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Santa Cecilia apre con il "Romeo & Juliet" di Bernstein
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha deciso di aprire le danze sinfoniche con il piu' celebrato musical di tutti i tempi: West Side Story di Leonard Bernstein, che per la prima volta a Washington vide la sua anteprima il 19 agosto 1957. Fu la prima di una serie infinita di rappresentazioni che culminanarono a Broadway il 26 settembre dello stesso anno per poi volare in tournée: critiche tutte entusiaste. Antonio Pappano ha diretto l’Orchestra di Santa Cecilia (Auditorium Parco della musica, Sala Santa Cecilia) venerdì 12 ottobre alle ore 20.30, con repliche sabato 13 ore 18 e domenica 14 ore 18, per celebrare la nuova stagione con Bernstein.
Il cast scelto per le voci è eccezionale, con Nadine Sierra a interpretare Maria e Alek Shrader per Tony, affiancati da Tia Architto per Anita, Mark Stone per Riff e Aigul Akhmetshina come Rosalia alcuni degli altri solisti, insieme al sempre presente ed eccellente Coro di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco.
Bernstein è stato Presidente onorario del 1983 al 1990 dell'Accademia di Santa Cecilia, che ha già reso omaggio al compositore lo scorso febbraio con l’integrale delle Sinfonie dirette da Pappano e il Maestro italo-britannico torna nuovamente sul podio per West Side Story, nella sua versione da concerto in due atti della San Francisco Symphony Orchestra.
Per Bernstein West Side Story (il titolo non lo decise lui, anzi, nemmeno gli piaceva molto ma fuinzionò alla perfezione) rappresentava il primo esperimento di teatro musicale veramente "americano", fondato sulle contaminazioni che lui amava di piu': dal jazz alle danze latino-americane, il famoso Mambo! Inoltre la sua tesi di laurea era proprio stata scritta sull'argomento, ovvero come erano stati assorbiti gli elementi pertinenti alla razza nella musica americana (The Absorption of Race Elements into American Music, Harvard, 1939) e del jazz in particolare aveva assorbito prima di tutto il ritmo, facendosi influenzare soprattutto dalle composizioni di Aaron Copland. Questa connotazione ritmica la possiamo intravedere già nelle sue sinfonie come Jeremiah del 1942, oppure nel musical On the Town del 1944. Grande conoscitore del jazz piu' raffinato come quello di Lee Konitz, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell, introdusse un tritono, la nota diabolica, come intervallo dissonante nell'intero musical, una firma perfettamente leggibile e che lo connotava chiaramente tra i talenti nascenti di uno dei periodi piu' in ascesa e di formazione della musica americana.
West Side Story è quindi un melting pot culturale, con il colore latino dei Portoricani Sharks affiancato al corno dello shofar ebraico, echi strawinskiani e Beethoven tra una danza e l'altra. Questo capolavoro con la musica di Bernstein, ispirato da Romeo e Giulietta - l'amore di Tony e Maria avversato dalle due gang rivali degli Jets e degli Sharks, che dovevano essere cattolici contro ebrei come idea di partenza e sono diventati americani d'adozione (ex immigrati dell'est europeo) contro portoricani - è stata stimolata dal coreografo Jerome Robbins, che attese ben sei anni affinché Bernstein, dopo la prima di Candide, fosse libero. A loro si affianca prima Arthur Laurents per il libretto, poi le parole sono affidate ad un giovanissimo Stephen Sondheim, creando insieme hits come Cool, Somewhere, Maria, Tonight, America, I Feel Pretty, Somewhere e Something's Coming.
Nel 1984 Bernstein decise di ri-registrare il musical, dirigendo una sua composizione in prima persona per la prima volta. Nota come una"versione operistica" di West Side Story, vide la partecipazione di Kiri Te Kanawa nel ruolo di Maria, José Carreras in quello di Tony, Tatiana Troyanos come Anita, Kurt Ollman come Riff mentre Marilyn Horne canta "Somewhere" nel ruolo di "una donna" ("A girl"). Questa versione ha vinto un Grammy Award nel 1985.
Nel 1961 Jerome Robbins e Robert Wise girarono l'omonimo adattamento cinematografico del musical, con Natalie Wood, Richard Beymer, Rita Moreno, George Chakiris e Russ Tamblyn nel cast. Il film vinse dieci Oscar, tra cui miglior film, e Rita Moreno divenne la prima attrice latinoamericana a vincere un Oscar, alla miglior attrice non protagonista. Le doti canore della Moreno, della Wood, di Beymer e di Tamblyn furono giudicate insufficienti e i quattro furono rispettivamente doppiati da Betty Wand, Marni Nixon, Jimmy Bryant e Tucker Smith.
Il film presente alcune differenze rispetto al musical teatrale: Tonight ha luogo dopo America (in cui furono cambiate alcune parole), Diesel fu ribattezzato Ice ed il suo ruolo fu ingrandito: nel film è Ice a cantare Cool e a succedere a Riff come capo dei Jets.
La versione piu' acclamata dalla critica è però quella con Max Goberman alla direzione del West Side Story Ensemble con il cast originale di Broadway (Larry Kert è Tony; Carol Lawrence come Maria; Michael Callan è Riff; Bernardo è Ken LeRoy e Chita Rivera interpreta Anita) del 29 settembre 1957, a tre giorni dalla prima.
Nella versione presentata a Santa Cecilia, il Maestro Antonio Pappano ha diretto con verve la sua Orchestra vestito alla West Side Story, svolgendo anche il ruolo dell'Ufficiale Krupke (con tanto di berretto) e del padre di Maria. le voci piu' notevoli, in un'armonia generale tra solisti, sono state quelle di Tony, tenore americano la cui brillantezza nella voce ed il cui fraseggio preciso sono affascinanti ed espressivi, dal primo Something's coming, fino alla struggente One Hand, One Heart; quella di Nadine Sierra, che dopo un primo atto sottotono ha trovato la sua scioltezza e calore, specialmente nel secondo atto con A boy like that; il mezzosoprano russo Aigul Akhmetshina che interpretava A Girl in Somewhere nella parte di Rosalia, è stato notevole per caratura e colore; anche la Consuelo di Francesca Calò e Tia Architta nel ruolo urticante di Anita, dalle variazioni vivaci ed ironiche. Molto ben giocate le voci dei tre Jets: Mark Stone (Riff), Andrea Giovannini (Action) e Kris Belligh (Baby John , A-rab, Snowboy, Big Deal, Diesel). Ottima la risposta dell'Orchestra soprattutto nelle percussuioni e negli ottoni che Bernstein ha favorito anche grazie all'orchestrazione di Sid Ramin e Irwin Kostal, con un fagotto oltremodo solista con Andrea Zucco. Applausi a scroscio per un'apertura "danzata" a pieno ritmo col pubblico festante.