Santa Cecilia. Riprende il ciclo Haydn 2032

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Il Giardino Armonico

La Stagione da Camera di Santa Cecilia, mercoledì 7 novembre scorso ha proposto un'altra tappa del lungo ciclo dedicato ad Haydn 2032, il maestro Giovanni Antonini ha diretto il Giardino Armonico in un concerto dal significativo sottotitolo L’addio. Tra le tre sinfonie eseguite, infatti, figurava la celeberrima Sinfonia  n.45 “degli addii” a queste si aggiungeva l'ouverture di Kraus per la tragedia Olympiedi Voltaire e la Scena “Berenice che fai ?” sempre di Haydn.

Il progetto Haydn 2032, che prevede l'esecuzione e l’incisione dell’integrale delle sue 104 Sinfonie entro la ricorrenza dei trecento anni dalla nascita del grande compositore austriaco nel 2032, è arrivato al suo terzo anno, grazie al sostegno dei mecenati della Fondazione Haydn di Basilea. Il progetto di mettere in luce le sinfonie di Franz Joseph Haydn (1732-1809) è di grande rilievo, frequentemente nei programmi dei concerti vengono usate come riempitivo e troppo spesso sono eseguite senza dedicarvi l'attenzione che meritano. Haydn appartiene a quel ristretto numero di compositori che hanno condizionato la composizione musicale, le sue sinfonie e i suoi quartetti, furono, infatti, modelli imprescindibili per i compositori successivi, Mozart e Beethoven ne sono un luminoso esempio. L'aspetto sorprendente delle sue sinfonie è la continua invenzione armonica, melodica ritmica e timbrica, fin da quelle iniziali del suo vasto catalogo.

La sinfonie eseguite in questo concerto furono composte da Haydn durante il lungo periodo in cui era a servizio come maestro di cappella del Principe Esterházy. La Sinfonia n. 15 in re maggiore fu composta ad Eisenstadt, residenza invernale degli Esterházy, per un'orchestra composta da solo quindici elementi ma di buon livello nelle prime parti. Il primo movimento non è in forma sonata, ma tripartito in Adagio-Presto- Adagio, sebbene la divisione possa sembrare quella della ouverture francese alla Lulli, non vi ènulla della struttura né della pomposità lulliana nei due Adagio, ma una musica meditativa e serena interrotta dalla vivacità del Presto. La melodia del Minuetto si ispira alle danze popolari ungheresi, mentre il Trio si caratterizza con violini impegnati in un dialogo soave con solo la viola e il violoncello, una parentesi e poi la danza riprende. L'Adagio ha un tono scherzoso mentre il finale Presto ripropone la tripartizione ma stavolta la parentesi è con i soli archi in modo minore che si contrappone alla brillantezza del tempo veloce.

La Sinfonia n.35 in si bemolle maggiore ha una data certa il 1767, fu dunque composta ad Esterháza, la sontuosa residenza costruita per volontà del principe Nikolaus sulle forme di Versailles. La sinfonia è percorsa da una strisciante inquietudine che si riversa nella tensione drammatica scandita dal ritmo incalzante quasi frenetico, intervallato da brevi pause, dell'Allegro di molto. L'Andante ha un carattere di serena pacatezza, il ritmo della danza è molto evidenziato nel Minuetto, il Presto conclusivo è brillante e trascinante. La Sinfonia n. 45 in fa diesis minore detta “degli addii” deve il suo nome ad un episodio realmente accaduto nel 1772, fu arguto invito al Principe Nikolaus a concedere un periodo di riposo ai musicisti, che trascorrevano lunghi periodi alla sua corte lontani dalle loro famiglie. Nell'ultimo movimento dopo il Presto, infatti, nell'Adagio i musicisti uno alla volta smettono di suonare lasciando solo due violinisti, che in quell'occasione furono lo stesso Haydn e l'italiano Luigi Tomasini. Il Principe fu divertito dalla scherzosa allusione e concesse il meritato riposo.

Non è solo questo il motivo di interesse della ben nota sinfonia, che si differenzia dalle precedenti per la diversa atmosfera emotiva data dall'insolita tonalità di impianto in fa diesis minore, in cui apre il primo movimento, Allegro assai che imprime tensione e drammaticità alla musica ancor più evidenziate dalle brevi pause malinconiche che vi si incuneano. L'Adagio è in forma di Lied e si apre in la maggiore, la relativa maggiore di fa diesis minore in un clima di apparente serenità ma poi nel dipanarsi della musica si insinua una crescente inquietudine, Il successivo Minuetto con ritmo spiccato si apre nella tonalità di fa diesis maggiore, nel Trio appaiono i corni che assumono in diversi passaggi il ruolo di protagonista. Nell'ultimo movimento compaiono le tre tonalità di impianto dei tre precedenti movimenti, si comincia  con il Presto in in fa diesis minore, in cui si ripropone la tensione del primo movimento, poi bruscamente in un repentino cambio di clima inizia l'Adagio bipartito in la maggiore e poi in fa diesis maggiore in cui si svolgono pacatamente i successivi addii degli orchestrali.

Joseph Martin Kraus (1756-1792), oggi poco conosciuto, fu uno stimato compositore alla corte del re Gustavo III di Svezia, dove morì prematuramente, la sua Ouverture scritta per l'Olimpie di Voltaire ricca di toni drammatici ha introdotto la Scena di Berenice di Haydn. Il compositore, che si cimentò con successo più volte nei diversi generi dell'opera italiana, la scrisse durante il secondo soggiorno londinese per il soprano Brigitta Giorgi Banti, che allora dominava le scene della capitale britannica. Questa scena il cui testo è basato sull’Antigono di Metastasio è complessa, a un lungo drammatico e impegnativo recitativo iniziale fa seguito una prima aria, segue un altro breve recitativo e un'altra aria la conclude. La Banti grazie alla sua bravura di prima donna la portò al successo, le numerose agilità e l'espressività richieste sono la testimonianza più eloquente delle sue indubbie capacità. Sandrine Piau si è disimpegnata con disinvoltura nella esecuzione della scena suscitando i sinceri e calorosi applausi del pubblico presente a cui a concesso un bis, l'aria di Aspasia “Nel grave tormento“ dal Mitridate re del Ponto di Mozart. Il Giardino Armonico è una compagine che ha scelto di utilizzare gli strumenti originali,  da ciò ne deriva un suono meno scintillante, ma corposo, più caldo e morbido nelle diverse sezioni, e seducente all'ascolto, almeno a nostro giudizio, una proposta diversa ma di grande interesse che si affianca brillantemente a quella delle esecuzioni abituali. L'orchestra ha risposto pienamente alle intenzioni del maestro Giovanni Antonini, tra i fondatori dell'ensemble, offrendo una ottima prova nella esecuzione delle sinfonie e degli altri brani in programma, e al termine di ogni brano e del concerto, orchestra e direttore hanno riscosso intensi e lunghi appalusi

Pubblicato in: 
GN3 Anno XI 17 novembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Auditorium  Parco della Musica
Stagione da Camera

Mercoledì 7 novembre  2018-
Sala Sinopoli  ore 20.30

Haydn 2032 – L’addio

Il Giardino Armonico
Giovanni Antonini direttore
Sandrine Piau soprano

Franz Joseph Haydn    Sinfonia n.35 in si bemolle mggiore
(1732-1809)

Joseph Martin Kraus   Ouverture in re minore per la tragedia Olympie
(1756-1792)                  di Voltaire VB 29

Franz Joseph Haydn    Scena “Berenice che fai ?” Hob.XXIV: 10

                      Sinfonia  n.15 re maggiore
                      Sinfonia  n.45 in fa diesis minore “degli addii”

Il concerto è in collaborazione con la Fondazione Haydn di Basilea