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Santa Cecilia per Claudio Abbado. Harding e la promessa di Mahler
Un omaggio da parte dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Maestro Claudio Abbado, scomparso due anni fa, che ha lasciato un enorme mandato di raffinatezza e sensibilità nel mondo della musica, pienamente accolto da chi rimane: Daniel Harding, insieme all'Orchestra e al Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, gli dedica la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler, La Resurrezione, per la triade di giornate dall'8 al 10 dicembre 2016, con Anna Lucia Richter come soprano e Anna Larsson come contralto.
La gigantica Seconda Sinfonia, La Resurrezione, ebbe una lunga gestazione, dal 1887 al 1894: allora Mahler era direttore del Teatro dell'Opera di Budapest e di Amburgo e la sinfonia ebbe una doppia première: la prima, parziale, era dedicata solo ai primi tre movimenti e si svolse a Berlino nella primavera del 1895; quella invece completa, in cinque movimenti, ancora a Berlino, fu eseguita il 13 dicembre del 1896.
La Resurrezione si apre su un primo movimento che è nato come una celebrazione della morte, ed è anche il primo ad aver visto la luce: si intitolava infatti Totenfeier, l'abbozzo di poema sinfonico dal quale nacque questa marcia funebre in do minore e in cui vengono evidenziati due grandi temi, uno appunto cupo e l'altro di grande elevazione e leggerezza spirituale.
Questo primo movimento, Allegro Maestoso in do minore, sottolinea inoltre il grande organico necessario all'orchestra; segue un Andante in la bemolle maggiore, a descrivere la vita di chi si è perduto, che continua nel terzo movimento, uno Scherzo che si richiama a un Lied composto in precedenza, dal titolo “La predica di Sant'Antonio ai pesci” (Des Antonius von Padua Fischpredigt), dalla raccolta Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo, tratta dai volumi pubblicati tra 1805 al 1808 da Clemens Brentano e Achim von Arnim: composti tra 1887 e 1891). Da un testo di questi ultimi viene tratta Urlicht (Luce primordiale), materia del quarto movimento, riprendendo questi versi, che vogliamo citare:
Ich bin von Gott und will wieder zu Gott!
Der liebe Gott wird mir ein Lichtchen geben,
Wird leuchten mir bis in das ewig selig Leben!
(Son venuto da Dio e voglio ritornare a Dio!
L'amato Dio mi darà una piccola luce,
che brillerà per me fino alla vita eternamente beata).
È questa la luce che, come una promessa, risponde al Totenfeier enunciato nel primo movimento. Il contralto Anna Larsson fa letteralmente ascoltare quel che io traduco come “il serpeggiare della morte che minaccia tra le nuvole di grazia”: struggente e superlativa l'interpretazione di questa cantante svedese che ebbe il suo debutto internazionale nel 1997 proprio interpretando la Seconda Sinfonia con i Berliner Symphoniker diretti dal mai troppo compianto Claudio Abbado che, nelle parole di Quirino Principe - che ha anche introdotto il 4 dicembre gli Amici di Santa Cecilia alla lettura - ascolto della "Risurrezone al buio" di Mahler, secondo le sue parole e con grande perizia - nel massiccio libro dedicato a Mahler, sottolinea che il finale della Sinfonia non ci dona la salvezza, “bensì la promette” (p. 621, Mahler. La musica tra Eros e Thanatos, ed. Bompiani, 2002).
Il quinto movimento che segue, infatti, rappresenta il Giudizio Finale che stempera la sua aggressività musicale soltanto con il Coro e la soprano Anna Lucia Richter, che si appellano con l'inno "Die Auferstehung" - La Resurrezione - di Friedrich Klopstock, rielaborato da Mahler, per la salvezza di fronte alla terribilità dell'Apocalisse.
Harding dirige l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia con estrema convinzione, in questo omaggio che mai nella sua “promessa” musicale potrebbe essere più adeguato alla statura di Abbado che stende le sue ali di luce insieme alle voci del Coro diretto con grande partecipazione da Ciro Visco; e insieme alle due voci femminili, immerge nella promessa della possibilità della Grazia, alla fine di un viaggio il cui termine permane sconosciuto seppur catartico.