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Santa Cecilia apre con il raro “oratorio sinfonico” di Re Ruggero
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugura la stagione sinfonica con un capolavoro raro del Novecento: Re Ruggero di Karol Szymanowski in prima eseuzione romana ed in co-produzione con Roma Europa Festival. A dirigere l'Orchestra dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia Sir Antonio Pappano nei tre giorni della mise en espace dei MASBEDO insieme al Coro e Voci Bianche dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti dal Maestro Ciro Visco. La prima il 5 ottobre poi sabato 7 e lunedì 9 ottobre.
Re Ruggero (in polacco: Król Roger) su libretto dello stesso compositore e di Jarosław Iwaszkiewicz è stata composta tra 1918 e 1924: due anni dopo l'opera debuttò al Teatro Grande di Varsavia il 19 giugno 1926. Il dramma lirico è ambientato dopo l’anno Mille in Sicilia durante il regno del Re normanno Ruggero II d’Altavilla ed è il capolavoro del compositore polacco, come ci spiega il Presidente dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia Michele dall'Ongaro: “Re Ruggero nasce intorno ad una musica irreale e ricca di spunti: una dichiarazione d'intenti che il nostro Maestro Pappano si è occupato di riscoprire per noi, nell'ottica di un Novecento che troverà spazio durante tutta la programmazione dell'Accademia, da Korngold a Lutoslawski ed altri ancora. Re Ruggero è un'opera antinarrativa che troverà il suo fil rouge nella rappresentazione visiva dei MASBEDO (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) e nella ricerca musicale di cui si è occupato Michelangelo Lupone e che accoglierà i visitatori con l'istallazione sonora di Olofoni in Cavea.”
Prende la parola Sir Antonio Pappano per spiegarci l'opera e la sua genesi: “Sono rimasto colpito profondamente dalla ricchezza psicologica della musica di Re Ruggero fin dal principio: Szymanowski è cresciuto in una famiglia coltissima ed è passato dalle influenze austro-germaniche a quelle mediterranee. Nella storia Re Ruggero ha tutto: potere, ricchezza e stabilità ma la società che ha creato è giunta ad un punto morto, è stanca polverosa e vecchia e con la sua sposa, Roxana, qualcosa non va. Nietzsche in proposito parla del potere dell'Io contrapposto al potere del Re basato sulle apparenze: il mondo del re crolla perché quello che lui ha è decadente, il suo mondo psicologico frana di fronte al pastore, che propone un'altra visione in un caleidoscopio di colori. Questo è ancora più evidente nella suddivisione nelle tre parti: la prima è grandiosa, lirica ed inquieta; la seconda è struggente; la terza rappresenta la desolazione consapevole del re di aver perso tutto ed allo stesso tempo di aver conquistato sé stesso. Dal punto di vista musicale è una sorta di “oratorio sinfonico”, romantico ed arcaico, la cui scrittura sinfonica si contraddistingue per un flusso orchestrale continuo – che non sarà interrotto da pause durante il concerto, N.d.R. -, da melodie straordinarie e da una scrittura libera per i cantanti.”
Ascoltiamo ora i MASBEDO, che si sono occupati della mise en espace dell'opera per dargli un senso artistico e visivo: “Ci saranno tre statue diverse corrispondenti ai tre atti, questo per creare un senso di concretezza di contro all'immagine cinemtografica ed illusoria che sottende per tutta l'opera una minaccia incipiente e misteriosa in un coacervo sincretico di cui l'opera si nutre e si espande. Cio che il pubblico vedrà sul palco è una performance continua che esemplifica ciò che accade nella mente di Re Ruggero, in particolare dal momento in cui il pastore, portatore di desiderio, fa franare il “corpo-regno” del re che collassa per una corto circuito dell'inconscio. Il corpo come ego si traduce come rapporto psicoanalitico in una tensione che non si sviluppa mai in termini definitivi. “
Sir Pappano aggiunge: “L'opera, in questa mise en space in forma di concerto, sottolinea la percezione sonora e visiva con voci dislocate in particolari punti della sala in modo da amplificare il senso misterico dell'opera.” In proposito sul'uso del Coro ci informa il Maestro Ciro Visco: “Il Coro apre quest'opera con una sorta di magia: vi è infatti l'incontro di due cori (Coro e Coro di Voci Bianche, N.d.R.) che recita la sezione morale dell'opera che condanna il pastore e spinge re Ruggero ad ucciderlo. Il pastore diventa il rappresentante del sogno del desiderio in questo mondo fantastico, e che stimolerà il pubblico stesso ad interrogarsi.”
Michelangelo Lupone, che ha creato l'istallazione Olofoni conferma la direzione di lettura dell'opera nel senso di un teatro musicale: ”Gli elementi sonori in Cavea preparano il pubblico all'ascolto dell'opera dove le sezioni orchestrali sono divise in quattro regioni timbriche e coinvolgono il pubblico negli estratti da Re Ruggero insieme ad altri da Debussy, Beethoven, Respighi ed altri ancora nelle rielaborazioni del CRM (Centro Ricerca Musicale). Un'accoglienza preparatoria e sonora per questa rarità per la prima volta a Santa Cecilia.”