Franco Piperno la sera di venerdì 27 novembre 2015 nella Stanza della Musica, libreria specializzata accanto alla sede dell'Accademia di Santa Cecilia.
Il sottotitolo esplicita immediatamente la genesi del libro: Anatomia di un'ossessione, per Schubert e per Bostridge, quel cammino introspettivo che possaimo veder bene rappresentato nei quadri di Caspar David Friedrich, Der Wanderer in particolare, riprodotto come altri degni rappresentanti di questa Sehnsucht (anelito per l'infinito tipicamente romantico) comune, che ha ammaliato Bostridge dal primo ascolto, con Dietrich Fischer-Dieskau alla voce. Il viaggio d'inverno, la Winterreise, secondo le parole di Bostridge: “La mia non è una analisi musicologica, piuttosto un percorso letterario, psicanalitico, storico dentro i Lieder di Schubert, la loro genesi, e per trarne quel lavoro sulla fedeltà e la verità (in tedesco si direbbe Werktreue) all'ideale che suggerisce il percorso austero e di riflessione profondissima della Winterreise. Il viandante (il Wanderer) deve avviarsi con il supporto del lettore verso la scoperta di simboli come l'albero di Tiglio, Der Lindenbaum, sotto cui riposa e che hanno echi ne La montagna incantata di Thomas Mann come nella Recherche di Proust: quasi che la madeleine fosse immersa in una tisana di tiglio, a creare plurimi sensi e colleganze.”
La Winterreise è stata composta da Schubert tra 1827 e 1828, stava correggendo le bozze quando si spense il 19 novembre 1828 e sono stati pubblicati postumi di lì a qualche mese: nello stesso anno compose Der Schwanengesang (Il canto del cigno), ascoltiamo cosa ne dice il tenore stesso: “Winterreise prepara il terreno proprio a quest'ultimo “canto” di Schubert preparandolo ad un nuovo linguaggio, controverso anche dal punto di vista letterario, dei contenuti come nel Sosia (Der Doppelgänger) che risultano più “perturbanti” del Viaggio d'inverno.” Incalzato dal Prof. Piperno sulla natura delle sue performance e su quale sia il ruolo del pianista (spesso Julius Drake col quale ha inciso anche parecchi cd), Bostridge risponde: “Il pianista è la coscienza musicale, colui che detta le regole e disciplina il cantante, l'interprete che può decidere quale sia la modalità della performance, il suo ritmo, e che trova il “la” nelle prime note del pianista”.
Ian Bostridge lo abbiamo ascoltato alla IUC - Istituzione Universitaria Concerti il giorno dopo con Alessio Allegrini al corno e Julius Drake al piano, con un programma che, oltre al Liederkreis di Schumann ed una selezione di Lieder dall'amato Schubert, si confronterà in prima italiana con The Heart of the Matter di Benjamin Britten, autore con cui sono celebrate le sue performance sia nel Midsummer Night's Dream che in The Turn of the Screw.
Il libro è dedicato da Bostridge alla moglie Lucasta Miller (giornalista letteraria celebre per un libro sul mito delle sorelle Brönte) che riprende il titolo da un altro ciclo di lieder di Schubert, Die Schöne Müllerin (La bella mugnaia, composto nel 1823).