Santa Cecilia. Argerich e Temirkanov un oceano di musica

Articolo di: 
Livia Bidoli
Martha Argerich Yuri Temirkanov

Nella Sala Santa Cecilia due spiriti musicali piuttosto presenti all'Accademia, anno dopo anno; il caucasico Yuri Termirkanov e l'argentina Martha Argerich, celebre per le sue interpretazioni al piano di un repertorio vastissimo, da Beethoeven a Bartòk, propone la scintillante esecuzione di uno suoi pezzi forti: il Concerto per pianoforte e tromba n. 1 di Dimitrij Šostakovič, alla tromba solista Giuliano Sommerhalder. Il programma da sabato 11 a martedì 14 è stato condito dalla trascinante Sinfonia n.94 di Haydn, La Sorpresa, ed ultimato con la romantica Sinfonia n. 8 di Antonin Dvořák.

Il compositore austriaco di stanza a Londra nel 1791, dopo la lunga carriera da Kapellmeister nelle varie corti dei principi Esterházy, dà inizio al suo successo in Albione prima con la Sinfonia 93 e poi con questa magnifica e schioppettante Sinfonia La Sorpresa n.94, sottotitolata “Col colpo di timpani”, dall'artificio musicale che la inaugura. Da questa in poi, fino alla 104, saranno raggruppate sotto il titolo di “Londinesi” a continuare quella tradizione sterminata che arriva fino alla 108, stabilendo un primato nella sinfonia classica che allora rappresentava anche un'innovazione nella struttura, in particolare in quest'ultimo caso. La Sinfonia difatti inizia con un movimento vivace (Adagio cantabile. Vivace assai) che presenta melodie in contrasto: il secondo movimento procede su un Andante sebbene rivitalizzato da variazioni a “sopresa”; il terzo, il Minuetto, precede in allegria l'ultimo, Allegro molto, che sottolinea oltremodo la frizzante lettura di Temirkanov, ad agio con l'Orchestra ben conosciuta di Santa Cecilia.

Tra Martha Argerich e Temirkanov si respira un'aria di intesa reciproca fin dall'inizio: l'introduzione alla più grande pianista del Novecento da parte del Direttore dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo è oltremodo sussiegoso, rispetto alla coetanea di Buenos Aires (l'una classe 1941, l'altro 1938): sul palco due eccellenze che eseguiranno il Concerto n. 1 in do minore pianoforte, tromba e orchestra d'archi op. 35 di Dimitrij Šostakovič datato 1933. Composto ed interpretato in prima mondiale proprio dal compositore a Leningrado il 6 marzo di un anno oltremodo funesto per l'Europa, il '33 appunto, quando per il Partito Nazionalsocialista Hitler sale al potere come Primo Cancelliere del Reich, il Piano concerto riassume molti dei tratti tipici della musica del nostro, partendo anche dalla scelta della tromba come strumento solista. Quest'ultima appunto fu poi protagonista delle celebri e grottesche marcette della condannata e censurata Lady Macbeth di Mzensk di tre anni dopo, accusata sulla Pravda di fare “caos anziché musica”, non sottostando agli stilemi celebrativi richiesti dal regime staliniano.

Il brillare dei tasti sotto le dita di Martha Argerich riluce festoso e l'agilità con la quale tempesta i martelletti del piano sanno d'incredibile: gli fa da contraltare la tromba squillante di un solista quotato come Giuliano Sommerhalder che comunque risulta migliore nelle parti veloci più che nei due movimenti centrali Lento e Moderato, in cui solo la Argerich risplende in tutta la sua pienezza. L'Orchestra dà una solida prova ma rallenta invece nei due Allegri, iniziale e finale, dove Argerich e Temirkanov si danno “pacche” metaforiche e si fanno l'occhiolino come due sapienti lupi (d)nel mare nostrum (e monstrum) della musica. Bis d'eccezione dal'ultimo Allegro con brio. Le invenzioni di  Šostakovič ci sono tutte: dalle marcette ironiche alle citazioni colte come il valzer o moderne come il jazz, seppur intinte in qualche strano reverse” che sprizza malinconia tra frammenti spigolosi e allarga lo spirito solo nel divertissement.

Una delle più lodevoli opere del sinfonico genio slavo Dvořák è l'Ottava Sinfonia in sol maggiore op.88 (1889), che chiude questa straordinaria serata all'insegna di un romanticismo per nulla affettato e non solo “nazionale”. Difatti quest'ultima sinfonia, surclassata per celebrità dalla Nona, da tempo negli annali qui ed oltreoceano chiaramente, rivela delle perle effusive tra il gusto brahmsiano e quello “occidentale” del russo Čajkovskij, senza per nulla perdere quelle caratteristiche folcloriche che carezzano a ondate riprendendo il tema principale esposto dal flauto nel primo movimento in un incanto di gusto pastorale. Ottima prova per l'Orchestra e le “mani” che si immergevano nei suoni con Temirkanov.

Pubblicato in: 
GN21 Anno VII 16 aprile 2015
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione Sinfonica 2014-2015
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Sabato 11 aprile ore 18 - lunedì 13 ore 20,30 - martedì 14 ore 19,30

Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Yuri Temirkanov direttore
Martha Argerich pianoforte
Giuliano Sommerhalder tromba

Haydn     Sinfonia n. 94 "la Sorpresa"
Šostakovič     Concerto per pianoforte e tromba n. 1
Dvořák     Sinfonia n. 8