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Santa Cecilia. La lucida passione di Maurizio Pollini
Il 22 febbraio 2012 Maurizio Pollini è tornato all'Accademia di Santa Cecilia, per la Stagione di Musica da Camera, con un programma interamente dedicato a Chopin e Liszt, ed è stato lungamente acclamato dal pubblico.
La scelta delle composizioni, interpretate da questo straordinario artista, è coerente con la visione di Pollini di evidenziare la discendenza della ricerca espressiva della musica moderna e contemporanea, di cui è un formidabile interprete, da quella del passato. A Santa Cecilia già in un precedente concerto, in cui eseguì la seconda sonata di Pierre Boulez, nei bis andò indietro nel tempo per sottolineare l'influenza della musica di Debussy e Liszt.
In questo caso ha scelto due emblematici esponenti del Romanticismo, un movimento culturale di cui in genere si tende a mettere in ombra il carattere profondamente rivoluzionario, dirompente e visionario a vantaggio di una visione edulcorata e sentimentale più rassicurante. Chopin e Liszt si conobbero, si frequentarono e vi fu tra loro una stima reciproca, inoltre nel loro percorso artistico ebbero un rapporto privilegiato, quasi esclusivo nel caso del polacco, con il pianoforte, strumento su cui composero e da cui trassero ispirazione innovando la tecnica pianistica, e l'amore per le melodie e la vocalità dell'opera italiana, che influenzò le loro composizioni.
Pollini ha scelto le composizioni in cui è più manifesto il carattere innovativo e la ricerca di nuove forme musicali. Nella prima parte ha eseguito musica di Chopin cominciando da la Fantasia in fa minore op. 49; la fantasia è generalmente una composizione libera, ma in questa composizione i differenti episodi, che si dipanano, seguono una logica interna anche nel susseguirsi delle tonalità e la forma, tra sonata e scherzo, fu lungamente e attentamente curata dall'autore.
I 2 Notturni op. 62 sono gli ultimi che scrisse e hanno un carattere introspettivo in cui la scrittura è legata alla melodia e anche i virtuosismi, come i trilli, sono espressivi. La ricerca del musicista non solo è formale ma indaga le caratteristiche del suono anche nella contrapposizione di episodi contrastanti, come nel secondo notturno in cui ad una prima parte lenta si contrappone una seconda -agitato- drammatica e inquietante, unite tra loro da un inciso rarefatto.
Le polacche sono insieme alle mazurche, le composizioni più legate alla patria di Chopin, anche se non usò temi popolari ma si attenne ai modelli allora in voga tra i musicisti del suo paese; allora la polacca era in 3/4, in tempo lento con una struttura semplice e simmetrica. La Polonaise-Fantasie op. 61, si allontana molto, dalle composizioni precedenti, come evidenzia la denominazione scelta dall'autore, ha una struttura libera in cui prevale la ricerca del colore del suono e in cui si fondono la libertà formale della fantasia al respiro epico di alcune polacche scritte da Chopin.
Lo Scherzo op. 20, un' opera inquieta e tempestosa, ha due episodi contrastanti: intenso e angoscioso il primo, aperto da due accordi dissonanti, che contengono sia i suoni gravi che quelli acuti, mentre è lirico il secondo. La parte melodica è formata da un canto natalizio polacco alternato ad un tema creato da Chopin. La conclusione è violenta: ritornano in fortissimo i due accordi dissonanti e dopo un breve episodio concitato e drammatico, un accordo dissonante di dieci note in fortissimo ribattuto nove volte riconduce ai due accordi inquietanti che sono l'alfa e l'omega dello scherzo.
La seconda parte è stata dedicata a Liszt e non è possibile non ricordare le parole di Arnold Schönberg su lui:” Un uomo come questo non è più un artista, ma qualcosa di più grande: un profeta.” Il programma è stata aperto da quattro sconvolgenti e brevi composizioni- eseguite una dopo l'altra come fossero i movimenti di un unico brano - che appartengono all'ultimo periodo del compositore in cui l'incessante ricerca sonora lo ha portato da un mondo in cui il suono è sontuoso e iridescente in una dimensione essenziale e a rarefatta in cui prevale una cupa e angosciosa inquietudine.
Nuages Gris ( Nuvole grigie) è denso di una cupa atmosfera che solo in conclusione si rischiara mentre Unstern – Sinistre (Cattiva stella !- Disastro) – è pervasa da un'angoscia opprimente e senza speranza. La Lugubre gondola e Richard Wagner – Venezia, sono legate insieme ad Am grabe ( Sulla tomba) alla morte di Wagner: Nel primo brano c'è la premonizione in seguito ad un sogno notturno delineata dalla musica tetra e inquietante, nel secondo il dolore per la morte è espresso dalla tonalità indefinita, un mondo sonoro “fuori di sesto”, che si conclude con la rimembranza dell'amico attraverso luminosi accordi che evocano quelli delle opere wagneriane.
Significativa è la scelta eseguire le musiche degli ultimi anni della vita prima della Sonata in si minore, che ha chiuso il programma, in quanto è un brano su cui Liszt lavorò lungamente, dopo la svolta della sua vita con la decisione di non dedicarsi più ai concerti ma alla composizione, e segna l'inizio del suo percorso di ricerca. La composizione fu dedicata a Schumann e inviata a Clara che emise un verdetto di condanna nel suo diario. Fu la prima di una serie di stroncature, di cui la più autorevole fu quella di Hanslick mentre Wagner e von Bülow, che la eseguì in pubblico, l'apprezzarono.
Se è possibile individuare la successione dei temi, di cui il primo è di una durata estremamente lunga e ricompare prima della ripresa del secondo, che precede un finale, riscritto successivamente, in cui la musica si spegne in pianissimo sulla nota si, lo svolgimento della composizione nei diversi temi, che si susseguono e le scelte formali sconcertarono e non furono comprese.
La scelta dei due bis è stata coerente con il programma e ha proposto di Liszt lo Studio trascendentale n°10 e di Chopin lo Studio n°12 dall'opera n°10. La sublime interpretazione di Pollini, pervasa di lucida passione ha condotto in questo percorso illuminante il pubblico, che lo ha lungamente acclamato.