Santa Cecilia. Harding e Bollani tra apollineo e dionisiaco

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Daniel Harding prova con l'orchestra di santa Cecilia

Si è chiusa la stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia con un concerto, che ha visto protagonisti Daniel Harding e Stefano Bollani e che ha riscosso il favore del pubblico, lungamente plaudente.L'articolo si riferisce alla giornata del 13 giugno 2012.

Il programma è stato intrigante in quanto ha proposto due autori che hanno vissuto pressappoco nello stesso  periodo: Richard Strauss (1864-1949) e Maurice Ravel (1875-1937). Due autori molto diversi che nelle composizioni  proposte hanno ben incarnato il contrasto tra apollineo e dionisiaco.

Also sprach Zarathustra poema sinfonico liberamente ispirato a Nietzsche ( 1896) del trentaduenne Strauss, è il quinto degli otto scritti dal musicista, che aderì a quella corrente neo tedesca che propugnava una musica non fine a sé stessa, ma che avesse un contenuto programmatico che chiarisse il senso della composizione. Also sprach Zarathustra fu scritta come se fosse il primo movimento di una sinfonia per l'uso dei temi che vengono proposti e sviluppati e che percorrono la partitura.

Magistrale è l'orchestrazione che esalta ogni sezione dell'orchestra, da cui scaturisce, come una cornucopia dell'abbondanza, una profusione iridescente di suoni che avvolge come in un'ebbrezza dionisiaca. La partitura si ispira all'opera di Nietzsche, diverse sono le interpretazioni sul modo in cui Strauss vi fece riferimento, in questa composizione molto evocativa e visionaria. L'incipit è notissimo a tutti perché fu impiegato da Stanley Kubrik per l'inizio del film 2001 Odissea nello spazio e da allora usato a sproposito per pubblicità e altro.

Un arpeggio vuoto ( manca la terza) Doa 3- Sol3- Do4 lascia un senso di incompletezza, non risolta dal successivo inserimento della terza che oscillando tra maggiore e minore, lascia in una  sospensione, drammatica e presaga; l'accordo tenuto dell'organo conclude. Il credo gregoriano, che è citato nel tema si riferisce a coloro che vivono fuori dal mondo, è l'inizio, poi segue il corale di risposta di Zarathustra. Dell'aspirazione suprema  è il primo sviluppo dei temi mentre  Delle gioie e delle passioni è la seconda esposizione, di chiara ispirazione wagneriana, fortemente drammatica, segue poi il secondo sviluppo Il canto dei sepolcri lirico ed evocativo.

Nel terzo episodio Della scienza il tema dell'inizio da origine ad una fuga, il cui tema è ripreso ne Il convalescente, i clarinetti introducono il violino solista, il bravo Carlo Maria Parazzoli, che apre Il canto della danza, un valzer presago di quello del Rosenkavalier (1911) in cui trionfa la vitalità dionisiaca. Chiude Il canto del viandante notturno senza risolvere l'ambiguità iniziale con un finale politonale: si maggiore (accordi flauti, oboi, arpa e violini) e  do maggiore (ai bassi) sovrapposti.

Di Ravel è stato eseguito il Concerto in sol per pianoforte e orchestra e Daphis e Chloé ( seconda suite con coro), due splendidi esempi di una opposta visione musicale rispetto a Strauss, una concezione antiwagneriana, contraria ad ogni struttura teorica sovrapposta alla musica, apollinea e razionale.

Ravel ebbe una straordinaria capacità di orchestrazione e Daphis e Chloé (1912) ne è un superbo esempio; il balletto fu composto per i Ballets russes di Diaghilev. È stata eseguita la seconda suite riferita alla terza parte: Levar del giorno, Pantomima   e Danza generale. Ravel profuse in questa partitura colori diversissimi: da quelli rarefatti quasi trasparenti del primo brano a quelli sontuosi e iridescenti del finale.

Bene ha fatto il coro sempre ottimamente preparato al maestro Ciro Visco e l'orchestra, sia in Strauss che in Ravel, sotto la guida di Harding ha assecondato benissimo le intenzioni del direttore, con la profusione dei colori dei timbri e l'attenzione alla dinamica, avvolgendo il pubblico in un fascinoso ambiente sonoro.

Veniamo al Concerto in sol, è un'opera della maturità scritto per Marguerite Long (1932) ha una struttura formale lineare apollinea che ha come modello ideale Mozart. In tre movimenti il primo Allegramente, con echi del folklore iberico, è dinamico e giocoso nel dialogo tra pianoforte ed orchestra.

L'Adagio assai, pensieroso ed evocativo, in un'atmosfera rarefatta quasi incantata, è il momento in cui Bollani ci ha più convinto con la sua visione quasi intima, in cui il fraseggio e la cantabilità  hanno sottolineato le sfumature della partitura di Ravel. Diversamente negli altri movimenti e soprattutto il terzo, Presto, in cui il dialogo è serrato e brillante, il suono del pianoforte ci è parso offuscato e spesso completamente coperto dalla sonorità scintillante dell'orchestra. Il pubblico ha lungamente applaudito e Bollani ha concesso due bis.     

Pubblicato in: 
GN32 Anno IV 18 giugno 2012
Scheda
Titolo completo: 

Stagione di Musica Sinfonica 2011 - 2012
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Sabato 9 giugno ore 18
Mercoledì 13 ore 21 e Giovedì 14 ore 19,30

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Daniel Harding direttore
Stefano Bollani pianoforte

Strauss    Also sprach Zarathustra
Ravel        Concerto in sol
Ravel        Daphnis et Chloé: Suite n 2