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Santa Cecilia. Gli Anelli di Howard Shore live
Un evento dedicato al cinema in unione con la musica, che da sempre formano una coppia inossidabile, e soprattutto un evento per tutti: il 21 e 22 giugno la Sala Santa Cecilia dell'omonima accademia si è riempita di giovani, bambini, famiglie intere per la proiezione de Il Signore degli Anelli - la Compagnia dell’Anello con l'esecuzione live della colonna sonora a firma di Howard Shore con l'Orchestra, il Coro e le Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Shih-Hung Young, che ha diretto tutte le colonne sonore de Il Signore degli Anelli: solista d'eccezione il soprano catalano Clara Sanabras, solista per The Lord of the Rings in Concert e Lo Hobbit.
Howard Shore, canadese classe 1946, da sempre collaboratore di David Cronenberg, dal 1979 con The Brood (La covata malefica) è giunto a vincere il suo primo Premio Oscar con la colonna sonora de Il Signore degli Anelli nel 2001 diretto da Peter Jackson. Per lo stesso primo film della trilogia ha vinto anche un Golden Globe: la collezione di Oscar è continuata nel 2003, vincendo con Il Signore degli Anelli – Il ritorno dei re e con la miglior canzone tratta dalla medesima colonna sonora; per quest'ultima ha vinto anche due Golden Globe, uno per la colonna sonora e l'altro per la miglior canzone. Tutte le tre canzoni che intessono insieme alla musica La Compagnia dell'Anello, sono nell'edizione di Santa Cecilia, cantate dal soprano Clara Sanabras e sono: la canzone The Council of Elrond (feat. "Aníron (Theme for Aragorn and Arwen)", composto e cantato da Enya in originale con il testo di Roma Ryan; Lothlórien (feat. "Lament for Gandalf" di Philippa Boyens e Howard Shore, é cantato da Elizabeth Fraser nell'originale su testo di Boyens e Shore; la canzone finale che chiude il film La Compagnia dell'Anello con gli end-credits, ovvero May it be, in originale è composta e cantata da Enya con testi di Roma Ryan.
Il roboante prologo centrale (Prophecy) è già denso di nuclei tematici che si ripeteranno anche nelle seguenti colonne sonore della trilogia, ed un omaggio al Wagner di Der Ring des Nibelungen al quale ha attinto proprio Tolkien, matrice letteraria del Signore degli Anelli, profondo filologo e conoscitore delle materie germaniche e britanne: la famosa Matter of Britain. Legata sia al ciclo arturiano quanto all'Edda nordica in un connubio infinito di cicli, leggende e spirali letterarie che fanno risalire al primo Ring (Anello) che è quello che Wagner ha desunto dalle leggende germaniche intorno a Sigfrido ed all'Olimpo teutonico. In chiave minore, gli archi preannunciano la sventura che porta con sé l'anello a tutti coloro che lo possiedono, da Bilbo a Frodo, che in questo primo capitolo si incarica di iniziare la missione straordinaria per uno Hobbit (Concerning Hobbits) che, come scriveva Tolkien in una delle sue lettere, è quanto di più simile agli esseri umani, che coraggiosamente portano a compimenti azioni incomparabili, nonostante i loro limiti. I loro temi sono tutti suonati da strumenti celtici o simili per il suono, a ricordare le antiche origini britanniche.
Oltre al primo grande tema del Ring, che lo stesso Shore ha definito il tema primario, qui compaiono altri temi tra cui il primo è proprio connesso con l'Anello: La seduzione dell'Anello che si ode ben chiara nel tema melanconico seguito dal Coro femminile (The Shadow ofg the Past), molto insinuante, insieme alla variazione relativa al subdolo Sauron ed al malefico regno di Mordor (Mordor/The Evil of the Ring). A questo segue il tema di Isengard, il re umano creatore di Gondor insieme al fratello che però si è fatto sedurre dal Ring e dal suo tesoro (The Treason of Isengard) tradendo l'umanità e tutti gli altri abitanti della Terra di Mezzo e del mondo tolkeniano. The Black Rider è uno dei Nazgul, dei re che si sono legati a Sauron ed al suo potere nero. In generale i cori avvertono di un pericolo – tranne nel caso del coro che accompagna Galadriel et similia – e sono sia maschili sia femminili ensemble, come in At the Sign of the Prancing Pony e A Knife in the Dark, dobe Frodo è minacciato dai cavalieri neri, spettri dal mondo oscuro. Grande uso delle percussioni, degli ottoni, ritmo marziale e marce come ci si aspetta guardando le immagini: qui, l'intervento del controcanto femminile è consolatorio e avvolge di speranza nel terrore della lotta.
Uno dei temi più speranzosi, annunciato dagli ottoni, è quello della Compagnia dell'Anello, ben conclamato da archi melodici e grande respiro: seguito dopo poco dal macabro A Journey into the Dark e dal passaggio sul ponte inseguiti dal demone Balrog (antico demone fatto di ombra e fiamme) che terrorrizza anche Gandalf, ovvero il passaggio di The Bridge of Khazad-Dum (che significa Casa dei nani), qui l'uso dei Cori in controcanto del seguente Lothlorien dà particolare profondità ed un alone metafisico al viaggio dei Nostri. L'incontro con Galadriel, la Dama del Lago che possiamo riconoscere anche nel ciclo arturiano, come colei che conserva la spada nella roccia.
Il passaggio sul grande fiume (The Great River) è cadenzato dal tema della Compagnia dell'Anello mentre la battaglia di Amon Hen, che condurrà alla morte di Boromir ed alla divisione tra Frodo e Sam da una parte e Aragorn, il nano Gimli e l'elfo Legolas dall'altra (The Breaking of the Fellowship): il Coro di Voci Bianche qui è protagonista e lascerà il posto solo al canto finale ed estatico di May it be con Clara Sanabras solista, meritatamente apprezzata.
Il pubblico ha interrotto parecchie volte il flusso musicale con applausi entusiasti ed alla fine con uan vera e propria ovazione alla splendida performance dell'Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti da Shih-Hung Young.