Saudade brasileira e perle barocche

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Alessandro Stella

All'anteprima del Festival  “Le cinque Perle del Barocco”, il 15  maggio 2012, nella cornice appropriata dell’Aula Magna del Pontificio Istituto di Musica Sacra, in Piazza Sant’Agostino a Roma , il direttore artistico del festival, Alessandro Stella, affiancato da Giovanni Gnocchi, al violoncello, e dal soprano Giorgia Milanesi, ha proposto un programma raffinato e intrigante.

Due delle nove suites Bachianas Brasileras, le n. 4 e 5, scritte dal compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos tra il 1930 e il 1945, hanno incorniciato la Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore n. 3 BWV 1029 di Johann Sebastian Bach. Continuando nella tradizione di far precedere il festival da un omaggio al genio di Eisenach, simbolo della musica barocca, Stella ha avuto la felicissima idea di accostargli due suites Bachianas Brasileras di  Heitor Villa-Lobos.

Nella musica del fecondissimo musicista brasiliano, nato a Rio de Janeiro ( 1887 – 1959 ), che fu fondamentalmente un autodidatta, confluiscono esperienze musicali diverse, figlio di un india e di uno scrittore e  musicista dilettante, studiò a fondo la musica etnica del suo paese ed ebbe anche un'approfondita conoscenza diretta della musica europea degli anni 20 durante il suo soggiorno a Parigi.

Per Villa-Lobos fu basilare lo studio della musica di Bach, delle sue  Bachianas Brasileras dice:”È un tipo speciale di composizione musicale che poggia da una parte su una profonda conoscenza delle grandi opere di Bach , dall'altro sul rapporto dell'autore con l'atmosfera armonica contrappuntistica e melodica della musica folcloristica della regione nord occidentale del Brasile. L'autore vede in Bach una vasta e ricca fonte di folclore, profondamente radicata nella musica popolare di tutti i paesi del mondo: in tal modo Bach diventa un mediatore tra le razze”.Il carattere di queste composizioni deriva da una contaminazione tra le musiche etniche con le loro melodie e ritmi e uno stile rigoroso che trae origine dalla tradizione del contrappunto barocco.

La Bachianas Brasileras n.4 del 1936 per pianoforte solo, poi trascritta per orchestra nel 1941, ha aperto il concerto; è in quattro movimenti: il Preludio (Introdução) in un atmosfera bachiana ha un tema che viene ripetutamente riproposto. Il successivo è il Coral (Canto do Sertão Canto del deserto) in cui i trilli evocano il canto di un uccello,  melanconico con sonorità che ricordano Debussy ma anche la Saudade, poi Aria (Cantiga) ricco di colori e ritmo, ritmo che domina anche nell'ultima parte:  Dança (Mudinho). Nella sua intensa interpretazione Alessandro Stella ha reso perfettamente i colori morbidi e quelli solari, le atmosfere malinconiche e i ritmi trascinanti e incandescenti che evocano le percussioni.

La Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore n. 3 BWV 1029 di Johann Sebastian Bach, al centro del programma, è stata eseguita con il pianoforte e il violoncello, una scelta che non deve stupire in quanto la musica di questo immenso musicista può essere resa perfettamente, sia con gli strumenti dell'epoca, sia con i moderni, la differenza la fa l'interprete. La splendida sonata è divisa in tre movimenti come i concerti di stile italiano, il clavicembalo con la destra è la seconda voce melodica mentre la sinistra si incarica del basso. La sonata si apre con un Vivace che ricorda il ritmo instancabile del l'Allegro del Primo Brandeburghese, seguito poi dall'Adagio in cui i due strumenti hanno dialogato splendidamente esaltandone la cantabilità e nell'Allegro lo stile brillante. Il violoncello di  Giovanni Gnocchi ha profuso un iridescente virtuosismo nel Vivace e nell'Allegro, un suono caldo e avvolgente nell'Adagio. Il dialogo perfetto con Alessandro Stella ha offerto al pubblico un' eccellente interpretazione del brano.

Ha chiuso la Bachianas Brasileras n.  5 (1938-1945) in due parti: Aria (Cantilena) e Dança (Martelo) scritta per otto violoncelli e soprano, è stata eseguita per pianoforte e soprano. Nell'Aria all'inizio e nella conclusione la voce è come uno strumento che esalta e sottolinea la saudade del testo della parte centrale avvolgendo soavemente l'ascoltatore in questa atmosfera. La Dança finale col suo ritmo ondeggiante evoca la bossa nova resa celebre dalla canzone Garota de Ipanema (La ragazza di Ipanema, 1962 Vinicius de Moraes e Antonio Carlos Jobim ).

Giorgia Milanesi ha affrontato la difficile parte vocale in modo elegante e coinvolgente. Nel bis i tre esecutori hanno riproposto il brano aggiungendo la parte del violoncello,  strumento molto amato da Villa-Lobos, che suona il tema della Dança due volte, la prima molto cantabile esalta il suono morbido e caldo dello strumento, la seconda con un virtuosistico pizzicato sottolinea il ritmo, modi che evocano la scrittura del sommo musicista di Eisenach. Il pubblico ha applaudito entusiasticamente i bravi interpreti di questo affascinante ed intrigante concerto, prologo entusiasmante del festival.

Pubblicato in: 
GN28 Anno IV 21 maggio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Martedì 15 maggio ore 21
Concerto anteprima del Festival con
Pontificio Istituto di Musica Sacra, Aula Magna

Johann Sebastian Bach
Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore n. 3 BWV 1029

Heitor Villa-Lobos
Bachianas Brasileiras n. 4 per pianoforte e n. 5 per soprano e pianoforte
Alessandro Stella pianoforte
Giorgia Milanesi soprano
Giovanni Gnocchi violoncello