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Schwab al Salauno. Tre giovani donne in un mondo alienato
Il Teatro Salauno di Roma l’11 gennaio 2015 ha visto la rappresentazione scenica dell’adattamento di Fäk Fek Fik. Le tre giovani, tratto da un testo del drammaturgo austriaco Werner Schwab, morto nel 1994 a soli 35 anni, in seguito a una sorta di “semisuicidio” per overdose di sostanze alcoliche.
Le tre giovani attrici (Marta Badiluzzi, Giovanna Cammisa, Arianna Pozzoli) affrontano il testo di Schwab, in parte adattato alla realtà italiana degli ultimi anni, e il cui titolo originario è Le Presidentesse (Die Präsidentinnen, 1990), primo dei cosiddetti Drammi fecali (Fäkaliendramen), aggiungendo alla scena anche particolari che l'autore stesso ha lasciato impliciti, come una sorta di visione per i posteri, per le future generazioni di giovani dissidenti: passiamo quindi da una cucina vuota a uno schermo le cui dimensioni crescono progressivamente riflettendo desideri e passioni incerti e ambigui, realtà di emarginazione di persone reiette, abitudini e pratiche che potrebbero appartenere alla periferia di Roma come a quella di Berlino, in un mondo sempre più globalizzato: il tutto ritratto con ironia e con spietata acutezza.
Del resto, Schwab è stato anche artista e attore, esibendosi tra gli anni '70 e gli anni '80 in notevoli performances. Non casuale era anche la sua passione per la musica industrial degli Einstürzende Neubauten di Blixa Bargeld, la cui carica dissacratoria sembra riverberarsi nell'ironia e nel sarcasmo delle sue pièces.
Non mancano comunque i riferimenti alla tradizione: da un lato si notano nella ricerca linguistica molto sofisticata, che per certi versi riecheggia quella di Thomas Bernhard, e dall'altro lato con riferimenti impliciti alle esperienze teatrali del Novecento, per cui lo stesso teatro (come nell'Enrico IV di Pirandello) è visto come illusione: non caso alla fine dei Drammi fecali si presenta un secondo finale che capovolge la la visione del teatro, facendo quasi ritornare gli spettatori nella realtà quotidiana. E proprio ne Le presidentesse il tema principale, quello dell'invettiva pesante, si coniuga con l'idea del duro ritorno alla realtà, per chi sia estraneo ad essa e viva quasi in un altro mondo.
Nel dramma tre donne giovani e belle interpretano il ruolo di tre donne anziane, ma dal punto di vista della loro giovinezza folle e quasi urlata, perché emarginata e reietta.
Lo spettacolo è anche metafora della desolazione della nuova cultura urbana europea, con bandiere bruciate e bestemmie urlate per sottolineare il nichilismo predominante. Anche il momento in cui le tre attrici si esibiscono in una svestizione completa (che sembra una sorta di pendant desolato dello strip-tease erotico) simboleggia, con i corpi nudi, la volontà di esporsi completamente e di raccontare così sé stesse.