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Santa Cecilia 2015-2016. Sul filo rosso di Beethoven
"Beethoven è dappertutto”. Così Michele Dall’Ongaro, nuovo Sovrintendente dell’Accademia-Fondazione di Santa Cecilia, sintetizza la stagione 2015-16, alla conferenza stampa di presentazione tenuta il 31 marzo 2015. Il grande compositore tedesco sarà il filo rosso che, dalla musica sinfonica alla cameristica, terrà insieme la stagione prossima ventura.
E non solo. Sarà anche il trait d’union per quella successiva: come anticipato da Dall’Ongaro, sarà Fidelio a inaugurare la stagione 2016-17. Un grande Fidelio, annuncia il neo-sovrintendente, “con un cast stellare”, e se il precedente è quello della recente Aida c’è da aspettarsi davvero qualcosa di straordinario.
In attesa del Super-Fidelio, dopo la pausa estiva si riparte il 3 ottobre, “prima del solito - dice Dall’Ongaro - che non stiamo nella pelle dalla voglia di ricominciare a suonare!”, con l’integrale delle sinfonie di Beethoven: cinque concerti nell’arco di un mese, sul podio Sir Antonio Pappano alla sua prima integrale beethoveniana, il quale durante la conferenza stampa ha anche annunciato il rinnovo del contratto alla testa della compagine ceciliana fino al 2019.
Il progetto che aprirà la stagione ha il titolo significativo “Beethoven e i contemporanei”: le sinfonie verranno infatti precedute da brani di compositori “contemporanei” dello stesso Beethoven come Gaspare Spontini e Luigi Cherubini ma anche da compositori nostri contemporanei come Luca Francesconi, Giovanni Sollima, Fabio Nieder, tutti presenti con opere in prima esecuzione assoluta commissionate per l’occasione dall’Accademia di Santa Cecilia.
Dopo La nuova Euridice secondo Rilke di Salvatore Sciarrino, eseguita recentemente sempre su commissione dell’Accademia, è un altro segnale di forte interesse, da parte di una delle più importanti istituzioni musicali italiane, per la musica contemporanea. Quest’ultima, come ha tenuto a sottolineare Dall’Ongaro, che - lo ricordiamo - è egli stesso compositore di riconosciuta fama, non la si può affrontare facendo un discorso di pura quantità all’interno di una stagione concertistica, ma occorre “agganciarla a un progetto e proporla all’interno di un programma che abbia un senso”. Con queste premesse, la scorsa stagione era stato costruito con successo un programma che accostava Il prigioniero di Dallapiccola al terzo e quarto movimento della Sinfonia n. 9 di Beethoven sotto il tema comune della prigionia e della conquista della libertà. La strada imboccata per avvicinare la musica di oggi al grande pubblico sembra davvero quella giusta.
Ritroveremo Beethoven in molte serate della stagione 2015-16: nella sinfonica ricordiamo, tra gli altri, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 con Emanuel Ax e Pablo Heras-Casado sul podio e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 con Helen Grimaud diretto da Pappano; nella cameristica, sempre sulle tracce del grande compositore di Bonn, troviamo l’integrale delle sonate per violoncello e pianoforte eseguite da Mario Brunello e Andrea Lucchesini e una serata dedicata alle sonate per violino e pianoforte, con la “spalla” dell’orchestra ceciliana Roberto Gonzales-Monjas nel ruolo di solista accompagnato al pianoforte da Kit Armstrong.
Saranno diverse le occasioni, durante la stagione, per ascoltare e apprezzare le prime parti dell’orchestra di casa: Alessio Allegrini in veste di solista nel concerto per corno n. 4 di Mozart diretto da Leonidas Kavakos, acclamato violinista greco per l’occasione in veste di direttore, mentre le prime parti ceciliane Carlo Maria Parazzoli (violino) e Gabriele Geminiani (violoncello) con Pappano al pianoforte si cimenteranno in un programma tutto brahmsiano. Tra i giovani italiani di indubbio talento segnaliamo la violinista Anna Tifu nel Concerto n. 1 di Dmitrij Šostakovič - sotto la direzione di Yuri Temirkanov e il pianista Federico Colli che debutterà a Santa Cecilia con il temibile "Rach 3".
Passando alle stelle del concertismo internazionale, tra le quali a dire la verità si notano significative assenze, da non mancare il ritorno di Radu Lupu con il Concerto mozartiano per pianoforte e orchestra K 467 con Fabio Luisi sul podio (in programma anche la Sinfonia n. 4 “Romantica” di Anton Bruckner) e della acclamatissima pianista cinese Yuja Wang con il Concerto per la mano sinistra e il Concerto in sol di Maurice Ravel. Tra i violinisti, Gil Shaham e Michael Barenboim, classe 1985, figlio d’arte del famoso direttore e pianista Daniel, proporranno due opere di raro ascolto come, rispettivamente, il Concerto per violino e orchestra di Samuel Barber in una serata “born in USA” e il concerto per violino di Schönberg in un programma dal titolo “Il secolo breve”, entrambi diretti dal poliedrico Pappano.
Molto atteso, a marzo del 2016, il ritorno di Daniele Gatti, predecessore di Pappano sul podio ceciliano negli anni 1992-1997, con l’integrale delle sinfonie di Robert Schumann. A chiusura di stagione il 23 e 27 giugno, fuori abbonamento, una nuova opera in forma di concerto, Così fan tutte di Mozart diretta da Semyon Bychkov.
La stagione da camera inaugura il 21 ottobre con Nikolay Luganski, primo dello squadrone dei pianisti che occupa quasi il 50% della programmazione cameristica e che, in ordine di apparizione, vedrà avvicendarsi sul palcoscenico Leif Ove Andsnes, Alexandre Tharaud, Mikhail Pletnev, Daniil Trifonov, Denis Matsuev, Yefim Bronfman, e poi, in crescendo, verso le vette dell’Olimpo della tastiera, Grigory Sokolov e Krystian Zimerman.
Ci si chiede se, a fronte di questa massiccia presenza pianistica, non si cominci forse ad avvertire la mancanza dei quartetti d’archi, che pare ormai cronica nelle stagioni dell’Accademia. Nel 2015-16 merita a questo proposito di essere citato il concerto del Quartetto Ébène, unica compagine quartettistica in cartellone in compagnia della pianista giapponese Mitsuko Uchida.
Da non dimenticare che la stagione 2015-16 coinciderà con il Giubileo straordinario dell’Anno Santo della Misericordia proclamato da Papa Francesco che vedrà affluire a Roma pellegrini da tutto il mondo. Per loro, e non solo, il cartellone sarà ricco di musica sacra di altissima qualità, che vedrà protagonista assieme all’orchestra, l’ottimo coro dell’Accademia di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco. Da non perdere la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi diretta da Manfred Honeck, la Creazione di Franz Joseph Haydn con Andres Orozco Estrada sul podio, il Requiem di Gabriel Fauré con Pappano e il Bruckner della Nona sinfonia dedicata “al Buon Dio” e del Te deum diretto da Myung Whun Chung.
Ancora un’ultima, buona, notizia: i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti rimangono invariati e, bisogna sottolineare, tra i più convenienti come rapporto qualità/prezzo di tutta Europa.